Richieste di cessate il fuoco a Gaza. Nuove armi ibride per l’Ucraina. Rassegna del 30/10/23

Punto Stampa a Cura di: Andrea Shlapak Distaso, Elsa Qushku, Xenia Goriacheva, Franz Forti, Andrea Alesiani
Revisione a cura di: Andrea Alesiani

Conducono: Barbara Marzialetti, Franz Forti

 

 

Link alla diretta/differita YT di questa rassegna 

 

Argomenti principali della giornata:

 

Israele

 

Il primo ministro israeliano annuncia la “seconda fase della guerra”

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato la mattina di sabato 28 ottobre che le truppe israeliane sono entrate a Gaza via terra la sera di venerdì 27 ottobre dando via alla da lui definita “seconda fase della guerra” contro Hamas.
Nonostante l’assalto sia stato accompagnato da un massiccio bombardamento aereo e d’artiglieria, l’esercito israeliano non ha definito tale operazione militare come ‘invasione’. Poiché nella stessa notte si è verificato un blackout delle reti di comunicazione palestinesi (vedi sotto), non è stato possibile identificare la portata di questa azione militare.

L’esercito israeliano ha dichiarato la mattina di domenica 29 ottobre un ancor più massiccio assalto su Gaza, con un’espansione dell’operazione di terra. Nel frattempo Hamas ha lanciato nuovamente dei razzi su diverse posizioni del territorio israeliano, mentre le cosiddette Brigate Qassam hanno rivendicato la responsabilità degli attacchi nell'area metropolitana di Tel Aviv sul loro canale Telegram.
 

Bombardamenti nel territorio meridionale della Striscia di Gaza

Il governo israeliano nelle scorse settimane ha ripetutamente intimato agli abitanti di Gaza di abbandonare il quadrante settentrionale e spostarsi verso sud, in particolare al di sotto del wadi Gaza. Gli avvertimenti erano volti a limitare le vittime civili degli attacchi diretti ad Hamas, anche in vista della mobilitazione via terra.

 

Ciononostante, le analisi satellitari di Sky News mostrano che i bombardamenti delle ultime due settimane hanno interessato anche la zona sud di Gaza. I dati satellitari, video e testimonianze dei residenti (riportate da Reuters) riferiscono che fra il 24 e il 25 ottobre i bombardamenti hanno interessato la zona di Khan Younis - la seconda città più popolosa di Gaza, a 10 chilometri dal confine Egiziano - con forti danni a edifici civili.

L’esercito israeliano ha motivato tali attacchi affermando che, benché la città di Gaza sia la roccaforte di Hamas, le milizie del gruppo si siano insediate anche tra la popolazione civile, lungo tutto il territorio dell’enclave. Le forze israeliane hanno dichiarato, infatti, che le abitazioni dei militanti sono “target legittimi” anche nel caso di prossimità ai civili, ferma restando l’intenzione di adottare “precauzioni fattibili” per minimizzare i danni a questi ultimi.

 

Il Segretario Generale delle Nazioni Uniti, Antonio Guterres, aveva criticato gli attacchi dell’esercito israeliano nel sud di Gaza in un suo discorso, affermando: “Proteggere i civili non significa ordinare a più di un milione di persone di evacuare il sud [...] e poi continuare a bombardare il sud stesso”. Questo e altri commenti contenuti nello stesso discorso hanno scatenato l’indignazione di Israele.

 

Black out e ripristino della linea telefonica e di Internet a Gaza

La sera di Venerdì 27 ottobre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF)  e l’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere hanno comunicato di aver perso i contatti con il loro personale, attivo nella Striscia di Gaza. In seguito, due tra le principali compagnie telefoniche palestinesi, Jawwal e Paltel, hanno fatto sapere che sia le loro linee telefoniche fisse che quelle Internet non erano più operative. Di conseguenza, per quasi un giorno e mezzo Gaza è stata completamente isolata dal resto del mondo, mentre le cliniche ospedaliere e le organizzazioni umanitarie non potevano essere normalmente operative e i medici sono stati costretti a orientarsi in base alle esplosioni per intervenire e soccorrere i civili. 

