Un esordio così feroce e politicamente infiammato si sente una volta ogni dieci anni. Who Let The Dogs Out è un martello pneumatico su vinile, un manifesto queer e working class imbottito di riff taglienti e sarcasmo acido. Le Lambrini Girls urlano in faccia a chiunque tenti di normalizzarle, imbottendo ogni traccia di un’energia che sembra esplodere da un garage nel Sussex direttamente nel cuore dell’industria musicale.
Fuori piove e il neon del bagno pulsa irregolare. Echi di Polly Jean per un disco che difficilmente passerà inosservato quando sarà il momento di tirare le somme a fine anno. Kathryn Mohr compone voci che sembrano accartocciarsi su loro stesse, piccoli crolli emotivi in slow motion accompagnati da texture minimali e frammenti acustici. Tutto è tenue, tutto è trattenuto. Un diario lasciato aperto nella sala d’aspetto tra un prima e un dopo che non arriverà.
C’è una linea invisibile che unisce Lima e Kinshasa, e Mapambazuko la percorre tutta con passo ipnotico. Ale Hop e Titi Bakorta costruiscono un ponte sonoro tra avanguardia digitale e tradizione orale, tra droni elettronici e poliritmie tribali. Il risultato è un ibrido inafferrabile, pieno di luce e tensione, che mette in discussione le coordinate geografiche e musicali del concetto stesso di “folk”. Un disco liminale, come l’alba del titolo. Quando non è più notte ma non è ancora giorno.
Sinister Grift
di Panda Bear
Uscita: 28/02/2025 |
Genere: Electronic / Experimental-Pop / Psychedelic
Immaginate Brian Wilson con un delay cosmico. Sinister Grift è Panda Bear che si diverte a giocare coi colori, con le armonie tropicali, con echi dub e melodie che ondeggiano come tende al vento. Il tutto incorniciato da un’elettronica vaporosa che accarezza senza mai soffocare. Non è un disco che rivoluziona, ma che affascina nella sua capacità di sembrare un sogno lucido al rallentatore. Una villeggiatura nell’immaginario lisergico di Noah Lennox, stavolta con la luce accesa.
Furia controllata, rabbia elaborata. Gli Honningbarna fanno centro. Soft Spot è un atto di maturazione senza smarrire il furore delle origini. La band norvegese orchestra il caos in forma canzone, giocando tra post-hardcore e richiami al noise scandinavo più consapevole. Non più solo collera, adesso c’è struttura, respiro, e una consapevolezza che rende ogni pezzo un colpo mirato, non un’esplosione cieca.
Debutto direttamente dalle ande cilene. Silenzi come propulsori. La Brea fonde l’intensità di Godspeed You! Black Emperor, Swans e Shellac in paesaggi sonori che oscillano tra lamento e quiete. Longform tracks che si librano in crescendo, rarefatte, pericolose e mai retoriche. Hesse Kassel costruisce un disco lento e potente, respira a modo suo.
Un’esperienza di ascolto che si sviluppa come un rituale contemplativo. Gift Songs è costruito su tre sezioni principali che fluiscono senza pause, guidate da piano, cello e organo quali lenti spirituali. L’atmosfera sonora è avvolgente, quasi mistica, una meditazione che invita a rallentare, capace di far percepire la musica come un paesaggio interiore in lenta evoluzione. La densità emotiva cresce nella lunga traccia finale, un drone orchestrale che pulsa come un organismo che respira.
Los Thuthanaka
di Chuquimamani-Condori & Joshua Chuquimia Crampton
Uscita: 22/03/2025 |
Genere: Experimental
Canto degli antenati.. Los Thuthanaka è un lavoro radicale, a tratti mistico, che fonde il minimalismo ambient con la memoria orale aymara, creando un paesaggio sonoro sospeso tra spiritualità e politica. Le voci, registrate come preghiere private, si innestano su droni estatici, corde riverberanti, silenzi meditativi. Uno dei momenti più alti (e silenziosamente rivoluzionari) di questo 2025.
Ad oggi album dell’anno. Musica che viene dal futuro. Un suono talmente identitario, preciso e dinamico che sembra essere elettronica. Un pugno nello stomaco che non smette di premere. 45 Pounds è l’equivalente sonoro di un cantiere nel mezzo di una crisi mistica. Batterie martellanti, chitarre come trapani emotivi e un senso di urgenza che non molla mai. I YHWH Nailgun non hanno paura del caos, lo abitano. Ma c’è metodo nel rumore, una rabbia pensata, chirurgica.
Elegante e fragile come vetro soffiato, Life Lover è un disco che danza sul filo tra confessione e sogno. Kaho Matsui mescola strumenti acustici a inserti elettronici in punta di piedi, costruendo brani che sembrano sussurri tra amici. Qualche schiaffo improvviso, un paio di carezze e una caterba di dettagli.
