Risparmio e investimento: quando l'inflazione è un problema

Per chi ha vissuto gli anni dell’inflazione a doppia cifra, quella di oggi sembra quasi ridicola. Ma veniamo da anni in cui l’inflazione sotto il 2 per cento, fatidica soglia usata dalle Banche centrali mondiali per misurare l’aumento dei prezzi e gli effetti economici, era una costante. Nel 2021, con l’avvio della campagna vaccinale, le riaperture a singhiozzo dei vari Stati, la campagna vaccinale massiccia hanno dato buone speranze di ripresa dell’economia. Così abbiamo visto aumentare i prezzi al consumo, complice anche l’incremento delle materie prime, fino al 4,2 per cento di aprile negli Stati Uniti (su base annua) che ha spaventato i mercati. Una fiammata dei prezzi così non si vedeva dal 2008 e ha fatto ritornare i timori di un aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve prima del previsto. I membri della Fed, da Bostic a Brainard, da Bullard a George, questa settimana hanno minimizzato affermando che il rialzo dell’inflazione sarà temporaneo e che è importante guardare le aspettative di inflazione di lungo periodo, che al momento sono ben ancorate.

Ma qual è l’impatto di questo aumento dei prezzi sul piccolo risparmiatore e investitore? Quali sono gli indicatori che dobbiamo monitorare per salvaguardare il nostro patrimonio?

Ne parliamo stasera su Twitch, alle 21.30, nella rubrica #Edufin che avrà come ospite speciale Michele Boldrin.

Come sempre avrete la possibilità di fare domande in diretta, mentre la registrazione sarà disponibile venerdì sul canale Agorà Liberi Oltre.

Per chi si è perso il video #Edufin dedicato proprio alla spiegazione della relazione tra inflazione e tassi di interesse, può recuperarlo sul Canale YouTube di Liberi Oltre.

 

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