SINTESI DELLA SETTIMANA
Gli Stati Uniti mostrano segnali di debolezza. Il settore manifatturiero è in contrazione e il mercato del lavoro sta rallentando, come evidenziato dalla crescita di soli 22000 posti di lavoro ad agosto. In risposta, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto, una mossa che, pur giustificata, sottolinea le ombre di contrazione e l'incertezza economica, aggravate da un clima politico sempre più teso.
Al contrario, l'Europa dimostra una maggiore resilienza. La Banca Centrale Europea ha mantenuto i tassi stabili, supportata da un'inflazione annuale allineata all'obiettivo del 2%. Il commercio e la produzione industriale sono in crescita, suggerendo che l'economia europea sta tenendo.
Nel resto del mondo, le banche centrali adottano strategie divergenti. In Giappone, la banca centrale mantiene i tassi bassi nonostante l'inflazione sia in linea con l'obiettivo, riflettendo l'impatto delle tariffe statunitensi sulle esportazioni. A differenza del Giappone, l'Irlanda è riuscita a evitare le conseguenze più severe di tali misure. La Banca Centrale di Taiwan ha optato per una pausa strategica, mentre la Banca d'Indonesia ha sorpreso i mercati con un taglio dei tassi, andando contro le aspettative per sostenere la crescita in un contesto di incertezza politica interna.
INDICATORI MACROECONOMICI
Inflazione:
Italia: +1,7%, dal precedente +1,8% ⬇
Eurozona: +2% dal precedente +2%.
Inghilterra: +3,8% dal precedente +3,6% ⬆
Stati Uniti: +2,9% dal precedente +2,7% ⬆
Disoccupazione:
Italia: +6,5% dal precedente +6,1% ⬆
Eurozona: +6,2% dal precedente +6,3%⬇
Inghilterra: +4,7% dal precedente +4,6% ⬆
Stati Uniti: +4,2% dal precedente +4,1% ⬆
Tassi d'interesse:
Eurozona: 2,15%
Stati Uniti: 4,25 - 4,5%
Inghilterra: 4%
PIL: Q2 2025:
Italia: -0,1%
Eurozona: +0,1%
Inghilterra: +0,3%
Stati Uniti: +3,3%
EUR/USD: 1,1744, +0,18% questa settimana, +13,45% da inizio anno
DXY: 97,64, –0,20% questa settimana, –10,60% da inizio anno
MERCATI FINANZIARI
FTSE MIB: 42.566,41, +2,30% questa settimana, +23,93% da inizio anno
STOXX 600: 553,57, +1,25% questa settimana, +8,28% da inizio anno
DAX: 24.359,30, +0,69% questa settimana, +21,84% da inizio anno
IBEX: 15.277,19, +3,03% questa settimana, +30,48% da inizio anno
CAC 40: 7.823,46, +2,60% questa settimana, +7,18% da inizio anno
NASDAQ: 22.141,09, +2,03% questa settimana, +14,11% da inizio anno
S&P 500: 6.584,28, +1,59% questa settimana, +11,54% da inizio anno
US10Y: 4,07%, –0,8 bps questa settimana, –50 bps da inizio anno
US02Y: 3,755%, –0,4 bps questa settimana, –50,1 bps da inizio anno
US10Y–US02Y: 0,325%, –18 bps questa settimana, +0,5 bps da inizio anno
IT10Y: 3,518%, invariato questa settimana, –4 bps da inizio anno
SPREAD BTP–Bund: 83,610 bps, –3,44 bps questa settimana, –33,49 bps da inizio anno
VIX: 14,75, –2,90% questa settimana, –14,29% da inizio anno
BTC/USD: $116.377,00, +4,71% questa settimana, +24,70% da inizio anno
FOCUS DELLA SETTIMANA
STATI UNITI
La manifattura torna in contrazione
L’indice Empire State della Fed di New York scende di 20,6 punti a –8,7 a settembre, primo valore sotto zero da giugno, contro attese di +4,5. Nuovi ordini e spedizioni calano nettamente; approvvigionamenti peggiorano. Occupazione stabile. I prezzi degli input continuano a salire ma a ritmo più lento. Piani di capex ancora deboli e fiducia a 6 mesi sommessa: le imprese prevedono occupazione piatta. Sullo sfondo, un quadro commerciale misto: tavoli con UE e Giappone, ma nuovi dazi verso India e Brasile alimentano l’incertezza. In sintesi, la manifattura NY resta fragile: domanda titubante, investimenti prudenti e pressioni di costo in moderazione, ma non risolte.
