Negli Stati Uniti domina il timore di una bolla dell’Intelligenza Artificiale. I mercati restano trainati dai Magnificent Seven, mentre l’ipotetico S&P 493 è fermo e segnala investimenti concentrati quasi esclusivamente nella tecnologia. A pesare sulla domanda interna sono l’inflazione, i dazi e una crescente crisi di accessibilità, con consumi e fiducia in calo. Sul fronte della Federal Reserve, il clima è segnato da divisioni interne e dati incompleti, elemento che accresce la tensione in vista del prossimo FOMC.
In Europa, l’UE rafforza i legami con l’Asia e la Germania mostra i primi segnali di ripresa, pur rimanendo vulnerabile. Il viaggio di Macron in Cina diventa un passaggio chiave per riequilibrare i rapporti con Pechino e proteggere l’industria europea. Nel Regno Unito, la nuova manovra Reeves solleva dubbi sulla credibilità fiscale, con una strategia basata su spesa anticipata e tasse rinviate che rischia di lasciare il debito più alto delle attese.
Nel resto del mondo, il Giappone gestisce tensioni politiche con la Cina mentre aumenta l’emissione di bond per finanziare il maxi stimolo, portando i rendimenti ai massimi dal 2008. Il Canada cresce del 2.6 percento, ma l’economia mostra ancora fragilità interne.
Il quadro globale resta estremamente disomogeneo, con segnali divergenti tra domanda, produzione e politiche monetarie che mantengono elevata l’incertezza dei mercati.
INDICATORI MACROECONOMICI
Inflazione:
Italia: +1,3%, dal precedente +1,7% ⬇
Eurozona: +2,1% dal precedente +2,2%. ⬇
Inghilterra: +3,8% dal precedente +3,8%
Stati Uniti: +3% dal precedente +2,9% ⬆
Disoccupazione:
Italia: +6,1% dal precedente +6% ⬇
Eurozona: +6,3% dal precedente +6,3%
Inghilterra: +5% dal precedente +4,8% ⬆
Stati Uniti: +4,3% dal precedente +4,2% ⬆
Tassi d'interesse:
Eurozona: 2,15%
Stati Uniti: 3,75-4%
Inghilterra: 4%
PIL: Q2 2025:
Italia: 0%
Eurozona: +0,2%
Inghilterra: +0,3%
Stati Uniti: +3,8%
MERCATI FINANZIARI
EUR/USD: 1,16017, +0,79% questa settimana, +12,04% da inizio anno
DXY: 97,44, –0,30% questa settimana, –10,82% da inizio anno
S&P 500: 6.849,08, +3,73% questa settimana, +16,02% da inizio anno
NASDAQ: 23.365,69, +4,91% questa settimana, +20,42% da inizio anno
FTSE MIB: 43.357,01, +1,63% questa settimana, +26,23% da inizio anno
STOXX 600: 556,80, +0,83% questa settimana, +7,98% da inizio anno
DAX: 24.242,10, +0,22% questa settimana, +20,86% da inizio anno
CAC 40: 7.818,55, +0,31% questa settimana, +7,05% da inizio anno
IBEX 35: 15.108,64, +0,16% questa settimana, +29,93% da inizio anno
US10Y: 4,02%, –4 bps questa settimana, –55 bps da inizio anno
US02Y: 3,70%, –3 bps questa settimana, –48 bps da inizio anno
US10Y–US02Y: 0,32%
IT10Y: 3,21%, –2 bps questa settimana, –9 bps da inizio anno
Spread BTP–Bund: 71,250 bps, –5,450 bps questa settimana, –45,85 bps da inizio anno
VIX: 16,34, –30,23% questa settimana, –5,06% da inizio anno
BTC/USD: $90.686,00, +4,47% questa settimana, –2,91% da inizio anno
FOCUS DELLA SETTIMANA
STATI UNITI
L’America corre grazie all’AI, ma le basi della crescita restano fragili
Il 2025 consegna un S&P 500 in rialzo di oltre il 12 percento, ma la solidità di Wall Street dipende quasi interamente dai Magnificent Seven, protagonisti dell’ondata di investimenti in intelligenza artificiale. Senza di loro, l’ipotetico S&P 493 mostra un’economia più debole, con vendite fiacche, investimenti stagnanti e piccole imprese sotto pressione per dazi e tassi elevati. Il Russell 2000 fatica, segnalando un sistema che cresce solo in apparenza.
