L’emergenza è ritornata nelle prime ore dell’alba del 4 dicembre, a causa di una fortissima risposta del popolo sudcoreano: migliaia di persone si sono riversate nelle spazi prossimi all’edificio dell’Assemblea Nazionale, chiedendo delucidazioni e difendendo la democrazia da quel che pareva essere un colpo di stato. Frattanto, l’esercito cingeva le masse, contenendole senza troppa convinzione, sbarrando le porte del parlamento (un gesto che si rivelerà inutile, giacché i parlamentari riusciranno poi ad entrare e a riunirsi in una seduta straordinaria). L’Assemblea Nazionale ha poi chiesto il ritiro dell’emergenza.
Le motivazioni di Yoon paiono ancora confuse. S’ipotizza che il suo fosse un vaneggiamento, un delirio di onnipotenza che lo avrebbe portato a decidere di “punire” l’opposizione. La sera del 3 dicembre, come riporta il New York Times, l’ormai ex presidente sudcoreano aveva definito l’Assemblea Nazionale una “tana di criminali” che “sta tentando di paralizzare il sistema di amministrazione giudiziaria della nazione attraverso la dittatura legislativa e rovesciare il sistema della democrazia liberale”.
La sua storia personale, come racconta un articolo pubblicato in aprile dalla BBC, sembrerebbe confermare questa lettura della faccenda: l’emittente britannica descrive Yoon come un uomo testardo, incorruttibile nei suoi discutibili princìpi, che il suo partito (il Partito del Potere Popolare, di centrodestra) non ha mai apprezzato – né, in un certo qual senso, governato. “Mi dispiace molto di averlo scelto come nostro candidato”, le parole sono dello stratega della campagna di Yoon, Kim Keun-sik, pronunciate all'indomani della legge marziale.
L’impeachment di Yoon è stato confermato dalla Corte Suprema sudcoreana il 4 aprile; le elezioni presidenziali, invece, si sono tenute pochi giorni fa: il 3 giugno.
Il vincitore è l’esponente dell’opposizione; è un politico di lunga carriera, è maschio, e dal 2022 è leader del Partito Democratico. Il suo nome è Lee Jae-myung e questo articolo vuole raccontarlo, cercando di portare alla luce qualche riflessione sulla sua futura linea politica.
L’uomo e il politico
Lee Jae-myung nasce nel 1963 ad Andong, provincia di Gyeongbuk.
In giovanissima età lavorò come operaio. Durante questa sua prima e prematura occupazione, all’età di 13 anni, subì un brutto infortunio al braccio, dopo che il suo polso si incastrò in una macchina da stampa. Ciò lo avvicinò inevitabilmente alle sofferenze e alle ingiustizie subite dalla classe operaia sudcoreana, ma gli permise anche di prendere le distanze dalle fabbriche e percorrere un’altra strada, quella dell’istruzione, che l’avrebbe poi portato a diventare avvocato nel 1986.
Come avvocato si batté per i diritti umani per almeno vent’anni; fu soltanto nel 2005 che entrò in politica, divenendo membro del partito d’ispirazione liberal-democratica Uri (una sorta di predecessore spirituale dell’attuale Partito Democratico).
Particolarmente apprezzato dalla classe operaia, Lee divenne sindaco di Seongnam nel 2010 e governatore della provincia di Gyeonggi (la più popolosa della Sud Corea) nel 2018. Le sue politiche si contraddistinsero per una particolare attenzione verso le tematiche sociali: durante i suoi mandati implementò diverse norme che miravano a creare un sistema di free-welfare locale, percepito come innovativo dall’opinione pubblica progressista e non. Proprio a questo proposito, durante la pandemia, si scontrò parecchie volte con il governo centrale, criticandolo per non essere riuscito a fornire aiuti umanitari gratuiti e in breve tempo.
Nel 2021 perse la corsa presidenziale con uno scarto dello 0.71%.
Scandali
Nel 2023 l’attuale presidente era stato accusato di corruzione nell’ambito di diversi progetti residenziali sviluppati a Seongnam, città di cui era stato sindaco per due mandati tra il 2010 e il 2018, periodo durante il quale si era distinto a livello nazionale per l’attuazione dei succitati programmi di welfare.
Secondo il tribunale, le dichiarazioni di Lee, nelle quali si difendeva dalle accuse di corruzione, avrebbero violato la normativa elettorale, poiché la diffusione di informazioni non veritiere durante la campagna elettorale può ostacolare la capacità degli elettori di compiere scelte consapevoli, alterando così il corretto funzionamento della democrazia.
La procura locale aveva sostenuto che Lee avrebbe favorito una società edilizia nell’assegnazione di un appalto pubblico per uno dei progetti abitativi realizzati a Seongnam tra il 2014 e il 2017. L’accusa aveva avanzato l'ipotesi che l’amministrazione guidata da Lee avesse modificato la destinazione d’uso di un’area precedentemente classificata come bene pubblico (aree verdi destinate ai cittadini), permettendo così la costruzione di nuovi alloggi, e che tale decisione sarebbe stata presa in seguito a pressioni da parte di investitori privati interessati al progetto.