Il Leading Economic Index segnala un rallentamento
L’economia statunitense mostra segnali più chiari di indebolimento, secondo il Leading Economic Index (LEI) del Conference Board. Ad agosto l’indice è sceso dello 0,5% a 98,4, peggior calo da aprile, contro attese di –0,2%.
Il LEI, che combina 10 indicatori predittivi (tra cui ordini manifatturieri, richieste di sussidi, permessi edilizi e fiducia dei consumatori), ha perso 2,8% negli ultimi sei mesi, segnalando un contesto sempre più fragile.
La debolezza deriva soprattutto da nuovi ordini industriali in calo, da un sentiment dei consumatori in flessione e dalle crescenti difficoltà del mercato del lavoro. Inoltre, le tariffe più elevate introdotte dall’amministrazione Trump hanno già frenato la crescita nel primo semestre e continueranno a pesare anche nel 2026.
Il Conference Board non prevede una recessione imminente, ma stima un rallentamento del PIL al +1,6% nel 2025, dal +2,8% del 2024.
Entrate fiscali record tra tariffe e plusvalenze, importazioni in rialzo
Negli Stati Uniti, le entrate federali stanno beneficiando di due fattori chiave: dazi e guadagni del mercato azionario. Secondo l'IRS, i contribuenti hanno dichiarato 530 miliardi di dollari in plusvalenze nette per l'anno fiscale 2024, un aumento del 65% rispetto all'anno precedente. Più di un terzo di questi guadagni è concentrato nello 0,3% delle famiglie più ricche. I pagamenti individuali dell'imposta sul reddito sono aumentati del 16%, riflettendo i robusti guadagni dell'S&P 500.
Sul fronte dei conti pubblici, il deficit è previsto a 1,8 trilioni di dollari, in linea con gli anni passati. Nonostante le riduzioni di spesa su programmi come Medicaid, le voci di spesa maggiori, inclusi previdenza, Medicare e interessi sul debito, sono aumentate fino all'8%.
Nel frattempo, i prezzi delle importazioni sono cresciuti dello 0,3% ad agosto, superando le attese di un calo. L'aumento è stato trainato da beni di consumo, veicoli e materiali industriali, che hanno più che compensato il calo dei prezzi di petrolio e gas naturale.
La Federal Reserve e il debito pubblico: l'impatto dei tagli dei tassi tra politica e finanza
La Federal Reserve ha ridotto i tassi di interesse di un quarto di punto, il primo taglio in nove mesi, motivata dal rallentamento del mercato del lavoro, con la crescita dei posti di lavoro scesa a soli 29.000 ad agosto. Nonostante questa mossa, gli analisti sono scettici riguardo a risparmi significativi sul debito pubblico statunitense da 1 trilione di dollari all'anno. Circa l'80% del debito federale è a lungo termine e a tasso fisso, non direttamente influenzato dai tagli a breve termine della Fed.
Gli esperti ritengono che l'impatto sia "troppo piccolo su una quota troppo piccola" del debito totale, vicino al 100% del PIL. I costi annuali per gli interessi superano la spesa per la difesa e un aumento di appena 0,1 punti percentuali costerebbe al paese circa 351 miliardi di dollari in un decennio.
La decisione della Fed è avvenuta in un contesto di pressioni politiche. Le proiezioni di risparmio del presidente Trump, che sosteneva un taglio aggressivo, sono considerate irrealistiche. L'indipendenza della banca centrale è cruciale per mantenere bassi i costi di prestito e gestire l'inflazione, fattori chiave per la sostenibilità del debito a lungo termine.
Due velocità: la crescente disparità economica
L'economia statunitense mostra una forte divergenza, con le fortune dei cittadini che si muovono in direzioni opposte. Per gli americani più ricchi e anziani, la situazione è solida: i loro risparmi e patrimoni immobiliari sono aumentati e possiedono mutui a tassi bassi (circa il 3%). La loro spesa rimane elevata, sostenendo il mercato dei beni di lusso.
