Le arcuriadi

L'anno 2020 ha avuto senza dubbio un grande protagonista, il commissario Domenico Arcuri. Nel bene e nel male, soprattutto nel male, Arcuri è riuscito catalizzare su di sé un numero di incarichi e responsabilità che mai si era visto. Forse

Quando il 20 marzo 2020 Domenico Arcuri fu nominato Commissario Straordinario all'emergenza Covid-19 pochi lo conoscevano nonostante una longeva carriera all'interno di una delle tante società controllate dallo Stato. Arcuri ne è l'amministratore delegato dal 2007.
La necessità di affidare un incarico di ccordinamento per la gestione dell'emergenza era naturalmente legittima; che in capo ad un unico soggetto, sin dal decreto di marzo ricadessero tante responsabilità magari non esattamente una scelta accorta. 
All'art. 122 comma 1 del DL 17 marzo 2020 convertito in legge n. 27 del 24 aprile sono elencati i compiti del commissario:

il  Commissario  attua  e sovrintende  a  ogni  intervento  utile  a  fronteggiare  l'emergenza sanitaria, organizzando, acquisendo e  sostenendo  la  produzione  di ogni genere di bene  strumentale  utile  a  contenere  e  contrastare l'emergenza stessa, o comunque necessario in  relazione  alle  misure adottate per contrastarla, nonche' programmando e  organizzando  ogni attivita' connessa, individuando e indirizzando il reperimento  delle
risorse umane e strumentali necessarie, individuando i fabbisogni,  e procedendo all'acquisizione e alla distribuzione  di  farmaci,  delle apparecchiature e dei dispositivi medici e di protezione individuale.

Il Commissario, raccordandosi con le regioni, le province autonome e  le aziende sanitarie e fermo restando quanto previsto dagli articoli 3 e 4 del presente decreto,  provvede,  inoltre  al  potenziamento  della capienza delle strutture ospedaliere,  anche  mediante  l'allocazione delle dotazioni  infrastrutturali,  con  particolare  riferimento  ai reparti di terapia intensiva e sub-intensiva.

Il Commissario pone  in  essere  ogni  intervento  utile  per preservare e potenziare le filiere produttive dei beni necessari  per il  contrasto  e  il  contenimento  dell'emergenza  anche  ai   sensi dell'articolo 5. Per la  medesima  finalita',  puo'  provvedere  alla costruzione di nuovi stabilimenti  e  alla  riconversione  di  quelli esistenti per la produzione di detti beni tramite il commissariamento di rami d'azienda, anche organizzando la raccolta di fondi occorrenti e definendo le modalita' di acquisizione e di utilizzazione dei fondi privati  destinati  all'emergenza,  organizzandone  la   raccolta   e controllandone l'impiego secondo quanto  previsto  dall'art.  99.

Come si vede, deleghe estremamente estese che vanno dall'acquisizione dei dispositivi medicali al commissariamento di rami d'azienda. Nell'esercizio di queste funzioni al commissario venne concessa anche una sorta di immunità amministrativa. Leggiamo infatti

Al commissario non si applica l’art. 29 del DPR 22.11.2010 recante   "Disciplina   dell'autonomia finanziaria e contabile della Presidenza del Consiglio dei ministri", pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 286 del  7  dicembre  2010,  e tutti tali atti sono altresi' sottratti al controllo della Corte  dei Conti, fatti salvi gli obblighi di rendicontazione.
 

Con la formula "ogni intervento" gli incarichi avrebbero anche potuto esaurirsi. Invece c'è stato un momento in cui è sembrato che altri incarichi arrivassero motu proprio alla scrivania del commissario: commissario alla riorganizzazione dei call center, commissario all'emergenza scuola, commissario all'emergenza ILVA tramite Invitalia, commissario all'emergenza vaccini, commissario alla centrale acquisti, commissario al finanziamento di Reithera.

Ma non è tanto il numero di incarichi e competenze a lasciar perplessi, ché attraverso una buona distribuzione delle deleghe anche una struttura accentrata può funzionare, quanto i ritardi, le inerzie i passi indietro e in generale una continua percezione di vivere in un mondo altro dal drammatico esistente.

Quando il virus ancora non era arrivato in Europa pochi illusi che credono ancora che sia la razionalità a dover dettare le scelte politiche (fra cui noi e Ilaria Capua) dissero pubblicamente che un virus sconosciuto e che si trasmette attraverso droplets e respiro poteva essere non combattuto ma al più contenuto con Dispositivi di Protezione Individuale. Un po' di razionalità e un po' meno di propaganda avrebbero fatto scegliere ai rappresentanti di governo l'organizzazione di produzione e acquisto di mascherine invece di sciocchi e inutili blocchi del traffico aereo da e per la Cina. Eravamo in febbraio. Si iniziò a parlare seriamente di approvvigionamento di mascherine in quantitativi sufficienti il 3 maggio, giorno dell'annuncio del prezzo calmierato a 50 cents; 5 mesi dopo l'emergenza in Cina, 4 mesi dopo i primi casi italiani e 2 mesi dopo la nomina del commissario.