 

Nel frattempo anche l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), e agenzie tra cui l'Onu, l'Unicef e l'agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), hanno riferito di non essere più in contatto con le missioni e lo staff sul territorio. Ciò ha destato enormi preoccupazioni sia da parte del Comitato per la Protezione dei Giornalisti (Cpj) sia di Human Rights Watch, poiché il blackout nelle comunicazioni rischia di coprire possibili atrocità di massa e crimini di guerra.

Il funzionamento della connessione internet e della linea telefonica è stata parzialmente ripristinata la mattina di domenica 29 ottobre.

Abdulmajeed Melhem, direttore esecutivo di Paltel Group, una delle maggiori compagnie telecomunicative palestinesi, ha dichiarato che la causa dell’arresto e del ripristino del funzionamento delle linee telefoniche e della connessione internet non sono ancora stati identificati.

 

Il blackout, che ha impossibilitato l’arrivo di convogli di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, ha inoltre intensificato la paura e la tensione tra la popolazione palestinese che si è vista isolata dal mondo esterno e impossibilitata a mettersi in contatto con i propri familiari o a fare richieste di soccorso.

 

La crisi umanitaria a Gaza

L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) ha dichiarato che la sopravvivenza di base a Gaza è a rischio e la disperazione inizia ad avere la meglio sulla popolazione, poiché la mattina di sabato 28 migliaia di sfollati hanno saccheggiato i loro magazzini e centri di distribuzione nella Striscia di Gaza centrale e meridionale portando con sé cibo e beni di prima necessità. 

UNRWA riferisce inoltre che 10 dei 50 panifici da essa riforniti sono stati distrutti nei bombardamenti, mentre il carburante necessario per trasportare la farina agli altri panifici sta finendo.

 

In seguito alle ripetute richieste da parte del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il ministro della difesa israeliano, Elad Goren, ha affermato che nei prossimi giorni verrà permesso il passaggio di molti più convogli di aiuti dall’Egitto.

Nelle ultime ore di domenica 29 ottobre, il direttore dell’ospedale di Nasser a Khan Younis, nel sud di Gaza, ha affermato che un convoglio di soccorsi della Croce Rossa Internazionale è arrivato all’ospedale.

 

Il già citato Segretario Generale ONU, Guterres, ha ribadito la richiesta di un cessate il fuoco umanitario per rendere più facile e più sicura la consegna degli aiuti e facilitare il rilascio degli ostaggi che, secondo i militari israeliani, sarebbero arrivati a 239.

 

Proteste pro-Palestina e per cessare il fuoco

Continuano le proteste di centinaia di persone che si riversano nelle strade di molte città europee per manifestare la loro solidarietà ai cittadini palestinesi che vivono nella striscia di Gaza:

  • A Londra si è tenuta una delle manifestazioni più grandi con ben 100.000 persone, secondo il Guardian.
  • A Parigi mille manifestanti si sono radunati per chiedere il cessate il fuoco, nonostante il divieto di manifestare. A Berlino la polizia ha riportato che più di 4.000 manifestanti sono scesi in piazza con bandiere palestinesi. Altre manifestazioni si sono viste anche a Copenaghen, Roma e Stoccolma. Migliaia in strada anche a New York e a Toronto.
  • Particolarmente rilevanti le manifestazioni in Turchia, sostenute attivamente dal governo di Erdogan, affermando che Hamas non sarebbe un’organizzazione terroristica e descrivendo Israele come “l’occupante” e “criminale di guerra”.

Egitto: Il presidente del consiglio di amministrazione della società di telecomunicazioni egiziana "Vodafone Egypt", Hany Mahmoud, ha annunciato che la sua società ha preparato stazioni mobili da trasferire al confine egiziano con Gaza, al fine di ripristinare Internet e le reti di telecomunicazioni nella striscia.