Al contrario, la situazione dei lavoratori a basso reddito e dei più giovani è peggiorata. La crescita salariale per il terzo inferiore dei percettori è scesa a un minimo dello 0,9%, mentre per il terzo superiore è salita al 3,6%. Questo divario si riflette nella spesa, aumentata solo dello 0,3% per i redditi bassi contro il 2,2% per i redditi alti. La disoccupazione giovanile (20-24 anni) ha toccato il 6,5%, il livello più alto in un decennio. La crescente inaccessibilità del mercato immobiliare si manifesta con l'età media del primo acquisto di casa salita a 38 anni, un record storico.
L'accuratezza dei dati del BLS in discussione
Il Bureau of Labor Statistics (BLS) affronta seri problemi di accuratezza a causa del calo nella partecipazione ai sondaggi. Ad agosto, il tasso di risposta all'indagine sulle famiglie è sceso al 70%, aumentando il margine di errore del tasso di disoccupazione. Anche le stime sui salari sono diventate meno affidabili, con il divario tra la prima e la terza stima che è raddoppiato a 60.000 posti di lavoro. Le revisioni drastiche, come la perdita di 13.000 posti di lavoro a giugno, hanno causato tensioni politiche.
Per risolvere il problema, il BLS ha ottenuto un'esenzione dal blocco delle assunzioni federali e sta reclutando nuovi dipendenti. L'obiettivo è ridurre la percentuale di dati mancanti, attualmente al 19%, e migliorare l'affidabilità delle statistiche sull'inflazione. L'agenzia spera che queste misure ripristineranno la fiducia pubblica nella qualità dei dati.
EUROPA
La BCE mantiene i tassi stabili, ma lascia la porta aperta a futuri tagli
La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di mantenere il suo tasso di deposito stabile al 2%, dopo che l'inflazione annuale nella zona euro si è attestata perfettamente all'obiettivo del 2,0% anche ad agosto. Questo dato, rivisto al ribasso rispetto alla stima precedente, segue il trend di giugno e luglio, confermando che il processo di disinflazione è terminato, come dichiarato dalla presidente Christine Lagarde. L'inflazione più elevata si registra nei settori di cibo, alcol e tabacco (3,2%) e servizi (3,1%).
Nonostante la stabilizzazione, il vicepresidente della BCE, Luis de Guindos, ha suggerito che il ciclo di tagli dei tassi potrebbe non essere ancora concluso. L'istituto, che ha già tagliato i tassi otto volte nell'ultimo anno, potrebbe considerare ulteriori riduzioni se le condizioni economiche dovessero cambiare. De Guindos ha affermato che, nonostante il rallentamento nel secondo trimestre, l'economia della zona euro sta mostrando una resilienza maggiore del previsto e non ci sarà una recessione. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per le valutazioni dei mercati azionari, ritenute molto alte, che aumentano il rischio di un "incidente". Le future decisioni della BCE dipenderanno dai dati in arrivo, senza un percorso prestabilito.
Commercio: dati contrastanti e prospettive future
A luglio, le esportazioni totali dell'Unione Europea sono diminuite dello 0,4% rispetto a giugno, nonostante le esportazioni verso gli Stati Uniti siano aumentate da 41 a 44 miliardi di euro. Questo aumento non è sufficiente a compensare un forte calo da un picco di 72 miliardi di euro a marzo, prima che entrassero in vigore le tariffe statunitensi. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono diminuite del 4,4% rispetto a luglio dell'anno scorso, mentre le importazioni sono aumentate di oltre il 10%.
Il calo complessivo si è verificato anche se le esportazioni verso la Cina sono aumentate nel mese. Nonostante il blocco europeo abbia raggiunto un accordo tariffario del 15% con gli Stati Uniti, evitando una guerra commerciale più ampia, la prospettiva per le esportazioni dell'eurozona rimane una fonte di preoccupazione per la crescita. Tuttavia, il settore manifatturiero è diventato più ottimista negli ultimi mesi, basando le sue speranze su una ripresa della domanda interna.
La produzione industriale della zona euro in crescita a luglio
A luglio, la produzione industriale nella zona euro è tornata a crescere dello 0,3%, superando un calo dello 0,6%registrato a giugno. Questo dato, sebbene leggermente inferiore alle previsioni degli economisti che si aspettavano uno 0,4%, riflette una sorprendente resilienza di fronte alle tariffe statunitensi. Il principale motore di questa crescita è stata la Germania, la cui produzione è aumentata dell'1,5%.
