Roma, patrimonio senza umanità

Parliamo un po' di UNESCO e di Patrimonio dell'umanità. Roma lo è dal 1980. Vaticano/Santa Sede dal 1990.

Roma. Foto di Pixabay

Tralascio i dettagli. Dal 2015 è in corso la valutazione per creare un "buffer" di 5.893,83ha (6.74ha vaticani).

Cosa significa?

Significa che attorno al nucleo storico si estenderebbe un nuovo Patrimonio dell'Umanità grande quanto mezza Roma (in senso letterale). Anzi, UNESCO si lamenta che la proposta abbia lasciato fuori alcune aree archeologicamente significative a nord e a sudest della Città.

Ansia di protezione? Di tutela rafforzata? Preoccupazione di salvaguardia della storia? Sì, certo.

Però a leggere bene... "La proposta tende ad affrontare l'impatto del turismo e la pressione economica" sono le 2 motivazioni che si leggono:

The proposal tends to address the impact of tourism and economic pressure in priority and details that would clearly demonstrate the relationships between the World Heritage property and its surrounding area are not always explicit. It would be particularly important to define how the buffer zone would contribute to add an additional layer of protection to the Outstanding Universal Value of the property.

- ICOMOS report for the World Heritage Committee (pag. 291)

 
Maddai! Turismo ed economia! Non l'avrei mai creduto. Quindi girano soldi? E se sì, quanti? E chi li amministra? E per quali scopi?

A proposito del buffer romano per allargare l'area del Patrimonio dell'umanità, nel 2020 UNESCO raccomandò "con urgenza" alcuni chiarimenti per capire meglio le connessioni concettuali e fisiche tra nuova e vecchia estensione, lo sviluppo dei progetti e i tempi burocratici. 

3 ICOMOS Recommendations

Recommendation with respect to inscription ICOMOS recommends that the proposed buffer zone of the Historic Centre of Rome, the Properties of the Holy See in that City Enjoying Extraterritorial Rights and San Paolo Fuori le Mura, Holy See and Italy, be referred back to the States Parties in order to allow it to:

• Consider extension of the proposed boundary of the buffer zone based on further examination of the conceptual and physical interconnections between the property and its immediate setting,

• Provide further details on the mechanisms in place in the proposed buffer zone to assess the impact of development projects on the World Heritage property,

• Indicate how and when the delimitations of the proposed buffer zone will be transcribed into existing local and national regulations in order to provide a statutory status to its boundaries.

COMOS report for the World Heritage Committee (pag.292)


Teniamo presente che l'Italia, con 58 siti Proprietà dell'umanità UNESCO, è la nazione in testa all'elenco, seguita dalla Cina. UNESCO ha un fondo con cui si autofinanzia e finanzia assistenza internazionale. All'Italia, tra corsi e conferenze, sono andati 188k$ in 20 anni. 

Buona parte dei finanziamenti statali/europei per il Patrimonio UNESCO proviene dal fondo Siti UNESCO e Città Creative (sic!) di Invitalia. Con esso si finanziano "interventi per la valorizzazione del sistema turistico locale e del sito UNESCO di riferimento".

Turismo...

Esiste pure l'Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura, che finanzia progetti per il Patrimonio dell'umanità. Volete voi forse negare un contributo di 50k€ per studiare/scrivere/aggiornare il piano di gestione del Patrimonio dell'umanità (2008)? 

E vorreste voi forse negare un 100k€ a ciascun progetto per promuovere nuovi strumenti didattici in Valcamonica, per estendere il rilievo georeferenziato dei Trulli o per studiare problematiche varie per diffondere e valorizzare monumenti di Ravenna (2007)?

Tra le chicche:

  • 90k€ per lo studio sulla capacità di carico del Centro Storico di Firenze (2016).
  • 165k€ per toccar con mano i longobardi (2017).
  • 250k€ per l'elaborazione del piano di gestione delle faggete del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio, Molise (2018).

Chi controlla se i progetti finanziati sono in linea con gli obiettivi UNESCO? Naturalmente esiste anche una Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO che tra gli altri ha lo scopo di favorire l'esecuzione dei programmi UNESCO. Presidente dell'indispensabile organo (pagato dal Ministero degli Esteri) è Franco Bernabè, che ha ricoperto svariati ruoli prestigiosi in posizioni chiave. Potevo forse esimermi dallo scrivere pure a lui? Ovvio che no.