Parallelamente, anche la crescita reale degli Stati Uniti poggia sempre più sull’AI. L’investimento legato alla tecnologia ha contribuito fino a un punto di PIL nella prima metà del 2025; senza questo impulso, l’economia sarebbe avanzata di appena 0.8 percento. I consumi reggono grazie all’effetto ricchezza generato dai titoli tecnologici, che ha aggiunto circa 180 miliardi di spesa. Tuttavia, il mercato del lavoro resta fragile e gli investimenti non collegati all’AI rimangono bloccati.
Gli analisti avvertono che una correzione dei titoli tecnologici o un rallentamento della spesa per l’intelligenza artificiale potrebbe sottrarre fino a 1.5 punti di crescita, aumentando il rischio di una recessione. In un contesto di forte concentrazione e dipendenza da un solo motore, l’economia americana mostra potenziale ma anche vulnerabilità crescenti.
Segnali di rallentamento tra consumi deboli e fiducia in calo
Shutdown e dati ritardati mostrano un consumatore più cauto. A settembre le vendite al dettaglio crescono solo dello 0,2%, con cali nei settori colpiti dalle tariffe. La fiducia del Conference Board scende a 88,7, mentre diminuisce la quota di americani che vede condizioni favorevoli. I prezzi alla produzione salgono dello 0,3%, confermando pressioni inflazionistiche. ADP registra una perdita media di 13.500 posti privati a settimana. Il mercato del lavoro rallenta e la Federal Reserve, priva di dati completi, deve scegliere tra sostenere l’occupazione o contenere l’inflazione.
Fed tra divisioni interne, pressione dei dati e gestione difficile degli strumenti di politica monetaria
La Federal Reserve si avvicina a uno dei meeting più delicati degli ultimi anni. Il Comitato è profondamente diviso, con Jerome Powell chiamato a prendere una decisione che potrebbe generare diversi dissensi. Le opzioni sul tavolo sono due: tagliare i tassi a dicembre e poi fermarsi, oppure attendere gennaio per avere i dati mancanti dopo lo shutdown. Powell è spinto verso il taglio dai suoi alleati, John Williams e Mary Daly, convinti che il mercato del lavoro possa indebolirsi rapidamente. I falchi, invece, ritengono che l’inflazione, ancora vicina al 3 percento, sia troppo elevata per permettere ulteriore allentamento, evocando un rischio di stagflazione.
Sul fronte dei dati, i prezzi alla produzione sono risaliti dello 0.3 percento a settembre, mentre l’indice core cresce del 2.6 percento su base annua, il ritmo più basso da luglio 2024. Le componenti che confluiscono nel PCE, la misura preferita dalla Fed, indicano variazioni mensili intorno allo 0.2 percento, suggerendo un’inflazione moderata ma ancora persistente. Il dato ufficiale del PCE, insieme ai numeri su redditi e spesa, arriverà il 5 dicembre, diventando decisivo per l’orientamento del FOMC. Intanto la pubblicazione del PIL del terzo trimestre, rinviata al 23 dicembre, offrirà solo una prima stima: si prevede una crescita solida, sostenuta dai consumi e dagli investimenti legati all’AI.
La Fed affronta anche difficoltà operative. Lo Standing Repo Facility fatica ad attrarre le banche, che temono lo stigma interno associato al suo utilizzo. Nonostante tentativi di Powell e Williams di incentivarne l’adozione, l’efficacia dello strumento resta limitata, proprio mentre la volatilità dei tassi a breve torna a crescere. Alcuni funzionari, come Michelle Bowman, propongono tassi più elevati sul facility, misura che però rischierebbe di aumentare la riluttanza degli istituti.
Complessivamente, la Fed entra nel meeting di dicembre con un quadro misto: lavoro in indebolimento, inflazione in discesa ma non domata, dati incompleti e tensioni interne elevate. La scelta finale di Powell rappresenterà il tentativo di bilanciare rischi opposti, in un contesto politico ed economico estremamente sensibile.
Trump e la politica alle prese con la “crisi di accessibilità”
La affordability crisis domina il dibattito USA e Trump tenta di attribuirne la colpa, anche incontrando il nuovo sindaco di New York Zohran Mamdani, che ha costruito la sua campagna proprio sul costo della vita. Ma il problema va oltre l’inflazione: riguarda salari reali, prezzi di beni specifici (carne, caffè, energia) e soprattutto la casa, dove tassi più alti hanno reso i mutui proibitivi. Sebbene l’inflazione sia scesa al 3% e i redditi reali siano risaliti, gli elettori percepiscono prezzi ancora troppo alti. Né Trump né altri possono “far scendere i prezzi”: senza una recessione profonda, questo non accadrà.