Questo incremento è stato trainato dai beni di consumo, compensando un calo nella produzione di energia. Sebbene alcuni analisti ritengano che l'aumento potrebbe essere temporaneo, legato a pratiche di anticipazione delle tariffe, la fiducia nel settore rimane relativamente positiva. La crescita complessiva dell'industria della zona euro è aumentata dell'1,8% a luglio rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, dimostrando che il settore ha saputo resistere alle tensioni commerciali. La recente conferma di un accordo tariffario con gli Stati Uniti, con un prelievo del 15%, ha contribuito a placare i timori di una guerra commerciale più ampia.
Economia del Regno Unito: un quadro di luci e ombre
L'economia del Regno Unito presenta un quadro contrastante, con dati che riflettono un mix di resilienza e preoccupazione. Nel mercato immobiliare, il prezzo medio delle case è salito dello 0,4% a settembre, ma su base annua i prezzi sono calati dello 0,1%, il primo calo da gennaio 2024. Questa incertezza è alimentata anche dal prossimo bilancio di novembre, che potrebbe introdurre cambiamenti fiscali.
La Banca d'Inghilterra (BOE) si muove con cautela, mantenendo il suo tasso di interesse al 4% per la seconda riunione consecutiva, in un voto di sette a due. La decisione è stata presa per bilanciare un mercato del lavoro che mostra segni di raffreddamento (il tasso di disoccupazione è stabile al 4,7%, ma la crescita dei salari è calata al 4,8%) con un'inflazione "appiccicosa". L'inflazione, infatti, è rimasta stabile al 3,8% ad agosto, quasi il doppio dell'obiettivo del 2% della banca centrale, mettendo a dura prova le famiglie.
Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate dello 0,5% ad agosto, la fiducia dei consumatori è calata di due punti a settembre, raggiungendo -19. Questa divergenza riflette le preoccupazioni dei cittadini riguardo ai potenziali aumenti fiscali e al costo della vita, che potrebbero minare ulteriormente il sostegno al governo e l'attività economica nel prossimo futuro.
RESTO DEL MONDO
Economia canadese: segnali di ripresa del settore manifatturiero e del commercio all'ingrosso
A luglio, le fabbriche canadesi hanno registrato il più grande aumento delle vendite in quasi due anni, crescendo del 2,5%rispetto al mese precedente. Anche il commercio all'ingrosso ha mostrato un incremento dell'1,2%. Questi dati indicano una potenziale ripresa economica, che arriva dopo una forte contrazione nel secondo trimestre, dovuta principalmente alle tariffe statunitensi. L'aumento è stato trainato dai settori dei trasporti e del petrolio.
Nonostante il trend positivo, le vendite totali rimangono in calo rispetto all'anno scorso e i nuovi ordini per i produttori sono diminuiti. I segnali di ripresa arrivano poco prima che la Banca del Canada si riunisca per decidere sui tassi di interesse, e il governo continua a implementare misure per sostenere le industrie colpite dalle politiche commerciali degli Stati Uniti.
Giappone: sfide economiche tra tariffe e politica monetaria
L'impatto delle tariffe statunitensi sta pesando sull'economia giapponese. Ad agosto, le esportazioni totali sono calate dello 0,1%, con una diminuzione di quasi il 14% verso gli Stati Uniti, portando a una contrazione del 50,5% dell'avanzo commerciale. Le esportazioni di auto, nonostante le tariffe ridotte dal 27,5% al 15%, hanno visto i volumi calare del 9,5%.
In risposta, la Banca del Giappone (BOJ) ha mantenuto i tassi stabili allo 0,5% e ha annunciato la vendita graduale del suo portafoglio di ETF. L'inflazione, al 2,7%, rimane sopra l'obiettivo del 2%, e la banca centrale sta valutando la resilienza economica prima di decidere un futuro aumento dei tassi.