Aya prende l’elettronica e la fa a pezzi. hexed! è disturbante, coraggioso, spietato. Raccatta influenze da Autechre, Death Grips e Arca, ma tutto filtrato attraverso un’estetica personale e brutale. Nessuna concessione all’orecchiabilità. Un viaggio nel disagio contemporaneo, tra glitch, silenzi fratturati e voce come arma bianca.
Backxwash cambia pelle e trova un equilibrio nuovo tra fragilità e furore. Only Dust Remains lascia da parte l’industrial più cupo per abbracciare una forma più melodica ma altrettanto intensa. Il dolore resta centrale, ma qui c’è spazio anche per la contemplazione. Collaborazioni riuscite (Chloe Hotline su tutte), climax emotivi e una produzione che pulsa. Un punto di svolta sincero e potente.
digi squires
di Sam Gendel, Nate Mercereau
Uscita: 04/04/2025 |
Genere: Experimental / Ambient / Jazz
Un album portale verso un mondo parallelo. digi squires mescola estetiche medievali e jazz destrutturato, costruendo un paesaggio sospeso tra glitch e melodie arcane. I suoni sembrano recuperati da antichi manoscritti digitali, assemblati in musica con respirazione ampia e ritmo sommesso. “Ambient trance” a ipnotizzare con gentilezza. Cadeteci dentro.
Il suo capolavoro più pieno e stratificato. Under Tangled Silence è un mosaico sonoro costruito su pianoforte, arp, mbira, cello e drum‑machine; si narrano otto anni di frammenti ricomposti quasi da zero dopo un crash informatico. Ogni traccia è un micro‑racconto che evita loop prevedibili, evolve organicamente e si incastra nel successivo come un flusso continuo. Un disco che ti guarda negli occhi senza parole: e ti trasporta altrove.
Un disco che riscrive il noir urbano come se fosse una leggenda geometrica: GOLLIWOG mette in scena visioni apocalittiche con flow taglienti, beat spigolosi e poesie visionarie. La critica saluta questo lavoro come uno dei migliori dell’anno per la sua capacità di usare l’hip‑hop come una lente deformante sulla società contemporanea. Qui, ogni strofa è un racconto breve sull’orlo del collasso, ogni pausa è un silenzio carico di minaccia. Un rituale di densità rap, che non concede passaggi. Già, probabilmente senza dubbi, disco hip-hop dell’annata.
Instant Holograms On Metal Film
di Stereolab
Uscita: 23/05/2025 |
Genere: Art-Pop / Kraut-Rock
Stereolab torna a evocare fremiti nostalgici con un album lucido come il metallo eppure caleidoscopico come un ologramma. Instant Holograms On Metal Film è un frullato elettronico di voce femminile, synth minimalisti e pulsazioni kraut che sfondano la dimensione del tempo. Si dice siano tornati a un’eleganza analogica che sembra provenire dal futuro retroattivo di trans‑Europe Express. Un’opera studiata, perfettamente incastonata tra struttura e libertà, che riverbera come luce su lamine d’acciaio.
Un collage urbano e lunare al tempo stesso: Big City Life è pop nordico miscelato a glitch minimale, voce soffice e groove imperscrutabili. Una delle sorprese più eleganti dell’anno, Smerz costruisce paesaggi metropolitani invernali con sintetizzatori muffiti e testi che sfiorano l’astratto. Un disco sottile ma concreto, come una passeggiata tra palazzi e nebbia ; sospeso, fragile, magnetico.
caroline 2 è un album che si concede la semplicità del minimalismo, ma dentro ha la profondità di un labirinto emotivo. Voce filtrata, chitarre tagliente, testi intimi che sembrano scartoffie trovate in una panchina. Conquista per sottrazione e precisione nell’atto. Il risultato è un quadro in bianco e nero che ti resta impresso sul palato.
The Universe Will Take Care Of You
di James Holden, Waclaw Zimpel
Uscita: 13/06/2025 |
Genere: Experimental / Electronic
Un’opera utopica di improvvisazione visionaria. Sei tracce che mappano il tempo del processo creativo, tra arpeggi liquidi, drones vibranti e strumenti improbabili come teiere e noci. La musica pulsa come una corrente cosmica e trascendente, sospendendoci tra trance ipnotiche e momenti improvvisi di quiete. Il risultato è un album vibrante, collettivo, intriso di speranza elettronica e non convenzionale.
Voce quale magnete, arrangiamenti quali ossatura emotiva. Tether è un debutto che tiene insieme sollievo e tensione, voce roca e linee acustiche nitide. Annahstasia modula ogni sillaba, ogni pausa; i brani respirano di un intimo dialogo tra cuore e corpo, tra pianoforte, basso caldo e chitarre filate. I testi scavano relazioni tortuose con un lirismo che sussurra più di quanto parli. Un’esperienza che sospende il tempo.
