Obiettivo delle tariffe è quello di favorire il consumo domestico di beni e servizi prodotti internamente a scapito di quelli importati dall'estero. Esistono poi altri modi per produrre effetti economici simili, anche se meno plateali, in particolare riguardo alle quote sull’import e ai sussidi alle imprese.
Per quanto riguarda le quote sull’import, il meccanismo è piuttosto semplice: si decide un numero di beni da importare che sia minore rispetto alla quantità attuale di beni importati. In questo modo, il prezzo domestico continua a salire finché la quantità prodotta internamente ad un prezzo più alto sommata alla quantità di import consentita non equivale esattamente alla quantità ridotta richiesta. Questo tipo di pratica produce lo stesso effetto delle tariffe.
Una tassa sull’import porta ad un aumento interno dei prezzi e ad una riduzione delle importazioni. Riassumendo potremmo dire che ogni quota sulle importazioni ha una equivalente tariffa che produce lo stesso risultato e che ogni tariffa ha una rispettiva quota di importazioni.
Osservando il grafico emerge chiaramente come il grande perdente di questo gioco sia il consumatore finale: il rettangolo che si individua tra P1 e P2 (SEU+tariffe - SEU) indica la perdita del surplus del consumatore dovuto ad un aumento dei prezzi per via delle tariffe, che quindi perde l’area 1+2+3+4, mentre il produttore guadagna l’area 1. C’è un aumento del surplus perché questo rende i prodotti locali più competitivi. Lo stato guadagna l’area 3 grazie agli indotti delle tasse portando quindi al risultato finale della perdita delle aree 2 e 4 (net welfare loss) dovuta all’aumento dei prezzi.
Un altro modo per produrre degli effetti simili a quelli delle tariffe e molto più usato è quello di sussidiare le imprese domestiche: in questo modo le imprese riescono a produrre ad un prezzo finito uguale a quello presente sul mercato internazionale, se non inferiore. Non ci saranno quindi perdite per quanto riguarda il surplus dei consumatori; potrebbero esserci addirittura guadagni nel caso in cui i sussidi siano così ingenti da permettere alle aziende locali di produrre ad un prezzo inferiore rispetto a quello internazionale.
Nel caso dei sussidi il produttore guadagna l’area p-p2-g-b, questo perché lo stato sussidia le imprese, che in questo modo possono abbassare i prezzi e riescono ad aumentare l’offerta (passaggio da S a S1). Il consumatore guadagna l’area p-p1-b-h se grazie ai sussidi il prezzo risulta inferiore a quello internazionale. Tutto ciò porta comunque a dei costi più alti dei benefici e, come nel caso delle quote sull’import, abbiamo una deadweight loss.
Ma perché, pur avendo più effetti negativi che positivi, le tariffe, le quote alle importazioni e i sussidi sono mezzi che alcuni stati decidono di adottare?
I motivi sono vari, primo su tutti una volontà da parte del governo di “fare cassa” con le tasse sulle tariffe, in particolar modo nei paesi dove si riscontrano difficoltà nel raccogliere fondi tassando la proprietà privata, il reddito ecc.
Si può ricorre a questo tipo di strumenti anche per ragioni di difesa nazionale nel caso di conflitti internazionali poiché il normale commercio tra due paesi potrebbe essere disturbato mettendo il paese importatore in grave difficoltà; in questo modo si cerca di favorire le imprese domestiche soprattutto riguardo ai settori considerati di vitale importanza.
Per alcuni paesi potrebbe inoltre esserci la volontà di migliorare la bilancia commerciale (export-import). Oltre a non funzionare perché crea attese inflazionistiche, le persone tendono a consumare più prodotti domestici rispetto a quelli importati creando un aumento generale dei prezzi specialmente nei paesi vicini alla piena occupazione. Oltre a rendere le imprese domestiche meno competitive rispetto a quelle straniere che offrono prodotti più economici.
Altri obiettivi potrebbero avere lo scopo di ridurre il tasso di disoccupazione.
In altre parole le tariffe hanno l’effetto di far preferire il consumo di beni prodotti internamente a scapito di beni prodotti all’estero, in questo modo le imprese locali possono aumentare la propria produzione ed assumere più lavoratori.