 

Starlink: Il miliardario Elon Musk ha annunciato sulla piattaforma “X” che fornirà alle organizzazioni internazionali riconosciute nella Striscia di Gaza l'accesso alle comunicazioni della rete satellitare "Starlink".

Ucraina

Le forze ucraine hanno continuato le operazioni offensive vicino a Bakhmut e nell'oblast occidentale di Zaporizhia il 28 ottobre. Lo  stato maggiore ucraino ha riferito che le forze ucraine hanno continuato le operazioni offensive a sud di Bakhmut e nella direzione di Melitopol (oblast occidentale di Zaporizhia). Fonti russe hanno affermato che le forze ucraine hanno attaccato vicino a Robotyne, Nesteryanka (12 km a nord-ovest di Robotyne), Kopani (6 km a nord-ovest di Robotyne), Rivne (8 km a ovest di Robotyne), Novoprokopivka (3 km a sud di Robotyne) e Verbove (9 km a est di Robotyne). 

 

Sembra che i resti del Gruppo Wagner stiano combattendo nella direzione di Avdiivka, subordinati alle formazioni controllate dal Ministero della Difesa russo (MoD). Un corrispondente militare russo ha pubblicato un'intervista il 25 ottobre con il comandante del battaglione russo per compiti speciali delle guardie separate "Arbat" che serve la direzione di Avdiivka, il quale ha affermato che un elemento del battaglione Arbat è quasi interamente composto da ex personale Wagner.

 

Le forze russe hanno condotto una serie di attacchi missilistici contro l'oblast di Dnipropetrovsk nella notte tra il 27 e il 28 ottobre.  Fonti militari ucraine hanno riferito il 28 ottobre che le difese aeree ucraine hanno abbattuto tre dei quattro missili da crociera Iskander-K lanciati dalle forze russe dalla Crimea.[13] Secondo quanto riferito, il quarto missile non ha raggiunto il suo obiettivo

 

Secondo quanto riferito, le forze russe stanno utilizzando una nuova versione del drone kamikaze “Lancet” in grado di identificare autonomamente gli obiettivi. Fonti russe affermano che le forze russe hanno iniziato a utilizzare il nuovo drone kamikaze “Izdeliye-53” a partire dal 21 ottobre.[16] Le fonti hanno affermato che il drone “Izdeliye-53” sarebbe dotato di un sistema di guida automatica in grado di distinguere i tipi di obiettivi e aumentare il tasso di successo degli attacchi.[17] Secondo quanto riferito, le forze russe non stanno ancora utilizzando i droni “Izdeliye-53” su larga scala, ma fonti russe hanno affermato che le forze russe stanno attualmente testando i droni per attacchi sciami sincronizzati di massa


Il rapporto ISW più recente spiega che le forze ucraine sono avanzate vicino a Bakhmut nel corso delle continue operazioni offensive vicino a Bakhmut e nell'oblast occidentale di Zaporizhia il 29 ottobre. I  filmati geolocalizzati pubblicati il ​​29 ottobre indicano che le forze ucraine sonoavanzate sulla linea ferroviaria a sud di Andriivka (10 km a sud-ovest di Bakhmut). Lo stato maggiore ucraino ha riferito che le forze ucraine hanno continuato le operazioni di assalto a sud di Bakhmut e hanno continuato le operazioni offensive in direzione di Melitopol (Oblast di Zaporizhia occidentale). Un importante blogger russo ha affermato che le forze ucraine hanno stabilito il controllo su posizioni non specificate nella direzione di Zaporizhia (Oblast di Zaporizhia occidentale) la scorsa settimana. 