Prima di riportare lo scambio epistolare con la Commissione Nazionale, approfondiamo la questione dei fondi. L'UE ha un fondo per finanziare il patrimonio culturale. In un suo documento dell'Anno della cultura 2018 si ricordava che il 69% del Patrimonio UNESCO è in Europa.

Sempre lo stesso documento, uno studio del Parlamento Europeo, elenca gli effetti positivi del patrimonio culturale. Tra i primi: "contribuisce alla qualità della vita degli abitanti e al miglioramento dell'atmosfera nei quartieri".

Uno studio dal titolo "Cultural heritage counts for Europe" (Il patrimonio culturale conta per l'Europa) elenca gli effetti positivi del patrimonio culturale, il quale:

- aumenta l'attrattiva delle aree urbane e rurali e contribuisce al loro sviluppo;
- contribuisce alla qualità della vita degli abitanti e al miglioramento dell'atmosfera nei quartieri;
- valorizza l'unicità di tali luoghi e fornisce narrazioni per il turismo culturale;
- contribuisce direttamente alla creazione di posti di lavoro nelle istituzioni che si occupano del patrimonio culturale (300 000) e indirettamente nei settori collegati (7,8milioni), con un rapporto di 1 a più di 26;
- stimola la creatività e l'innovazione attraverso la digitalizzazione e i suoi usi creativi;
- genera entrate attraverso la vendita dei biglietti, le attività turistiche e gli aumenti nel valore degli immobili grazie alla conservazione e alla manutenzione del patrimonio culturale; è un elemento essenziale della riqualificazione delle aree storiche;
- stimola l'istruzione e l'apprendimento nonché la comprensione della storia; aiuta a sviluppare il capitale sociale e il senso di appartenenza e contribuisce alla coesione sociale;
- preserva l'ambiente contribuendo a contrastare i cambiamenti climatici: accade spesso che gli edifici risalenti a prima del 1890 che sono stati ristrutturati abbiano standard energetici superiori rispetto agli edifici moderni.

- Il patrimonio culturale nelle politiche dell'Unione europea (pag. 4)

Profitto della circostanza per segnalare al fin troppo ottimista Parlamento Europeo che Roma, col suo Patrimonio culturale e dell'umanità UNESCO, continua a peggiorare rispetto a tutti gli indicatori. Anzi ormai si trova all'ultimo posto e peggio di così difficilmente potrà fare. 

Evidentemente non sono stati sufficienti i miliardi di euro stanziati dall'UE nel programma 2014-2020. Si vedrà con il PNRR. Ma mi permetto oggi sommessamente di avanzare qualche riserva sull'efficacia delle azioni che si prevedono...

Non basterà nemmeno destinare un fiume di soldi solo per Roma (9,8mln€ nel 2022), con i quali si vorrebbe sostenere il turismo del Patrimonio dell'umanità UNESCO per la ripresa post Covid. I benefici per i residenti del Centro storico sono minimi.

Obbiettivo dell’iniziativa è sostenere la ripresa del settore turistico particolarmente colpito dalla crisi generata dalla pandemia di Covid-19.
 
Le città destinatarie del bando sono circa 260. I siti UNESCO potenzialmente beneficiari delle quote maggiori di risorse sono: Roma, Venezia, Milano, Firenze, Dolomiti, Napoli, Residenze dei Savoia, Bologna, Verona, Cefalù e Monreale, Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi, Val di Noto, Costiera amalfitana.

Siti Unesco, 75 milioni di euro per valorizzarli (EdilPortale)


E che dire dei 335 progetti finanziati con 500mln€ "per il recupero, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio monumentale di Roma e del Lazio"? Precisiamo: 38 interventi per il Lazio, 1 per la Diocesi di Roma (sic!), il resto per Roma. 

Il fatto è che, come scrivevo alla Presidenza della Repubblica Italiana, i residenti del Centro Storico non traggono nessun beneficio, nemmeno indiretto, da questa valanga di soldi destinati a mura e pietre per sostenere il turismo.

Le città invivibili...

C'è quindi un grande problema: i siti Patrimonio dell'umanità UNESCO ricevono trattamenti diversi a seconda se sono pubblici o se sono privati. Potevo quindi esimermi dal rivolgere una Petizione al Parlamento?

Se un edificio privato ricade nel Patrimonio dell'umanità UNESCO che lo Stato ha il dovere di conservare, il proprietario ha solo doveri o anche diritti? I finanziamenti sono per tutti o solo per qualcuno?

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