EUROPA
Europa orientale bloccata dall’età media in aumento
L’EBRD avverte che molte economie post comuniste rischiano una spirale discendente. L’invecchiamento riduce la forza lavoro, pesa sui conti pubblici e frena la crescita. I Paesi dell’Est registrano fertilità molto sotto il livello di sostituzione e un calo dei lavoratori che potrebbe frenare il reddito pro capite di 0.4 punti l’anno fino al 2050. Le soluzioni esistono, come più immigrazione, pensioni ripensate e nuove tecnologie, ma gli elettori anziani ostacolano le riforme, preferendo pensioni generose e ritiri anticipati. L’EBRD sostiene che mobilitare i giovani sarà decisivo per evitare un futuro di stagnazione.
Via libera dei 27 al patto commerciale con gli USA, ma il Parlamento prepara lo scontro
Gli Stati membri accettano il discusso accordo UE–USA che azzererà i dazi sulle importazioni americane, mentre l’Europa continuerà a pagare tariffe del 15 percento verso Washington. La “sunset clause”, che avrebbe permesso di far scadere le concessioni dopo cinque anni, è stata esclusa per evitare tensioni con Trump, ma il Parlamento europeo vuole reinserirla. Intanto, Bruxelles ottiene clausole di salvaguardia per sospendere l’accordo in caso di violazioni o aumento eccessivo delle importazioni USA. Lo scontro istituzionale potrebbe inasprire una relazione commerciale già fragile.
L’UE rafforza la presenza in Asia Centrale con nuovi investimenti strategici
Il Forum economico UE–Asia Centrale di Tashkent segna un passo avanti verso una partnership più operativa. Sono stati firmati sei accordi per quasi 100 milioni di euro, mirati a risorse critiche, energia verde, irrigazione e sicurezza. L’UE avvia tre nuovi progetti sui critical raw materials, mentre l’EBRD amplia il suo impegno con oltre 21 miliardi investiti nella regione. Il corridoio Trans-Caspico e la digitalizzazione diventano priorità. Bruxelles parla di un passaggio “dalla fase potenziale alla fase di attuazione”, puntando a crescita regionale e maggiore sicurezza economica europea.
Eurozona divisa sull’inflazione mentre Berlino sorprende al rialzo
I dati di novembre mostrano un quadro eterogeneo. La Germania registra un’inflazione armonizzata al 2.6 percento, massimo da nove mesi, trainata dal caro alimentari. Francia e Italia confermano pressioni contenute, con prezzi rispettivamente allo 0.8 percento e all’1.1 percento, grazie al calo dei servizi e dell’energia. In Spagna l’inflazione resta più alta delle attese al 3.1 percento. L’insieme suggerisce che l’Eurozona mantiene un’inflazione moderata, vicina al target BCE del 2 percento. Le aspettative dei consumatori, però, salgono al 2.8 percento, segnalando un rischio di persistenza che la BCE valuterà nella riunione di dicembre.
Macron vola in Cina per rilanciare il dialogo strategico e frenare l’asse Pechino–Mosca
Dal 3 al 5 dicembre Emmanuel Macron sarà in Cina per una visita di Stato cruciale su commercio, innovazione e geopolitica. Parigi punta a riequilibrare i rapporti UE–Cina, difendendo l’industria europea e chiedendo maggiore consumo interno cinese. Il presidente agirà come inviato dell’UE, con il deficit commerciale europeo a oltre 300 miliardi. Sul tavolo anche Ucraina e Taiwan: Macron tenterà di convincere Xi a ridurre il sostegno a Mosca e a mantenere la stabilità nello stretto. Intanto le tensioni tra Pechino e Tokyo aumentano, con Washington impegnata a mediare.
Germania tra primi segnali di ripresa e fiducia dei consumatori ancora fragile
Dopo anni di stagnazione, la Germania mostra timidi segnali di rilancio. Le previsioni della Commissione indicano una crescita dell’1.2 percento nel 2026 e nel 2027, sostenuta dal maxi piano da mille miliardi destinato a difesa, infrastrutture e politica industriale. Berlino riduce la dipendenza dalle esportazioni e punta su domanda interna e reindustrializzazione, con Rheinmetall che assorbe forza lavoro dall’automotive e il settore delle costruzioni pronto a uscire da una crisi ciclica. Restano però rischi legati a capacità produttiva, ritardi operativi e tensioni politiche.