 

Il  New York Times  ( NYT ) ha riferito che i funzionari statunitensi invieranno sistemi di difesa aerea ibridi all'Ucraina nell'autunno del 2023. Il  NYT  ha citato funzionari statunitensi che parlano dei cosiddetti sistemi FrankenSAM che uniscono missili di difesa aerea occidentali avanzati con lanciatori sovietici modificati. o altri lanciamissili che l'Ucraina già possiede. Le combinazioni FrankenSAM includono lanciatori Buk sovietici modificati e missili americani Sea Sparrow, radar dell'era sovietica e missili Sidewinder americani e sistemi Hawk dell'era della Guerra Fredda. Il  NYT  ha riferito che gli Stati Uniti stanno testando una combinazione FrankenSAM composta da un missile Patriot e un sistema radar ucraino di produzione nazionale. Laura Cooper, vice segretario aggiunto alla Difesa degli Stati Uniti per la Russia, l'Ucraina e la politica dell'Eurasia, ha affermato che i FrankenSAM contribuiscono a colmare le lacune critiche nella difesa aerea ucraina.

 

I miblogger russi hanno affermato il 29 ottobre che il comandante delle forze aviotrasportate (VDV), il colonnello generale Mikhail Teplinsky, ha sostituito il colonnello generale Oleg Makarevich come comandante del raggruppamento di forze russo “Dnepr” che opera in direzione di Kherson.



 

Russia

Antisemitismo nel Caucaso: 

Una serie di violente azioni antisemite si è svolta nel Caucaso settentrionale in Russia. A Khasavyurt, decine di persone si sono riuniti fuori da un albergo locale chiedendo di mostrare loro i rifugiati israeliani che presumibilmente risiedevano lì. Dopo un lancio di pietre verso l’albergo, la polizia locale aveva permesso ad alcuni tra la folla di entrare e controllare i passaporti dei residenti per assicurarsi che non ci fossero israeliani. In seguito, all’ingresso dell’albergo è apparso un cartello che vietava l’accesso a “israeliani”, con “ebrei” messo fra parentesi. A Cherkessk, circa duecento persone hanno partecipato a una manifestazione anti-israeliana non coordinata, chiedendo di non permettere l’accesso a rifugiati israeliani nella regione e di “sfrattare” gli ebrei già presenti. A Nalchik ignoti hanno dato fuoco al centro culturale ebraico in costruzione. Sul suo muro è stato scritto "Morte ai yahud" (giudei).

La comunità ebraica del Daghestan non esclude l'evacuazione degli ebrei dalla regione.

L'apoteosi di questa serie di azioni antisemite è stata il sequestro dell'aeroporto di Makhachkala. Diverse centinaia di persone si sono riunite all'aeroporto poco prima dell’arrivo di un volo da Tel Aviv, fermando le auto che lasciavano l'aeroporto e controllando i passaporti delle persone dentro le macchine. I rivoltosi hanno fatto irruzione nell'aeroporto e sulla pista, gridando slogan antisemiti e cercando di assaltare l'aereo, causando scontri con le forze di sicurezza. Più di 20 persone sono rimaste ferite - tra agenti di polizia e civili - di cui due sono in condizioni estremamente gravi.

 

“Restituire i nomi” delle vittime di Stalin

Nella giornata di domenica, i cittadini russi hanno commemorato le vittime del regime di Stalin in mezzo a una crescente repressione del dissenso, accentuatasi dopo l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. Il Cremlino promuove una versione selettiva della storia che minimizza e giustifica i crimini di Stalin. Memorial, un gruppo per i diritti umani, ha organizzato l'evento "Restituire i Nomi (Возвращение имен)", in cui i partecipanti leggono i nomi di coloro che sono stati giustiziati durante il Terrore di Stalin (avvenuto tra il 1936 e il 1938) e raccontano le storie delle vittime. Sebbene l'evento sia tradizionalmente tenuto presso il monumento di Pietra Solovetsky, eretto nel 1990 in onore delle vittime della repressione politica in Unione Sovietica, in piazza Lubyanka a Mosca, quest'anno è stato vietato. Memorial ha quindi deciso di organizzare la lettura dei nomi in altri luoghi simbolici nella capitale russa. Gli eventi si sono svolti anche in altre città russe e all'estero, con la partecipazione nelle piazze delle città europee dei cittadini russi contrari al conflitto in Ucraina e che sono dovuti fuggire dopo lo scoppio della guerra.

