A proposito dell'intervista a Zelensky

Ho guardato l’intervista a Zelensky dei giornalisti italiani. Trovandomi nella situazione di dover tradurre le domande dall’italiano, ho provato un certo imbarazzo per quanto fossero talvolta prive di senso, naïve, spesso ‘inattuali’ o slegate dalla realtà, etc.

Ho perso il conto del numero di domande sul Papa e il ruolo del ‘Santo Padre’ come mediatore nel conflitto (sic!). Davvero in Italia qualcuno crede a queste cose? (Sarà che vivo in un paese anti-papista...)

Altre domande chiedevano a Zelensky di leggere nella mente di Putin (ma secondo lei Putin pensa che…?), di prevedere il futuro (ma se Trump vince nel 2024…?), o di svelare dettagli e tempistiche della controffensiva.

Nessuno ha pensato di chiedere, che so, del processo di integrazione nell’EU, del percorso di riforme, delle garanzie di sicurezza che dovrà ricevere dalla NATO, della ricostruzione e ri-popolazione del paese, etc. unica domanda decente quella di Mentana su Belarus.

In generale, sembrava che intervistato e intervistatori vivessero in due mondi diversi e che diversi fra quest’ultimi avessero una percezione molto superficiale della situazione. Un fatto grave quando parliamo dei direttori dei principali quotidiani/notiziari italiani.

Bruno Vespa che chiede se Zelensky sarebbe disposto a concedere un referendum sull’autonomia della Crimea sul ‘modello Alto Adige’ (sic!) evidentemente ignorando che la Crimea era già una repubblica autonoma con una sua costituzione e parlamento credo riassuma il problema.

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