Le proteste degli agricoltori hanno senso?

*Il Quarto Stato. fonte: wikipedia

Introduzione, la marcia dei trattori
In Germania, Francia, Romania e adesso anche in Italia, cresce la rivolta degli operatori agricoli nei confronti delle politiche agricole europee e delle decisioni governative. Le loro proteste riguardano non solo la carne coltivata, le farine a base di insetti, le imposte, il costo del carburante, la vendita a basso prezzo dei terreni, ma anche critiche la nuova Politica Agricola Comune (PAC), che prevede l'abbandono della pratica nota come monosuccessione, obbligando l’alternanza di colture sfruttanti e rigenerative. Inneggiando anche, con tono vagamente complottista, al fatto che il consumatore finale non potrà più mangiare prodotti italiani.


La Carne Coltivata 
La realizzazione di carne coltivata implica il processo di prelevare cellule staminali  generalmente da feti bovini per generare carne e utilizzare tali cellule come 'starter' per promuovere la crescita della carne all’interno di un bioreattore. Va fatto notare che le preoccupazioni in merito alla carne coltivata sono pressoché infondate in quanto non ci sono né implicazioni negative dal punto di vista salutistico, né implicazioni negative per il reddito degli allevatori in quanto con ogni probabilità, andrà a coprire un mercato piccolo, 1-5% del mercato globale della carne, che non sostituirà la carne tradizionale, ma permetterà ai consumatori di fascia alta di poter avere un’ulteriore alternativa. 


Farina di Insetti
Quando si parla di vietare la farina di insetti forse bisognerebbe prima ricordare che quest’ultima non è destinata necessariamente al consumo umano, ma possono essere una risorsa per migliorare la qualità e la composizione del mangime, essendo una fonte proteica sostenibile e ricca di nutrienti. E che nel momento in cui l’EFSA, European food safety agency, che ha sede a Parma, dichiara un cibo sicuro, non se ne può impedire la libera circolazione come merce all’interno dell'Unione europea.

A decretare se l’alimentazione occidentale si sposterà verso fonti proteiche alternative non sarà un decreto legislativo, ma il libero mercato che assecondare la domanda dei consumatori. 


Costi energetici
Il settore alimentare è un settore ad alto dispendio energetico ad influito sui costi di produzione è quindi l'approvvigionamento di energia. Inoltre i costi elevati del carburante hanno anche influito sui costi di trasporto, osservando però le dinamiche internazionali sui prezzi dell’ energia è probabile che questi possano attenuarsi gradualmente. Un calmiere dei prezzi sarebbe solo un placebo momentaneo, bisogna pensare ad alternative energetiche più convenienti per il futuro, come l’utilizzo di trattori elettrici, e fonti di energia elettrica rinnovabile o il nucleare.
 

Le Tasse in Italia
In Italia esiste un regime contributivo agevolato per gli agricoltori noto come "Regime dei Minimi" o "Forfettario Agricolo". Caratteristiche principali:

  • Contributi Fissi: Gli agricoltori che aderiscono a questo regime pagano un importo fisso annuale a titolo di contributi previdenziali e assistenziali. Questa somma è determinata in base al reddito agricolo dichiarato.
  • Reddito Forfetario: Il reddito agricolo viene considerato in modo forfettario, cioè in base a un coefficiente applicato al valore della produzione agricola. In questo modo, si semplifica la determinazione del reddito imponibile.
  • Esclusione da Alcune Imposte: Gli agricoltori che aderiscono a questo regime sono esclusi dal pagamento di alcune imposte, come l'IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) e l'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto).
  • Durata: In genere, una volta scelto il Regime dei Minimi, l'agricoltore può rimanerci per un periodo di tempo determinato prima di poter eventualmente optare per un regime fiscale diverso. La durata massima di adesione al regime dei minimi era di 5 anni consecutivi.
  • Limiti di Fatturato: Il limite massimo di fatturato per poter aderire al regime dei minimi era di 65.000 euro annui.
  • Semplificazioni Contabili: L'adesione a questo regime può comportare semplificazioni nelle procedure contabili e amministrative, riducendo gli oneri burocratici per gli agricoltori.

Con la nuova legge di bilancio il Fondo di solidarietà nazionale, ampliando la sua platea di beneficiari con l'inclusione di pescatori, allevatori di pesce e i loro consorzi, registra una diminuzione delle risorse. Parallelamente, viene istituito un nuovo "Fondo per la gestione delle emergenze in agricoltura generate da eventi imprevedibili" con un finanziamento annuo di 100 milioni di euro. Tale fondo è parte del bilancio del Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare e Foreste ed è aperto anche al settore della pesca e dell'acquacoltura. Al momento, non sono ancora chiare le linee guida di demarcazione tra questi due fondi nazionali e tra essi e gli altri strumenti di gestione del rischio, che, invece, sono cofinanziati dall'Unione europea nell'ambito della Politica agricola comune.

