Guerra aperta tra Israele ed Hamas - Altro terremoto colpisce l'Afghanistan - Rassegna del 9/10/23

di Redazione Ucraina

Punto Stampa a Cura di: Giacomo Di Paola, Gabriele Fabozzi, Michele Miceli, Franz Forti
Conducono: Franz Forti, Barbara Marzialetti

 

Ospite

Nane Cantatore.

Come Israele è stato colpito di sorpresa. Come potrebbe essere la reazione

 

Link alla diretta/differita YT di questa rassegna 

 

Argomenti principali della giornata: 

 

Ucraina

Le forze ucraine hanno continuato le operazioni di controffensiva vicino a Bakhmut e sono avanzate marginalmente nell'oblast occidentale di Zaporizhia l'8 ottobre. Un filmato geolocalizzato pubblicato l'8 ottobre mostra che le forze ucraine hanno ottenuto guadagni limitati a nord di Novoprokopivka (14 km a sud di Orikhiv), e un blogger russo ha affermato che anche le forze ucraine avanzato vicino a Kopani (10 km a sud-ovest di Orikhiv).  Lo stato maggiore ucraino ha riferito che le forze ucraine hanno ottenuto un successo parziale a nord-est di Andriivka (7 km a sud-ovest di Bakhmut), e fonti russe hanno affermato che le forze ucraine hanno continuato ad attaccare vicino ad Andriivka e Kurdyumivka (11 km a sud-ovest di Bakhmut). Fonti russe e ucraine hanno riferito che il peggioramento delle condizioni meteorologiche sta influenzando sia le operazioni russe che quelle ucraine in tutto il teatro. Il portavoce del gruppo militare ucraino di Tavriisk, colonnello Oleksandr Shtupun, ha dichiarato che l'attività dei droni e dell'aviazione russa è diminuita negli ultimi giorni a causa del maltempo. I miblogger russi hanno affermato che il peggioramento delle condizioni meteorologiche nelle direzioni Bakhmut e Zaporizhia sta influenzando le operazioni offensive ucraine e le operazioni di ricognizione aerea russe.  Il capitano Ilya Yevlash, portavoce del Gruppo delle forze armate orientali ucraine, ha ribadito che il maltempo può avere un impatto sulle operazioni dei droni e dell'aviazione, ma che il tempo non fermerà la controffensiva dell'Ucraina

 

Europa

Moldova: in un’intervista al Financial Times, la Presidente della Moldova, Maia Sandu, ha affermato che il tentativo di colpo di stato attuato nei suoi confronti a febbraio scorso sarebbe stato direttamente pianificato da Prigozhin stesso. La tattica sarebbe stata quella di trasformare manifestazioni antigovernative in vere e proprie proteste violente. Sandu ha inoltre avvertito che Mosca starebbe attualmente facendo grosse iniezioni illegali di denaro in Moldova per influenzare una serie di elezioni che si svolgeranno di qui a breve. La Moldova ha infatti chiesto questa settimana all’Unione Europea di imporre sanzioni anche ad aziende collegate a l'oligarca filorusso Ilan Sor, responsabile secondo Chisinau di favorire tali iniezioni di denaro. Secondo i servizi di intelligence moldavi, sarebbero già più di 20 milioni di euro ad essere stati immessi in Moldova a tale scopo. L’obiettivo ultimo, oltre alle elezioni locali di novembre, sarebbero le elezioni presidenziali e parlamentari del 2024 e 2025, rispettivamente.

Politica internazionale

Medio Oriente

Israele:

Verso le 7 di mattina di sabato scorso, forze armate del gruppo islamista Hamas hanno lanciato un attacco a sorpresa su Israele, in quello che si è poi rivelato l’attacco più violento dalla Guerra dello Yom Kippur del 1973. Poco dopo il lancio di migliaia di razzi da Gaza verso il sud di Israele, uomini armati provenienti dalla striscia di Gaza hanno condotto una serie di incursioni via terra, aria e mare senza precedenti. Questi hanno fatto breccia in svariati punti delle barriere fortificate che separano Gaza e Israele. Vi sono poi filmati che mostrano incursioni aeree tramite parapendii a motore e barche a motore. Media israeliani hanno poi riportato svariate incursioni da parte di tali uomini armati in alcune cittadine di frontiera, con testimonianze di scontri a fuoco, sparatorie su civili e di persone prese in ostaggio durante attività quotidiane

 

Più di 100 persone sarebbero state fatte prigioniere, con alcune di esse forzatamente portate da Hamas a Gaza, secondo l’ufficio stampa governativo. Tra questi vi sarebbero donne, bambini ed anziani, secondo il ministro israeliano degli Affari strategici, Ron Dermer. La Jihad Islamica palestinese - il secondo gruppo islamista più grande in Gaza e Cisgiordania - ha affermato di avere 30 prigionieri. La tattica di prendere in ostaggio militari o civili israeliani non è nuova: nel 2006, la cattura da parte di Hezbollah di tre soldati israeliani fu la miccia che fece scoppiare la seconda guerra del Libano. Tuttavia, la quantità di ostaggi presi in questa occasione rimane la più alta mai registrata.