Sul fronte dei consumi, il sentiment delle famiglie migliora: l’indice GfK–NIM sale a meno 23.2, grazie a maggiore propensione agli acquisti. Ma le aspettative su reddito ed economia peggiorano, segnalando prudenza per il 2026. Il clima più stabile dei consumatori contrasta con il pessimismo delle imprese, che temono difficoltà nell’attuazione dei piani di spesa pubblica.
Regno Unito, la manovra Reeves scuote i mercati tra nuove tasse e dubbi sulla credibilità fiscale
La presentazione del budget di Rachel Reeves ha spinto inizialmente la sterlina al rialzo, ma l’entusiasmo si è presto raffreddato. Gli investitori hanno analizzato con attenzione misure considerate molto diluite nel tempo, con tagli fiscali rinviati e aumenti distribuiti negli anni. Il risultato è stato un nuovo rialzo dei rendimenti: il decennale britannico è tornato al 4.46 percento, mentre la sterlina si è indebolita.
La maxi manovra introduce tasse più alte su immobili di pregio, dividendi, risparmi e affitti, oltre al congelamento delle soglie della Income Tax fino al 2031. Il leak dell’OBR indica entrate aggiuntive per 26 miliardi nel 2029–30, ma anche un quadro macro meno solido, con crescita media rivista all’1.5 percento. Nonostante ciò, i mercati hanno accolto positivamente la maggiore trasparenza e la crescita del buffer fiscale, con un moderato miglioramento del rischio sovrano. Resta però la questione centrale: la sostenibilità di una strategia che unisce spesa anticipata e tasse differite, lasciando il debito sopra le attese.
Svezia verso più debito per finanziare una politica fiscale espansiva
La National Debt Office prevede un forte aumento del deficit pubblico, stimato a 103 miliardi di corone nel 2025 e in netto peggioramento fino a 194 miliardi nel 2027. La causa principale è una politica fiscale più espansiva, con maggiori spese per difesa e aiuti militari all’Ucraina. Per coprire il fabbisogno, Stoccolma aumenterà l’emissione di bond nominali e Treasury bills, sorprendendo i mercati e spingendo al rialzo i rendimenti dei titoli decennali. L’NDO prevede fino a 220 miliardi di corone di emissioni nominali nel 2027 e valuta aste più frequenti per garantire prevedibilità e liquidità.
RESTO DEL MONDO
Tokyo tra stretta graduale e maxi stimolo: la sfida di bilanciare crescita e stabilità
Asahi Noguchi invita la Bank of Japan a procedere con rialzi dei tassi lenti e progressivi, per evitare danni alla dinamica salariale e mantenere l’obiettivo del 2 percento di inflazione. Lo yen debole, vicino a 158 per dollaro, alimenta pressioni sui prezzi, ma un aumento dei tassi già a dicembre appare improbabile, viste le politiche espansive del governo Takaichi.
Parallelamente, Tokyo aumenta l’emissione di bond di 75 miliardi di dollari per finanziare il maxi stimolo da 18.3 trilioni di yen, sollevando nuovi timori sulla sostenibilità fiscale. I rendimenti dei JGB continuano a crescere, con il decennale all’1.84 percento, massimo dal 2008, e le scadenze ultra-lunghe ai livelli più alti dal 1999. Gli analisti avvertono che mercati e yen restano sensibili a ogni ulteriore segnale di spesa pubblica, in particolare per la difesa.
Russia, la crescita si ferma e il costo della guerra aumenta
L’economia russa mostra segnali di forte rallentamento dopo due anni di espansione sorprendente. Nel 2025 il PIL crescerà solo dell’1 percento, con un’evidente perdita di slancio: dal +1,4 percento del primo trimestre si è scesi allo 0,6 percento nel terzo, e una lieve contrazione è attesa a fine anno. Le entrate petrolifere calano del 20 percento, il fondo sovrano è dimezzato e Mosca registra un deficit al 2,6 percento del PIL, ben sopra le stime iniziali.
Con l’impossibilità di finanziarsi sui mercati esteri, il Cremlino ricorre a aumenti delle tasse e ai primi tagli alla spesa militare dall’inizio della guerra. La Russia non è vicina a un collasso, ma finanziare il conflitto diventerà sempre più oneroso, costringendo il regime a scelte economiche molto più difficili.
Canada evita la recessione ma la crescita resta fragile
Il PIL canadese sorprende con un aumento annualizzato del 2.6 percento, ben sopra le attese, grazie al rimbalzo del commercio estero e a un forte incremento della spesa per la difesa. Tuttavia, la domanda interna resta debole: consumi in calo, investimenti fermi e scorte in riduzione. L’economia mostra segnali di perdita di slancio a inizio quarto trimestre, con un calo stimato dello 0.3 percento dell’attività in ottobre. Gli economisti avvertono che il dato brillante maschera una realtà fragile destinata a frenare ulteriori tagli dei tassi.
