Punto Stampa a Cura di: Daniele Barnaba, Elsa Qushku, Franz Forti, Giovanni Rinaldi, Gabriele Fabozzi
Revisione a cura di: Franz Forti, Andrea Alesiani
Conducono: Franz Forti, Andrea Alesiani
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Conflitto Israele-Hamas |
Verso le 7 di mattina di sabato scorso, forze armate del gruppo islamista Hamas hanno lanciato un attacco a sorpresa su Israele, in quello che si è poi rivelato l’attacco più violento dalla Guerra dello Yom Kippur del 1973. Poco dopo il lancio di migliaia di razzi da Gaza verso il sud di Israele, uomini armati provenienti dalla striscia di Gaza hanno condotto una serie di incursioni via terra, aria e mare senza precedenti. Media israeliani hanno poi riportato svariate incursioni da parte di tali uomini armati in alcune cittadine di frontiera, con testimonianze di scontri a fuoco, sparatorie su civili e di persone prese in ostaggio durante attività quotidiane. Gli eventi in corso, seppur possano essere definiti come “un fulmine a ciel sereno” per portata, intensità e modalità, in realtà non sono altro che la sedimentazione di decenni di violenti e sanguinosi conflitti. Per un riassunto efficace degli eventi passati si rimanda alla rassegna stampa di lunedì. Più di 100 persone sarebbero state fatte prigioniere, con alcune di esse forzatamente portate a Gaza da Hamas, secondo l’ufficio stampa governativo. Tra questi vi sarebbero donne, bambini ed anziani. Di queste, 97 sono state identificate da Israele. La tattica di prendere in ostaggio militari o civili israeliani non è nuova: nel 2006, la cattura da parte di Hezbollah di tre soldati israeliani fu la miccia che fece scoppiare la seconda guerra del Libano. Tuttavia, la quantità di ostaggi presi in questa occasione rimane la più alta mai registrata. Secondo l’apparato militare, il bilancio delle vittime uccise a sud di Israele da Hamas è di 1300 inclusi 222 soldati, la maggior parte delle quali commesse nel primo giorno. A colpire è stata ed è la particolare efferatezza degli attacchi sui civili, come mostrano molte testimonianze e filmati diffusi dagli stessi terroristi. La risposta israeliana è arrivata sotto forma di una dichiarazione della messa in stato di guerra da parte del governo. Già a partire sabato l'aeronautica israeliana ha lanciato 6000 bombe all'interno della Striscia di Gaza, e domenica sarebbe stato catturato il vicecomandante della divisione meridionale delle forze marine di Hamas. La risposta israeliani ha raso al suolo interi quartieri nonostante la minaccia di Hamas di giustiziare gli ostaggi presi nei giorni passati. Gli sfollati all’interno di Gaza sarebbero, secondo le Nazioni Unite, più di 423 mila. Secondo le autorità di Gaza, gli attacchi israeliani avrebbero provocato la morte di 1900 palestinesi e ferito 6600 persone. Il ministro della Difesa israeliano ha annunciato inoltre l'imposizione di un "assedio totale" alla Striscia di Gaza, la cui drammatica situazione potrebbe essere sull'orlo di una nuova crisi umanitaria. Oltre ai numerosi raid aerei, Israele ha bloccato infatti ogni rifornimento di acqua, cibo, carburante, energia elettrica e gas verso Gaza, impedendo di fatto alla popolazione qualsiasi possibile approvvigionamento. A tal fine, giovedì, secondo quanto dichiarato dalle autorità militari siriane, le forze israeliane hanno lanciato attacchi missilistici simultanei contro gli aeroporti della capitale Damasco e della città settentrionale di Aleppo, danneggiando le piste e mettendo fuori servizio entrambi gli hub. Poiché i regimi in Siria e a Gaza sono sostenuti sia diplomaticamente che materialmente dal governo iraniano, questi attacchi agli aeroporti siriani si sono configurati come parte dello sforzo israeliano di interrompere le linee di rifornimento da Teheran verso i paesi ostili nella regione. Nella giornata di martedì poi, un portavoce delle forze armate israeliane ha invitato i palestinesi a lasciare la Striscia di Gaza tramite l’Egitto, facendo però marcia indietro poco dopo, in quanto il valico di Rafah (il confine tra l’Egitto e la striscia di Gaza) era stato ed è