 

Media israeliani parlano di più di 700 morti ed oltre 2000 feriti israeliani, anche se il numero è destinato a salire, visto che i combattimenti sono ancora in corso. A colpire è la particolare efferatezza degli attacchi sui civili, come mostrano molte testimonianze. La risposta israeliana è arrivata sotto forma di una dichiarazione della messa in stato di guerra da parte del governo. Già nella giornata di sabato l'aeronautica israeliana ha effettuato una serie di bombardamenti all'interno della striscia di Gaza, e nella giornata di ieri sarebbe stato catturato, da parte delle forze speciali israeliani, il vicecomandante della divisione meridionale delle forze marine di Hamas. Secondo le autorità palestinesi, sarebbero circa 370 le persone uccise a Gaza  nella rappresaglia israeliana. L'agenzia per i rifugiati palestinesi dell'ONU (UNRWA) ha comunicato che oltre 70’000 palestinesi a Gaza si sarebbero rifugiate all'interno delle scuole operate dalle Nazioni Unite.  

 

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Gli eventi in corso, seppur possano essere definiti come “un fulmine a ciel sereno” per portata, intensità e modalità, in realtà non sono altro che la sedimentazione di decenni di violenti e sanguinosi conflitti. Al ricorrere del 50esimo anniversario della guerra dello Yom Kippur (1973), dove una coalizione di stati arabi effettuò un’offensiva a sorpresa nel Sinai e sulle alture del Golan, lo spettro di una guerra di stampo terroristico e “di martirio” torna a terrorizzare la popolazione israeliana. 

 

Ma il movente non si riduce, ovviamente, alla sola ricorrenza di una guerra lontana. Una lunga serie di eventi a partire da allora hanno delineato un pattern che ha causato migliaia di morti, feriti e generazioni cresciute sotto occupazione e terrore. A partire dai più recenti avvenimenti del 2008, dove in risposta ad un lancio di razzi dalla striscia di Gaza, l’esercito israeliano lanciò una rappresaglia che causò 1200 morti palestinesi e 13 israeliani, il bilancio totale dei costi umani è continuato a salire superando le 6400 vittime palestinesi e le 300 per lo stato di Israele. 

 

Centrale nella vicenda è la moschea di Al-Aqsa, da tempo importante luogo di culto, ma anche di scontri e rappresaglie. Proprio le continue profanazioni della moschea da parte delle forze dell’ordine israeliane, unitamente all'assedio continuo ai danni di Gaza ed al trattamento delle donne, sono le cause dichiarate da Hamas a suffragio dell’operazione in corso, denominata per l’appunto “tempesta di Al-Aqsa". 

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Non si è fatta attendere la risposta internazionale agli attentati: il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha duramente criticato Hamas, definendo gli attacchi "terrificanti". Nell'esprimere il pieno sostegno a Israele, giustificando il diritto di uno stato a difendere la propria popolazione, Biden ha offerto “tutti i propri mezzi a disposizione” all’alleato, nel mezzo dei combattimenti in corso. Biden ha inoltre detto di aver parlato con il re di Giordania Abdullah II e di essere in contatto con vari i leader della regione. Lo scopo è sicuramente quello di dissuadere dall’intervento armato i paesi ostili a Israele: “Il mondo sta guardando” ha affermato. Tempestive anche le risposte di tutti i vertici UE, con la presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen che ha definito gli eventi come “terrorismo nella sua più spregevole forma”. Simili messaggi di indignazione sono stati lanciati da tutti i principali leader europei, fra cui Francia, Germania, UK, Olanda, Italia e Spagna. In un incontro con Netanyahu, è stato offerto “tutto il supporto necessario” per risolvere la crisi. Dure parole sono arrivate anche dal presidente ucraino Zelenskyy e dal segretario ONU Guterres. 

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito in via eccezionale domenica per circa 90 minuti, non ha rilasciato alcuna dichiarazione, essendo necessario il consenso di tutti i membri.

 

Anche la portavoce degli Esteri russa Maria Zakharova e il Ministro degli Esteri cinese hanno espresso preoccupazione per l'inasprimento del conflitto, con la Zakharova che ha invocato un cessate il fuoco, e suggerito di esercitare “moderazione e diplomazia”.

 

Sostegno ai terroristi di Hamas è invece arrivato dall’Iran, che sabato ha definito gli attacchi come un legittimo atto di difesa dei Palestinesi nei confronti di Israele, invitando tutti gli altri paesi musulmani a unirsi alla causa. Il supporto iraniano è stato confermato da un portavoce di Hamas, nonostante non sia arrivata conferma di un coinvolgimento diretto dell’Iran da parte del Dipartimento di Stato americano.

Interessante notare che il Report ISW che normalmente segue la situazione iraniana riferisce i dettagli delle formazioni palestinesi e in Libano che si stanno muovendo contro Israele. 


 

Asia

Afghanistan: Nella giornata di sabato, un terremoto di magnitudo 6.3 sulla scala Richter ha colpito l’Afghanistan nei pressi di Herat, nella parte occidentale del Paese. Secondo le dichiarazioni delle autorità talebane, i morti sarebbero più di 2000, nonostante il numero sia destinato a variare. Tale sisma arriva a poco più di un anno dal terremoto che colpì la parte orientale del Paese, in cui i morti furono 1163, ed in un momento di profonda crisi economica ed umanitaria in seguito alla presa di potere da parte dei talebani nel 2021. Secondo la Commissione Europea, circa i 2⁄3 della popolazione (più di 28 milioni di persone) hanno bisogno di urgente sostegno umanitario solo per sopravvivere.

 

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