Impatto delle tariffe USA sull'economia irlandese
Le tariffe statunitensi rappresentano una minaccia minore del previsto per l'economia irlandese. La Banca Centrale d'Irlanda ha rivisto al rialzo le sue previsioni di crescita, portandole al 10,1% per quest'anno e al 3,8% per il prossimo, poiché l'accordo commerciale che ha fissato un dazio del 15% è meno dannoso di quanto temuto. Questo tasso, secondo la banca, è sufficientemente basso da mantenere l'Irlanda attraente per le imprese americane. Sebbene si preveda un calo delle esportazioni farmaceutiche, la banca confida che l'aumento della domanda di altri prodotti, come i farmaci per il diabete, possa compensare la perdita.
Mercato del lavoro australiano: disoccupazione stabile, ma con segnali contrastanti
A dispetto di un tasso di disoccupazione stabile al 4,2% ad agosto, il mercato del lavoro australiano mostra segnali contrastanti. Il numero totale degli occupati è diminuito di 5.400 unità, con una perdita di 40.900 posti a tempo pieno parzialmente compensata da un aumento di 35.500 posti a tempo parziale.
Anche il tasso di partecipazione è sceso leggermente al 66,8% e le ore lavorate sono diminuite. Tuttavia, il tasso di sottoccupazione è sceso al 5,7%, indicando una minore necessità dei lavoratori di cercare ore aggiuntive. Nonostante la ripresa dei consumi, alimentata dai tre tagli dei tassi operati dalla Reserve Bank of Australia (RBA), è probabile che la banca centrale continui sulla sua strada, con ulteriori riduzioni dei tassi previste per sostenere l'economia.
Banca Centrale di Taiwan: tassi invariati e cautela strategica
La Banca Centrale di Taiwan ha mantenuto il suo tasso di sconto di riferimento stabile al 2,000% per la sesta volta consecutiva. La decisione, ampiamente attesa, riflette la forte crescita economica dell'isola, prevista al 4,45% per il 2025. Mantenendo i tassi invariati, la banca ha spazio per affrontare le potenziali minacce delle politiche commerciali statunitensi.
Nonostante le tariffe del 20% sulle esportazioni, l'economia taiwanese si è dimostrata resiliente, spinta dalla domanda globale di prodotti tecnologici. L'inflazione rimane contenuta, al di sotto dell'obiettivo del 2%. Sebbene la domanda di prodotti legati all'intelligenza artificiale rimanga forte, gli analisti prevedono un calo delle esportazioni nel quarto trimestre, che potrebbe spingere la banca centrale a considerare una politica di allentamento in futuro.
Norvegia: taglio dei tassi, ma con cautela
La banca centrale norvegese, Norges Bank, ha tagliato il tasso di riferimento al 4%, una mossa che ha colto di sorpresa alcuni economisti. Sebbene si tratti del secondo taglio, la banca ha avvertito che il futuro allentamento della politica monetaria sarà meno aggressivo di quanto inizialmente previsto.
Il governatore Ida Wolden Bache ha giustificato la cautela sottolineando che l'economia norvegese sta superando le aspettative, con una crescita solida e una bassa disoccupazione. L'inflazione, tuttavia, rimane ben al di sopra dell'obiettivo del 2%. Per questo motivo, la Norges Bank prevede ora un solo taglio all'anno per i prossimi tre anni, un approccio volto a sostenere la crescita senza alimentare ulteriormente le pressioni inflazionistiche.
Banca Centrale indonesiana: tagli a sorpresa per sostenere la crescita
La Banca d'Indonesia ha sorpreso i mercati con un taglio inatteso del tasso di deposito inverso di 25 punti base, portandolo al 4,75%. Si tratta del terzo taglio consecutivo, avvenuto in un contesto di incertezza politica interna. La decisione, contraria alle previsioni degli economisti, mira a stimolare la crescita economica e mantenere la stabilità della rupia.
Il governatore Perry Warjiyo ha affermato che, pur dando priorità alla stabilità della valuta, la banca continuerà a monitorare la situazione. Gli analisti ritengono che la pressione politica e i disordini sociali abbiano influenzato la mossa, sollevando dubbi sull'indipendenza della banca centrale. Le reazioni negative del mercato potrebbero costringere l'istituto a rivalutare la sua posizione, nonostante il chiaro intento di supportare la crescita.