chiuso. L'agenzia per i rifugiati palestinesi dell'ONU (UNRWA) ha comunicato che oltre 70.000 palestinesi a Gaza si sarebbero dunque rifugiati all'interno delle scuole operate dalle Nazioni Unite. A mercoledì, le forze armate israeliane sembrano aver riconquistato tutti i territori precedentemente occupati da Hamas in Israele. Le testimonianze dei militari israeliani che hanno liberato le aree dei principali massacri documentano e confermano l’efferatezza dell’attacco di Hamas sulla popolazione civile. Inoltre, lo scontro armato si è esteso anche in Libano: un bombardamento israeliano ha colpito mercoledì delle città del sud del Libano, a detta delle autorità israeliane, in risposta a un attacco con razzi da parte del potente gruppo armato Hezbollah, il quale ha invece dichiarato di aver lanciato i suddetti missili di precisione in risposta all'uccisione di alcuni suoi membri in un bombardamento israeliano all'inizio della settimana. Si evidenzi però che nelle operazioni militari in Libano e Gaza, rispettivamente il 10 e 11 ottobre 2023, le forze israeliane hanno utilizzato il fosforo bianco secondo quanto stabilito da Human Rights Watch. L’uso di tale arma su aree densamente popolate costituisce una violazione del Diritto Internazionale. Per ulteriori dettagli segnaliamo che ISW segue la situazione con rapporti quasi giornalieri. Qui quello del 13 ottobre. Nei giorni successivi al recupero dei territori, un accordo è stato raggiunto tra Benjamin Netanyahu e il leader di opposizione Benny Gantz per formare un governo di unità nazionale che prenderà esclusivamente provvedimenti volti ad occuparsi del conflitto in corso. La reazione internazionale: Non si è fatta attendere la risposta internazionale agli attentati: Joe Biden ha duramente criticato Hamas definendo gli attacchi "terrificanti", e nell'esprimere il pieno sostegno a Israele, gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler trasferire una portaerei, navi e jet nel Mediterraneo orientale e di voler fornire a Israele ulteriori attrezzature e munizioni. Tempestive anche le risposte di tutti i vertici UE, e in un incontro con Netanyahu, è stato offerto “tutto il supporto necessario” per risolvere la crisi. Dure parole sono arrivate anche dal presidente ucraino Zelenskyy e dal segretario ONU Guterres. Sostegno ai terroristi di Hamas è invece arrivato dall’Iran che ha definito gli attacchi come un legittimo atto di difesa dei palestinesi nei confronti di Israele, invitando tutti gli altri paesi musulmani a unirsi alla causa. Ciò ha portato gli Stati Uniti a stipulare un accordo col Qatar per non concedere a Teheran l’accesso ai 6 miliardi di dollari di fondi all’Iran, trasferiti sui conti qatarioti il mese scorso ed elargiti dagli americani. I funzionari americani hanno affermato che non ci sono prove di una partecipazione diretta dell’Iran all'attacco, ma è probabile che Teheran abbia sostenuto materialmente Hamas, dato il suo storico sostegno al gruppo terroristico. Nel frattempo in Europa si sono verificate numerose manifestazioni a sostegno di Israele e a sostegno della Palestina. Molte di queste ultime si sono rivelate problematiche in seguito a festeggiamenti per le azioni compiute da Hamas o per la manifestazione di odio nei confronti di Israele. In seguito a questi avvenimenti, in molti paesi dell’UE si è deciso di vietare alcune manifestazioni per timore che sfocino nella violenza o in propaganda antisemita. I funzionari di tutta Europa si stanno adoperando per contenere le tensioni derivanti dalla guerra tra Israele e Hamas: il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha annunciato un divieto in Germania per tutte le attività di raccolta fondi per finanziare le attività di Hamas o che lodano i crimini in Israele, e in alcune grandi città come Berlino e Monaco si è deciso di vietare alcune manifestazioni pro-Palestina poiché si teme la violazione di alcune leggi specifiche contro la propaganda antisemita e le manifestazioni di odio contro il popolo di religione ebraica; in Francia sono state vietate le manifestazioni pro-palestinesi nel paese, ritenute una