Qualche mese dopo il virus concesse una tregua estiva e si iniziò a parlare di apertura delle scuole in sicurezza. Invece di pensare alle aule da cercare per evitare classi troppo affollate, invece di potenziare il trasporto pubblico locale e quello degli studenti, invece di predisporre un piano di emergenza in caso di necessità di ricorrere alla didattica a distanza, Arcuri -commissario alla scuola affiantato da Conte alla ministra Lucia Azzolina- predispose il bando per i banchi innovativi a rotelle senza avere la più vaga idea della capacità produttiva della fliera italiana del mobile. Il bando, orgogliosamente nominato "bando europeo per acquisto di banchi e riapertura in sicurezza", fu pubblicato il 20 luglio, emendato il 3 agosto, riemendato il 10 agosto e, di fatto, mai rispettato per impossibilità di qualunque operatore aggiudicatario di garantire quantitativi e consegne nei termini previsti. Della riapertura delle scuole in sicurezza, ca va sans dire, neanche a parlarne. Le scuole aprirono per pochi giorni in alcune regioni per poi essere richiuse per il referendum e quasi mai più riaperte. I banchi restano in gran parte nei magazzini e nei corridoi.

Altra ondata pandemica, altra dimostrazione di predisposizione ai ritardi. Il bando per potenziare il corpo sanitario con 15.000 operatori fu pubblicato solo l'11 dicembre, quello per i test rapidi il 29 settembre, quello per aghi e siringhe il 9 dicembre.

Ho riassunto in una tabella tutti i bandi per fornitura che sono ricaduti sotto la gestione Arcuri

FORNITURA

DATA

QUANTITA’

SPESA

AGGIUDICATARIO

Kit reagenti test sierologici

25.04.2020

150.000

 

Abbott

Test molecolari

11.05.2020

massima

 

 

Test rapidi

09.07.2020

2.000.000

 

Abbott

Banchi scolastici

28.07.2020

3.000.000

371.768.808

 

Terapie intensive indagine

25.07.2020

 

 

 

Terapie intensive- indagine

 

 

 

 

Servizi di trasporto- procedura negoziale

29.04.2020

 

210.000

Neos spa

Servizi di trasporto- procedura negoziale

29.04.2020

 

Tariffa a MCB

SDA

Test rapidi- procedura semplificata

29.09.2020

5.000.000

5.000.000

3.000.000

PU 3,05

PU 3,50

PU 4,50

Rapigen inc

Technogenetics srl

Abbott

Servizi di ingegneria ospedali regioni

 

21

713.266.603

 

Ambulanze

 

 

12.600.000

 

Avviso terapie intensive

15.10.2020

 

 

 

Siringhe

09.12.2020

 

300.217.300

 

Aghi

09.12.2020

 

1.597.009.926

 

Sodio cloruro

04.12.2020

 

 

 

Somministrazione lavoro

22.12.2020

3.000 medici

12.000 infermieri

 

 

Padiglioni Primula

25.01.2021

21
fino a 1.200

PU 409.000

 

L'ultimo è il capolavoro finale, naturalmente con sorpresa. 

21 padiglioni primula, che sarebbero potuti diventare 1.500, da consegnare e collaudare in 21 località diverse contemporaneamente dall'imprea, o dall'ATI, aggiudicataria. Un'inutile e costoso sforzo propagandistico al modico prezzo di 456.000 euro cadauno, che avrebbe rallentato una campagna vaccinazioni già complicata di suo. Anche in questo caso, come per i banchi a rotelle, prima scadenza del bando prorogata per assenza di offerte.

In un editoriale del 1 marzo, giorno della nomina del Generale Figluolo, Marco Travaglio scriveva: "Arcuri rimosso perché troppo efficiente". Non oso pensare cosa sarebbe successo se fosse stato anche poco efficiente.

Anzi si
Stanotte ho fatto un sogno bellissimo.

Finalmente arrivava il mio turno e mi recavo in un padiglione primula a farmi somministrare il vaccino.

Entravo in questo padiglione e una gentile signorina verificava se fossi proprio io quello invitato dall'efficientissimo call center.

Nell'attesa mi offriva una tisana alla curcuma e mi faceva accomodare su una poltrona massaggiante.

Nel padiglione, elegantissimo e candido, la voce di Arcuri diffusa da altoparlanti annegati in piccole isole di verde arredate con piante tropicali rassicurava sul successo contro il covid cantando Rinascerò, Rinascerai dei Pooh.

Arrivava il mio turno e un'altra signorina mi veniva a chiamare per accompagnarmi nella sala iniezioni. Durante il tragitto sentivo il profumo di oli essenziali e, naturalmente, di primule.

Un medico sorridente e le sue due assistenti mi facevano accomodare su un lettino relax, mi davano due cuffie per ascoltare musica ambient e mi offrivano un voucher per cappuccino e brioche che avrei poi potuto prendere al bar adiacente.

L'iniezione durava pochi secondi ed era indolore.

Fatta l'iniezione e tamponato con morbido cotone profumato il buco nel braccio, un altro dottore, specializzato in dietologia, mi indicava il bar dandomi dei consigli per perdere quei due o tre chili di troppo.

Me ne andavo e tutto il personale mi salutava: indossavano una maschera con le fattezze di Domenico Arcuri.

Salito sulla mia auto a levitazione magnetica me ne tornavo a casa felice dell'esperienza.

Era il 2054

 

 

 

 

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