 

Università russe e repressione del dissenso:

Secondo l'aggiornamento di domenica del Ministero della Difesa del Regno Unito, il Ministero dell'Istruzione russo avrebbe consigliato alle università di non discutere apertamente riguardo a "tendenze politiche, economiche e sociali negative" in Russia durante le loro attività accademiche. L'intelligence britannica suggerisce che ciò sia un tentativo di sopprimere le critiche riguardo all'invasione russa dell'Ucraina in vista della prevista rielezione del presidente Vladimir Putin a marzo 2024. L'aggiornamento dell'intelligence suggerisce che questa situazione potrebbe rendere la sfera politica russa ancora più influenzata dal Cremlino.

 

Politica internazionale

Nord America

USA: L’ex vicepresidente Mike Pence ha annunciato la sospensione della sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2024. Questa decisione è stata motivata dai numeri bassi rilevati nei sondaggi, che lo avrebbero escluso dal terzo dibattito delle primarie repubblicane, dalla mancanza di sostegno da parte degli elettori contrari a Trump e dalle difficoltà finanziarie che hanno afflitto la sua campagna elettorale.

Africa

Sudafrica: Sabato, oltre 20.000 persone hanno partecipato a una marcia attraverso Johannesburg per celebrare il Pride, dimostrando solidarietà alle comunità LGBT in Africa. Il Sudafrica è l’unico paese del continente africano ad aver legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, decisione avvenuta nel 2006. La marcia è stata organizzata in risposta alle recenti leggi anti-gay adottate in Uganda, che prevedono la pena di morte per casi di "omosessualità aggravata".

Asia e Pacifico

Hong Kong: L'università cinese di Hong Kong ha licenziato la professoressa Rowena He, esperta nello studio della repressione in Piazza Tiananmen nel 1989, dopo che le è stata negata l'estensione del visto. Hong Kong era l'unico luogo in Cina dove si poteva discutere apertamente dell'evento, ma le restrizioni imposte dal governo di Pechino, a seguito dell'imposizione della legge sulla sicurezza nazionale nel 2020, hanno portato a forti censure.

 

Cina e G7: Le potenze industriali del G7 chiedono l'immediata revoca dei limiti alle importazioni di prodotti alimentari giapponesi. La richiesta fa implicitamente riferimento alle restrizioni imposte da Pechino due mesi fa sul pesce proveniente dal Giappone, a seguito del rilascio in mare delle acque reflue trattate dalla centrale nucleare di Fukushima. Inoltre la Cina, il principale produttore mondiale di grafite, ha annunciato restrizioni alle esportazioni di grafite, utilizzata nelle batterie dei veicoli elettrici, come parte del loro sforzo per controllare l'approvvigionamento di minerali critici e mantenere il dominio manifatturiero globale. I ministri del G7 hanno enfatizzato la necessità di ridurre la dipendenza da un particolare Paese per le risorse critiche, sollevando preoccupazioni per le distorsioni commerciali.

 

Kazakhstan: Astana ha confermato la nazionalizzazione di ArcelorMittal Temirtau, che gestisce le più grandi acciaierie del Paese e diverse miniere di carbone e minerali, a seguito di un incendio avvenuto sabato in una miniera di carbone che ha ucciso almeno 32 lavoratori. Questa tragedia si inserisce in una serie di precedenti incidenti mortali nei siti gestiti da ArcelorMittal Temirtau. Il governo kazakho ha avviato il processo di nazionalizzazione a seguito di crescenti preoccupazioni per il mancato rispetto degli obblighi di investimento e delle violazioni della sicurezza dei lavoratori da parte dell'azienda. Il presidente Tokayev ha dichiarato una giornata di lutto nazionale.

 

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