Per quanto riguarda le catastrofi naturali, le imprese agricole colpite dalle alluvioni di maggio nelle regioni Emilia Romagna, Toscana e Marche potranno beneficiare di sostegni per i danni subiti agli immobili. Tuttavia, tali benefici dovranno competere con le imprese di altri settori produttivi e non rientreranno nei fondi agricoli d'intervento già previsti. Per quanto riguarda gli aiuti all'ortofrutta, Ismea erogherà prestiti cambiari agevolati per un totale di 5 milioni di euro a fronte di interessi contenuti.

Le norme fiscali presentano alcune incertezze, come la proroga della riduzione dell'Iva sul pellet al 10%, valida solo fino a febbraio 2024, e il cambiamento di qualifica delle entrate generate da diritti reali, che dal 2024 saranno considerate come "redditi diversi". Il Masaf potenzierà la propria struttura, con benefici anche per il personale e l'opportunità di nuove assunzioni presso Agea. Inoltre, sono destinati 10 milioni di euro per la ricerca in agricoltura, con la necessità di distribuirli in diverse aree di studio.

PAC abbandono monosuccessione
In base alla nuova Politica Agricola Comune (PAC), a partire dal 1° gennaio 2024 non sarà più consentito praticare la monosuccessione sulla stessa parcella. Ciò significa che non sarà più possibile coltivare, ad esempio, mais nello stesso terreno dove l’anno prima è già stato coltivato mais o grano duro (e tenero) su grano duro, in quanto rientrano nello stesso genere e quindi hanno le stesse necessità di nutrienti, impoverendo il suolo e diminuendone quindi la fertilità. L'obiettivo di introdurre la rotazione (già scoperta nel medioevo) è migliorare la fertilità del suolo, ridurre la pressione delle erbacce e limitare l'insorgenza di funghi patogeni e insetti.

Va notato che sono esentate dall'obbligo di rotazione (in vigore dal 1° gennaio 2024) le seguenti categorie:

  • Aziende agricole il cui seminativo è utilizzato per più del 75% per la produzione di erba o altre piante erbacee da foraggio o da prati permanenti. Perché non sono monocolture, quindi non impoveriscono il suolo
  • Aziende agricole impegnate nella coltivazione di colture sommerse come il riso. Perché in Italia l’unica coltura sommersa è proprio il riso
  • Aziende agricole con una superficie a seminativo fino a 10 ettari. Perché sono così piccole che l’impatto ambientale è trascurabile, inoltre sono meno controllate di quelle grandi
  • Aziende agricole certificate biologiche. Perché seguono un’altra normativa. [Approfondimento] 
  • Aziende agricole situate in aree montane. Perché sono spesso piccole e lì si possono coltivare poche specie. Inoltre anche per quelle c’è una normativa a parte

Si deve sottolineare che l'obbligo di rotazione è vincolato esclusivamente al fine di ottenere il pagamento di sostegno al reddito base. Gli agricoltori che desiderano continuare con la monosuccessione possono scegliere di non rispettare tale obbligo, ma ciò comporterà la rinuncia al suddetto pagamento di base.


Il mito del Made in Italy
Il concetto di tipicità evoca l'associazione con il territorio e le pratiche tradizionali; esso, intrinsecamente, deve possedere una dimensione mitologica che può essere plasmata, ed è in questo contesto che il marketing gioca un ruolo fondamentale (essendo responsabile della creazione della narrazione). Mentre territorio e tradizione sono solitamente considerati elementi che identificano la produzione, in termini economici rappresentano l'offerta. Tuttavia, questo approccio è errato, poiché il vero riconoscimento del prodotto agroalimentare tipico dovrebbe derivare da coloro che lo consumano, ovvero la domanda.

Ovviamente un prodotto coltivato o allevato in loco non ha intrinsecamente delle qualità migliori, anzi, spesso siamo costretti a importare colture estere poiché le nostre sono poco produttive ( come nel caso del grano Canadese), ed essendo tali spesso necessitano di un utilizzo maggiore di agrofarmaci.


Conclusioni
In un momento in cui gli agricoltori manifestano contro le politiche agricole e le decisioni governative, è fondamentale riflettere sulle sfide odierne e cercare soluzioni mirate. La resistenza alla rotazione delle colture, le controversie sulla carne coltivata e sulla farina di insetti, insieme alle pressioni dei costi energetici e delle tasse, mettono in luce l'importanza di un'informazione corretta. Affrontare queste sfide richiede un approccio innovativo che integri tecnologie avanzate come le pratiche di agricoltura 4.0 o di buon senso (come nel caso delle rotazioni), promuovendo la sostenibilità e incentivi per la crescita delle imprese agricole, spesso troppo piccole per sopravvivere al mercato. 


Relatrice: Martina Oddo

*Foto: Alessandro Negri (2011-02-10). Primo racconto: Quarto Stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo (in English and Italian). Museo del Novecento. Retrieved on 2013-02-02.

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