GAMESTOP O GAMEOVER?

GameStop è un’azienda decotta che a Luglio capitalizzava 274 milioni di dollari e che in questi giorni, in seguito all’azione coordinata di elevato numero di piccoli investitori legati al gruppo di trading Wallstreetbets, oggi vale oltre 24 miliardi. Questo incremento nella valutazione ha causato danni significativi ai cosiddetti “shortisti” cioè coloro i quali scommettono sulla perdita di un titolo anziché sul suo rialzo.

GameStop è un’azienda decotta che a Luglio capitalizzava 274 milioni di dollari e che in questi giorni, in seguito all’azione coordinata di elevato numero di piccoli investitori legati al gruppo di trading Wallstreetbets, oggi vale oltre 24 miliardi. Questo incremento nella valutazione ha causato danni significativi ai cosiddetti “shortisti” cioè coloro i quali scommettono sulla perdita di un titolo anziché sul suo rialzo. 

Per questo motivo hanno una cattiva nomea e, sebbene il meccanismo finanziario sia legato al pari di altri ai cosiddetti hedge fund, tutta la vicenda ha assunto un tono di vendetta del povero sul ricco, del Davide che sconfigge Golia.

Io però non starei allegro. Innanzitutto se quello che è stato cioè far crescere “artificialmente” il valore di un titolo azionario fatto fosse stato fatto a parti invertite cioè da parte di pochi grandi investitori ai danni di molti piccoli non credo che avremmo potuto osservare stormi di persone lodarne la lungimiranza o esaltarli. Semmai, ciò che è successo, dovrebbe far riflettere sulla debolezza dell’attuale sistema e sul ruolo della SEC (Securities and Exchange Commission).

C’è da dire inoltre che esiste la possibilità che si verifichino effetti sistemici che toccheranno gli interessi di tutta la collettività non solo quella degli squali cattivoni che gestiscono gli Hedge Fund. È vero, probabilmente che questo tipo di fondi siano riusciti a sfuggire alle maglie dei regolatori ma dobbiamo considerare la possibilità che ad oggi così com’è si sviluppino iniquità o almeno sbilanciamenti ingiusti.

Di fatto penso che il sistema necessiti di revisioni per restare al passo con i tempi ma questo non deve per forza voler dire “tana libera tutti” e meno che meno deve farci immedesimare in eroi alla Robin Hood soprattutto se gli effetti saranno drammatici anche per gli stessi “poveri”.Ciò non vuol dire che dovremmo imporre necessariamente regole liberticide magari per limitare unilateralmente operazioni come quella realizzata da wallstreetbets, sarebbe piuttosto preferibile rivedere alcuni meccanismi di fondo per rendere il sistema lo più sicuro per tutti e al passo con i tempi.

Un po’ come il football americano… in passato lo si giocava con caschetti di cuoio e blande protezioni ma quando i giocatori hanno cominciato ad essere dei fenomeni da più di 100kg in grado di correre i 100m in 10s i caschi sono diventati più protettivi al pari di tutto il resto per evitare di restarci secchi al primo down ma il gioco è rimasto quello.

Quello che a mio avviso ora si rende necessario è un cambio di metodo con un aggiornamento delle regole, il gioco di base può restare lo stesso.
 

 

(Un ringraziamento a Massimo Famularo per la revisione)

 

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