Green Pass e restrizioni

Giuro che non capisco questa diatriba che sembra attanagliare gli italiani come se il nostro Paese rappresentasse l’eccezione liberticida di non ho ancora ben capito di quali diritti.
Personalmente non sono per l’obbligo vaccinale ma sono favorevolissimo a tutte quelle misure che possano essere utili a mitigare il rischio sociale in modo da evitare nel modo più assoluto che “ci chiudano in casa”.

Se c’è poi chi è disposto a starci perché considera un green pass un peso eccessivo da sostenere in relazione ai propri principi di libertà fatti suoi, a me sta benissimo ma le ricadute deleterie sul sociale si deve almeno tentare di fermarle.

Si sa, la libertà ha prezzi diversi.

Detto questo infatti sono già moltissimi i Paesi che in qualche modo hanno già provveduto in questa direzione e nessuno ha avuto niente da dire e sapete perché?
Perché è fottutamente logico a meno di non pensare (erroneamente) che questo sia un virus passeggero e che da qui a un po’ di tempo possa scomparire come è arrivato.

Vi riporto dunque molto brevemente i punti salienti Paese per Paese e vi specifico fin d’ora che elencherò solo le principali caratteristiche perché in realtà ci possono essere più meccanismi che riguardano magari il tracciamento ma che volutamente tralascerò.

AUSTRIA:
Per entrare in hotel e ristoranti si deve esibire un certificato vaccinale o di guarigione oppure esito negativo di un tampone.

CIPRO:
Anche qui per accedere in bar, pub, hotel ecc…ecc… si deve esibire un pass che prende il nome di “SafePass”.
Certifica la vaccinazione avvenuta ma si può entrare nei suddetti posti anche con prova di tampone negativo che può venire fatto gratuitamente più o meno in tutta l’isola.

DANIMARCA:
Dovrebbe essere stata la prima ad introdurre il certificato obbligatorio che mi risulta sia in vigore da primavera.
Si può accedere in posti pubblici solo esibendo la app “Coronapas” che certifica vaccinazione e tampone negativo.

FRANCIA:
Ok, qui mi pare che non serva dire nulla.

GERMANIA:
Qui esiste l’app “CovPass Check” che riporta lo stato vaccinale ed eventuali esiti del tampone.
Non è obbligatoria ma è a discrezione di alberghi e ristoratori (anche aziende) chiedere di esibirla per poter eventualmente entrare.

GRECIA:
Non ancora in vigore alcun provvedimento ma è stato già dichiarato dal loro primo ministro che i luoghi pubblici e di cultura non saranno più accessibili a coloro i quali non saranno vaccinati.
Verrà introdotto l’obbligo vaccinale pre i sanitari.

IRLANDA:
È stato varato un provvedimento temporaneo (per ora di tre mesi) che limita l’accesso ai luoghi pubblici a chi è completamente vaccinato e in possesso di quello che viene lì chiamato “Covid cert”.

LUSSEMBURGO:
Facoltativo. I vari esercizi e i luoghi in generale possono decidere se aderire ad un sistema chiamato “CovidCheck” che permette loro di liberarsi delle restrizioni sanitarie in vigore per le loro attività, limitandole ai vaccinati, guariti o negativi ai test Covid.

PORTOGALLO:
Dal 10 Luglio e obbligatorio un certificato vaccinale nei ristoranti per avere un posto a sedere.

REPUBBLICHE BALTICHE:
In Lituania e Lettonia solo le persone vaccinate possono consumare pasti al ristorante, andare in palestra, al cinema e a teatro. Gli altri si siedono fuori , con rigide regole di distanziamento e limiti al numero di commensali e partecipanti.

Quindi?
La vogliamo piantare di rompere le scatole?
Datevi da fare per vaccinarvi o state a casa, la scelta per me può essere benissimo vostra basta che le vostre scelte non ricadano su quella parte di comunità che ha deciso di fare qualcosa attivamente per tornare a vivere… libera.

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