minaccia per l'ordine pubblico, dopo che negli ultimi giorni 24 persone sono state arrestate a seguito di una serie di incidenti antisemiti. La tensione nel paese è salita soprattutto dopo che un ragazzo ceceno è entrato in una scuola ad Arras (nel nord-est del Paese) armato di coltello e ha ucciso un insegnante e ferito altre due persone. Nonostante l’uomo fosse già registrato come persona radicalizzata ed in passato fosse stato già arrestato per essere simpatizzante dell’ISIS, la notizia ha avuto risonanza internazionale dopo che la prima ministra francese, Elisabeth Borne, ha dichiarato venerdì sera lo stato d’allerta “urgenza attentato”. |
Ucraina |
Al fronte: Lo scorso fine settimana le forze ucraine hanno continuato le operazioni di controffensiva vicino a Bakhmut, ottenuto guadagni limitati a nord di Novoprokopivka e ottenuto un successo parziale a nord-est di Andriivka e Kurdyumivka, nonostante, come affermato da fonti sia russe che ucraine, il peggioramento delle condizioni meteorologiche abbia e stia influenzando tanto le operazioni russe di ricognizione quanto quelle offensive ucraine in tutto il teatro. Tra lunedì e martedì, invece, le forze russe hanno lanciato operazioni offensive localizzate nell'area di Avdiivka (nell'oblast di Donetsk e a sud-ovest di Orikhiv) con il probabile scopo di allontanare le forze ucraine dall'area di Robotyne. Le operazioni russe sono proseguite, nel corso della settimana, parallelamente ai successi ucraini verso Verbove, Klishchiivka, Andriivka e Bakhmut; nello specifico, sembra che le forze russe abbiano concentrato il loro sforzo offensivo intorno ad Avdiivka dal 10 ottobre utilizzando gruppi d'assalto corazzati, elicotteri e artiglieria. Gli osservatori militari ucraini non hanno ignorato questo attacco, definendolo un “grande attacco” e notando che le forze russe hanno utilizzato un numero insolitamente elevato di veicoli corazzati in combattimento. Nonostante ciò, le forze russe non hanno ottenuto alcun importante passo avanti nella zona al 12 ottobre probabilmente perdendo anche un battaglione di veicoli corazzati del gruppo tattico (BTG), come confermato dai filmati geolocalizzati. Nella giornata del 13 ottobre ISW segnala che questo attacco ha subito una battuta d’arresto. Sostituito il comandante delle Forze di Difesa Territoriale dell'Ucraina: Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyy ha sostituito il comandante delle Forze di Difesa Territoriale dell'Ucraina, Maggior Generale Ihor Tantsyura, il quale era stato in carica dal maggio del 2022. Un ordine presidenziale pubblicato lunedì 9 ottobre ha annunciato la nomina del Magg. Gen. Anatoliy Barhylevych (54 anni, dall'anno scorso era stato capo di stato maggiore delle truppe in Ucraina orientale) come nuovo comandante, mentre un secondo ordine ha annunciato la rimozione di Gen Ihor Tantsyura, che. Non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali circa le motivazioni di tale decisione. La visita di Zelenskyy in Romania: Nel suo primo viaggio in Romania dopo l'invasione russa, Zelenskyy ha dichiarato, dopo i colloqui con il Presidente Klaus Iohannis, di aver ricevuto "buone notizie" sulle forniture di artiglieria e di difesa aerea dallo Stato membro della NATO e dell'Unione Europea, pur non fornendo ulteriori dettagli. Inoltre, la Romania aiuterà ad addestrare i piloti ucraini a pilotare i jet F-16, e ha firmato una dichiarazione bilaterale sulla sicurezza e sulla cooperazione economica. Sottolineando quindi la crescente importanza della Romania per l'Ucraina, Zelenskyy ha aggiunto che presto sarà creato un "corridoio" per portare il grano ucraino in Romania attraverso la Moldavia. Ricordiamo infatti che la produzione e l'esportazione di prodotti alimentari erano vitali per l'economia ucraina prima dell'invasione russa, e Kyiv ha iniziato a cercare rotte di navigazione alternative dopo che la Russia ha imposto un blocco de facto sui porti ucraini sul Mar Nero durante la guerra. Nonostante il sostegno ad Israele, Washington rassicura Kyiv: La rappresentante permanente degli Stati Uniti presso la NATO, Julianne Smith, ha affermato che la decisione statunitense di aumentare il sostegno militare ad Israele in seguito all’attacco di Hamas non inficerà l’abilità di Washington di finanziare lo sforzo bellico di Kyiv. |