PROSPETTIVE
Dopo i recenti tagli dei tassi da parte della Federal Reserve e della Banca del Canada, l'attenzione si sposta sui prossimi dati economici per valutare il ritmo delle future decisioni politiche. Negli Stati Uniti, gli investitori monitoreranno l'inflazione PCE di agosto, i sondaggi sui responsabili degli acquisti e i dati sui beni durevoli. In Europa, si attendono gli indicatori di sentimento e le decisioni sui tassi di interesse da parte delle banche centrali di Svezia e Svizzera. Anche in Asia, le mosse della Banca Popolare Cinese e i dati sull'inflazione in Giappone, Australia e Singapore saranno cruciali per delineare le future politiche monetarie.
In Europa, gli indicatori di sentimento domineranno l'agenda. I sondaggi provvisori dei responsabili degli acquisti (PMI) per la zona euro, Germania e Francia, insieme agli indici di fiducia dei consumatori, daranno un'istantanea dell'andamento economico. Gli analisti prevedono una modesta ripresa, favorita anche dall'accordo commerciale con gli Stati Uniti. Intanto, le banche centrali di Svezia e Svizzera decideranno sui tassi d'interesse, con la Svezia che probabilmente manterrà i tassi invariati e la Svizzera che lascerà il suo tasso a zero. In Ungheria e nella Repubblica Ceca i tassi dovrebbero rimanere stabili a causa delle continue pressioni inflazionistiche.
In Asia, l'attenzione è divisa tra dati e politiche monetarie. La Banca Popolare Cinese annuncerà i suoi tassi di interesse principali, mentre i dati sull'inflazione da Giappone, Australia, Malesia e Singapore forniranno ulteriori indizi. La Reserve Bank of Australia valuterà i dati sull'inflazione di agosto per decidere se un ulteriore taglio dei tassi è probabile. Nel frattempo, la Banca del Messico dovrebbe tagliare i tassi di 25 punti base per sostenere la crescita.
STATI UNITI:
New York Manufacturing Declines for First Time Since June - WSJ
U.S. Leading Indicators Continue to Show Weakening Economy - WSJ
Stock-Market Surge Juices Federal Tax Receipts - WSJ
Import Prices Rose Unexpectedly in August - WSJ
Fed Divisions Thrust Powell Into Uncharted Territory
Jerome Powell’s Last Stand: An Interest-Rate Cut That Balances a Tricky Economy and Intense Political Pressure - WSJ
Fed Lowers Rates by Quarter-Point, Signals More Cuts Are Likely - WSJ
The Fed Rolls Back Recession Risk - WSJ
Why the Fed Rate Cut Won’t Ease the Government’s Debt Problem
The Two-Speed Economy Is Back as Low-Income Americans Give Up Gains
An Unresponsive Public Is Undermining Government Economic Data - WSJ
BLS Resumes Hiring of Price Checkers - WSJ
Appeals Court Rejects Trump Request to Remove Fed Governor Lisa Cook
EUROPA:
Eurozone inflation comes in softer than expected in August, at 2% | Euronews
ECB Doesn’t Know If Easing Cycle Is Over, De Guindos Says - WSJ
Eurozone Industrial Production Rebounded in July Despite Tariff Uncertainty - WSJ
EU Exports Dip Despite U.S. Rebound - WSJ
Average U.K. House Asking Prices Rise in September
U.K.’s Jobless Rate Unchanged, Keeping BOE on Course to Hold Rates - WSJ
UK inflation remains nearly double the target before BOE rate decision | Euronews
Bank of England Leaves Key Rate on Hold, Slows Quantitative Tightening - WSJ
U.K. Retail Sales Climbed Again in August - WSJ
U.K. Consumer Sentiment Falls Back - WSJ
RESTO DEL MONDO:
Canada Factory and Wholesale Sales Continue to Bounce Back, Recovering From Tariff Hit - WSJ
Japan’s Exports Struggle Under Weight of Tariffs - WSJ
Bank of Japan to Start Offloading More Assets - WSJ
Japan Consumer Prices Continue to Rise, But at Slower Pace - WSJ
Irish Central Bank Raises Growth Forecasts on U.S. Tariff Agreement - WSJ
Australia’s Jobless Rate Remains Near Historic Lows - WSJ
Taiwan Central Bank Leaves Key Interest Rates Unchanged - WSJ
Norges Bank Cuts Key Rate But Hints at Very Gradual Easing Going Forward - WSJ
Indonesia’s Central Bank Delivers Surprise Rate Cut Amid Political Uncertainty - WSJ
