Il giorno della memoria del Sürgünlik

Nel giorno della memoria del Sürgünlik, la deportazione sovietica dei Tatari di Crimea, riproponiamo la conversazione con Rory Finnin, Cambridge Ukrainian Studies, sulla storia e identità della Crimea e la sua centralità per comprendere la storia ucraina. 

Il 18 Maggio 1944 le autorità sovietiche deportarono la popolazione indigena della Crimea, circa 80,000 famiglie tatare, per trasferirli in Asia centrale dove si stima che circa il 45% morì di fame, malattie, e stenti.

Alla pulizia etnica seguì un’opera di genocidio culturale nota come Detatarizzazione (Detatarizatsiya): 80% dei toponimi della Crimea furono russificati, l’insegnamento della lingua tatara bandito, i libri bruciati, le moschee chiuse, e la loro stessa memoria cancellata.

Fino al 1987 ai Tatari di Crimea fu impedito di tornare alla propria terra. Negli anni ‘90 circa 190,000 Tatari e discendenti fecero ritorno in Crimea, nell’Ucraina indipendente dove per la prima volta ottennero una forma di rappresentazione politica ufficiale, il Mejlis. 

A seguito dell’invasione e occupazione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa, nel 2014, le autorità russe hanno bandito il Mejlis e i Tatari di Crimea sono tornati ad essere oggetto di discriminazione e persecuzione. 

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