Russia |
Il Cremlino promuove la “democrazia” rifiutando la proposta di Kadyrov: Il Cremlino rimane concentrato sulla promozione della presunta legalità e legittimità della politica interna russa. Il portavoce Peskov ha infatti risposto il 9 ottobre alla proposta del leader ceceno Ramzan Kadyrov (proposta che intendeva annullare le prossime elezioni presidenziali del 2024 e tenere invece un voto unanime per il presidente Putin) sottolineando la volontà del presidente russo di rispettare necessariamente tutti i requisiti della democrazia e della costituzione. Peskov ha poi affermato che “la società russa si è consolidata sotto la guida di Putin con un'unanimità senza precedenti”, evidenziando come Putin sia "un politico con il quale è improbabile che qualcuno, anche teoricamente, possa competere in qualsiasi modo elettorale." La Russia esclusa ancora dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite: La Russia si era candidata per ritornare a far parte del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dopo essere stata espulsa da esso nell’aprile del 2022. Nella giornata di martedì, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha eletto Bulgaria ed Albania per i due seggi nel Consiglio riservati all’Europa dell’Est, escludendo la Russia e impedendole di tornare ad essere un membro del Consiglio. La visita di Putin in Kirghizistan: Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto giovedì dei colloqui in Kirghizistan, durante quello che è stato il suo primo viaggio all'estero da quando la Corte Penale Internazionale (ICC) ha emesso il mandato di arresto nei suoi confronti a marzo 2023. Né Russia né Kirghizistan riconoscono la ICC, non avendo ratificato lo Statuto di Roma. Putin ha compiuto questo viaggio per partecipare alla cerimonia per il 20° anniversario della fondazione della base aerea militare russa di Kant, fuori Bishkek (capitale del Kirghizistan), la quale costituisce una struttura di grande importanza militare strategica nella regione. La visita ha coinciso con le esercitazioni militari fra Russia e Kirghizistan, nel quadro dell’alleanza militare denominata CSTO (Collective Security Treaty Organization), nata dalle ceneri dell’ex patto di Varsavia e che prevede nell’art. 4 del proprio statuto clausole di difesa collettiva simili a quelle dell’art. 5 della NATO. È stata celebrata inoltre la recente crescita degli scambi commerciali tra i due paesi, che alcuni in Occidente sospettano sia in parte dovuta a dinamiche di triangolazione delle sanzioni occidentali nei confronti delle imprese russe. Si ricorda inoltre che il Kirghizistan è membro dell’Eurasian Economic Union (EAEU). |
Europa |
I leader ucraini e i ministri della difesa della NATO si sono riuniti a Bruxelles l'11 ottobre per un summit di due giorni per mobilitare il supporto degli alleati a Kyiv in vista dell'arrivo dell'inverno. In una visita a sorpresa, Zelenskyy è arrivato mercoledì mattina alla sede della NATO mentre gli ufficiali dell'alleanza si preparano per il 16° incontro nel formato di Ramstein del Gruppo di Contatto per la Difesa dell'Ucraina e una sessione del Consiglio Ucraina-NATO, la prima con la presenza fisica di Zelenskyy. Diversi dei principali partner di difesa dell'Ucraina hanno annunciato importanti pacchetti di aiuti militari per l'Ucraina, tra cui il Belgio, che si è unito a Danimarca, Paesi Bassi e Norvegia nella cosiddetta "coalizione dei caccia," promettendo di consegnare un numero non specificato di aerei da combattimento F-16 all'Ucraina (il Belgio non prima del 2025). Durante una breve conferenza stampa insieme al Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg, Zelenskyy ha sottolineato che una delle priorità rimane la difesa aerea in previsione di una nuova campagna di attacchi missilistici russi contro l'infrastruttura energetica ucraina durante l'inverno. A proposito di infrastrutture energetiche, il