Messico in rallentamento mentre la banca centrale taglia i tassi
La Bank of Mexico riduce la stima di crescita per il 2025 allo 0.3 percento dopo una contrazione trimestrale dello 0.3 percento. I consumi resteranno solidi, ma gli investimenti rimarranno deboli almeno fino al 2026 per l’incertezza sul rinnovo dell’USMCA. Le esportazioni continueranno a crescere moderatamente grazie alla domanda statunitense e ai benefici legati all’AI boom. La banca centrale prosegue i tagli dei tassi, scesi a 7.25 percento, con un ulteriore allentamento atteso a dicembre. Per il 2027, la crescita prevista sale al 2 percento.
La Corea del Sud resta ferma sui tassi mentre migliora lo scenario economico
La Bank of Korea mantiene il tasso al 2.50 percento per la quarta riunione consecutiva, frenata dai rischi legati al debito delle famiglie, al mercato immobiliare e da un won debole. La banca centrale alza però le stime di crescita all’1 percento per il 2025 e all’1.8 percento per il 2026, insieme a previsioni d’inflazione leggermente più alte. Gli economisti restano divisi sui futuri tagli dei tassi. L’IMF vede l’economia avviata a una fase di recupero, con un possibile scenario Goldilocks nel 2026.
PROSPETTIVE
Gli investitori guardano agli ISM USA, ai payrolls ADP e al PCE per capire se la Federal Reserve taglierà i tassi il 10 dicembre. Con lo shutdown che ritarda i dati ufficiali, i mercati attribuiscono un’80 percento di probabilità a un nuovo taglio, in un contesto di economia in rallentamento.
In Europa, l’attenzione è sull’inflazione dell’eurozona e sui PMI di novembre, cruciali per valutare margini di manovra per la BCE.
In Canada, i solidi dati sul PIL spingono a prevedere tassi fermi.
In Asia, spiccano gli indicatori di crescita e inflazione: il Giappone potrebbe avvicinarsi a nuove strette, mentre la Cina resta sotto pressione con PMI deboli e profitti industriali in calo. L’India decide il tasso il 5 dicembre, con probabile ultimo taglio del ciclo.
L’Australia pubblica il PIL e potrebbe presto abbandonare l’allentamento.
Le economie del Sud-Est asiatico mostrano inflazione moderata, mentre Taiwan consolida la discesa dei prezzi.
La Corea del Sud vede export in ripresa, guidati dai semiconduttori, e un’inflazione ancora sopra target.
STATI UNITI:
Consumer Confidence Fades and Retail Sales Growth Cools - WSJ
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The Fed’s Tool for Calming Short-Term Funding Markets Is Being Tested - WSJ
Fed’s Daly Backs December Rate Cut, Citing Vulnerable Labor Market
How the U.S. Economy Became Hooked on AI Spending - WSJ
Everyone Is Talking About the ‘Affordability Crisis.’ It Can’t Be Solved. - WSJ
Wholesale Price Gains Hint at Muted Rise in Fed’s Preferred Inflation Gauge - WSJ
Feds to Release Delayed Economic Growth Estimate Right Before Christmas - WSJ
What the S&P 500 is hiding about the economy - The Washington Post
Fed Chair Powell’s Allies Provide Opening for December Interest-Rate Cut - WSJ
Fed’s Daly Backs December Rate Cut, Citing Vulnerable Labor Market
EUROPA:
Parts of Europe at Risk of Downward ‘Spiral’ if Older Voters Stymie Reforms, EBRD Warns - WSJ
German Economy Shows Signs of Revival - WSJ
Gilt Yields Rise, Sterling Falls as Concerns Over Budget Resurface - WSJ
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UK budget raises taxes by £26bn, gaining investor approval after surprise leak | Euronews
Trade, tech, Ukraine: What to know about Macron's trip to China | Euronews
RESTO DEL MONDO:
Bank of Mexico Cuts 2025 Growth Estimate After Third-Quarter Contraction - WSJ
BOJ Rate Hikes Must Proceed With Caution, Board Member Says - WSJ
Bank of Korea Holds Steady as It Flags Higher Growth, Inflation - WSJ
Canadian Economy Rebounds by More Than Expected - WSJ
Japan Plans Extra Bond Issuance That May Fuel Fiscal Fears - WSJ