giorno precedente al summit, un gasdotto (di proprietà della società Balticconnector) ed un cavo di comunicazione che collegano Finlandia ed Estonia, nel Mar Baltico, sarebbero stati danneggiati in modo probabilmente intenzionale da attori esterni, visti i "segni esterni" trovati sul fondale marino dalla National Bureau of Investigation finlandese accanto all'oleodotto danneggiato, la quale sta anche esaminando i movimenti delle navi nella zona al momento della rottura. I collegamenti con quanto accaduto ai gasdotti Nord Stream nel 2022 sono stati immediati, suscitando nuove preoccupazioni sulla sicurezza energetica regionale e causando l’innalzamento dei prezzi del gas. Il servizio di intelligence finlandese ha dichiarato che la minaccia alle infrastrutture critiche finlandesi è dunque aumentata, ma un "effetto paralizzante" rimane improbabile. "Se si dimostrerà che si tratta di un attacco deliberato alle infrastrutture critiche della NATO, sarà ovviamente grave, ma sarà anche affrontato con una risposta unita e determinata da parte della NATO" ha dichiarato Stoltenberg ai giornalisti presenti a Bruxelles durante il summit. Moldova: In un’intervista al Financial Times, la Presidente della Moldova, Maia Sandu, ha affermato che il tentativo di colpo di stato attuato nei suoi confronti a febbraio scorso sarebbe stato direttamente pianificato da Prigozhin stesso. La tattica sarebbe stata quella di trasformare manifestazioni antigovernative in vere e proprie proteste violente. Sandu ha inoltre avvertito che Mosca starebbe attualmente facendo grosse iniezioni illegali di denaro in Moldova per influenzare una serie di elezioni che si svolgeranno a breve. Secondo i servizi di intelligence moldavi, sarebbero già più di 20 milioni di euro ad essere stati immessi in Moldova a tale scopo. L’obiettivo ultimo, oltre alle elezioni locali di novembre, sarebbero le elezioni presidenziali e parlamentari del 2024 e 2025, rispettivamente. |
Politica internazionale | |
Asia e Pacifico | Afghanistan: Il ministero afghano per la gestione dei disastri ha rivisto venerdì al ribasso il bilancio delle vittime dei terremoti multipli di sabato scorso e mercoledì, portandolo a circa 1.000 da una cifra precedente di oltre 2.400. Duemila, invece, sarebbero i feriti registrati e 1.320 le case completamente distrutte. È stato dichiarato che “i precedenti dettagli sul bilancio delle vittime erano basati su previsioni". Nonostante la diminuzione del bilancio delle vittime, l'impatto di questi eventi sugli afghani minaccia di aggravare una crisi umanitaria già in crescita. A questo si aggiunge la precarietà del sistema sanitario dell'Afghanistan, che dipende quasi interamente dagli aiuti stranieri ma che ha dovuto affrontare tagli paralizzanti nei due anni successivi alla salita al potere dei Talebani e alla sospensione di gran parte dell'assistenza internazionale. |
Caucaso | Secondo quanto riportato da Politico, in una telefonata intercorsa tra alcuni parlamentari americani ed il Segretario di Stato americano Antony Blinken ad inizio mese, quest'ultimo avrebbe avvertito che il suo dipartimento starebbe monitorando la possibilità di un'invasione azera del sud dell'Armenia. Il Dipartimento di Stato non ha commentato la telefonata, ma ha invece rilasciato dichiarazioni fiduciose sulla possibilità di una soluzione diplomatica tra le due parti in questione, impegnandosi inoltre a garantire l'integrità territoriale dell'Armenia. Nonostante sia stato raggiunto un accordo fra l'Azerbaijan ed i separatisti della Repubblica di Artsakh (che dovrebbe vedere smantellate tutte le istituzioni di quest'ultima entro fine anno), vi sono altre dispute territoriali fra i due paesi. Il Presidente azero Ilham Aliyev ha infatti più volte dichiarato la volontà di voler aprire il cosiddetto corridoio di Zangezur, che dovrebbe collegare l'Azerbaijan a l'exclave azera di Nakhichevan. Tale corridoio però rappresenterebbe una concessione territoriale inaccettabile per l'Armenia, e porterebbe in gioco anche attori come l'Iran, che potrebbe vedere compromesso il suo unico confine con l'Armenia. |