Durante una sessione parlamentare nel 2021, Lee aveva affermato che la modifica della destinazione d’uso era stata imposta dal governo centrale. Tuttavia, secondo la procura, non esistono elementi che confermino questa versione, posizione successivamente ribadita anche dal ministero sudcoreano del Territorio, delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Inizialmente erano stati chiesti due anni; in seguito, giorno 15 novembre 2024, il tribunale di Seoul l’aveva condannato a un anno di carcere con sospensione di pena. Fatto e vinto il ricorso, Lee ha visto il suo caso essere riaperto in maggio, con un’udienza prefissata per giorno 18 giugno 2025.
In questo contesto arriva la sospensione del processo a data da destinarsi: è la giornata del 9 giugno 2025. Una corte di Seoul ha dichiarato che, in base all’articolo 84 della Costituzione, il processo a carico di Lee Jae-Myung verrà sospeso per tutta la durata del suo mandato presidenziale.
Probabile linea politica
La sua elezione arriva in seguito a una vittoria ottenuta con il 49% delle preferenze. È un presidente che fa discutere, che ha creato intorno a sé un’aria di tensione politica: si è sopra accennato ai suoi scandali giudiziari, ma le controversie che lo riguardano sfociano anche nella violenza. A gennaio di quest’anno, Lee è stato pugnalato al collo da parte di un uomo che, avvicinandolo con la scusa di un autografo, gli ha provocato una grave lesione alle vena giugulare. L’uomo aveva peraltro firmato un manifesto di otto pagine in cui veniva solennemente dichiarato che l’esponente dei democratici non sarebbe mai divenuto presidente.
Ciononostante, nel suo primo discorso da presidente, Lee ha detto di voler unire un popolo profondamente diviso, “a prescindere da chi ha votato chi”, come lui stesso ha puntualizzato. Inoltre, il neo-presidente ha parlato di economia, chiarendo lo status “stagnante” della stessa e la necessità di doverla rivitalizzare. “È ora di ripristinare la sicurezza e la pace, che sono state ridotte a strumenti di conflitto politico; di ricostruire i mezzi di sussistenza e l'economia danneggiata dall'indifferenza, dall'incompetenza e dall'irresponsabilità; di far rivivere la democrazia, minata da veicoli blindati e fucili automatici” ha detto, facendo riferimento alla triste vicenda che è valsa l’impeachment al suo predecessore. Ha indicato, inoltre, un approccio pragmatico e “orientato al mercato” per far sì che l’economia del paese torni ad essere vivace e travolgente, come lo era negli anni ‘80 e ‘90, quando la rapida industrializzazione, l’arrivo della democrazia e l'entusiasmo del popolo avevano reso la Corea del Sud uno dei paesi più dinamici della regione e del mondo.
Per quanto riguarda la politica estera, nello stesso discorso Lee ha puntualizzato che intende ricostruire una forte intesa con gli Stati Uniti, in modo da rafforzare la tradizionale triangolazione Washington-Tokyo-Seoul, che è stata alla base della politica estera statunitense per decenni. Le relazioni con il Giappone sono un tema in Sud Corea: le frequenti visite dei Primi Ministri giapponesi al santuario di Yasukuni sono state negli anni motivo di indignazione per i cittadini sudcoreani, sottolineando la questione mai risolta dell’imperialismo giapponese. Lee ha inoltre detto che verranno riaperti i canali diplomatici con Pyongyang, nel tentativo di “riportare la pace nella penisola coreana”. Nessun accenno è stato fatto, dunque, al tema della riunificazione delle due Coree. È probabile, inoltre, che Lee senta il presidente Trump per discutere del problema dei dazi.
Ultimo punto su cui porre l’attenzione sono le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese. Lee si è presentato come un leader pragmatico, guidato dagli interessi nazionali e non da principi ideologici. È nell’interesse di Seoul, dunque, una più aperta e trasparente relazione con Pechino; un obiettivo, però, difficile da raggiungere. Durante la presidenza di Moon (il predecessore di Yoon Suk-yeol), l’approccio dominante nei confronti della Cina era stato quello dell’ambiguità strategica: allinearsi agli USA senza tuttavia prendere posizioni forti e chiare, presentandosi come un attore di mezzo, un mediatore in caso di crisi. Yoon, invece, aveva in principio resi chiaro l’allineamento con gli Stati Uniti, salvo poi invitare il presidente cinese Xi per una visita di stato (l’ultima visita del presidente cinese risale al 2014) e incontrarlo direttamente al margine del summit dell’APEC (Cooperazione Economica Asia-Pacifico).
Anche Lee ha dichiarato di voler migliorare le relazioni con Pechino. "Dobbiamo dare priorità all'interesse nazionale ed evitare di essere troppo coinvolti nel conflitto Cina-Taiwan", ha detto durante la campagna elettorale. "L'idea è di rispettare lo status quo e mantenere una distanza adeguata". Ciononostante, la sfida è complessa: secondo il Pew Research Centre, più del 70% dei coreani hanno un’opinione negativa della Cina Popolare.
Lee ha inoltre auspicato “prudenza” e “pragmatismo” anche nei rapporti con la Russia di Putin.
- President Yoon Suk Yeol of South Korea Declares Martial Law, Then Backs Down - The New York Times
- The unravelling of Yoon Suk Yeol: South Korea's 'stubborn and hot-tempered' martial law president
- South Korea President Lee's election law violation hearing postponed indefinitely, court says | Reuters
- Who is Lee Jae-myung, South Korea's new president?
- South Korea President Lee's election law violation hearing postponed indefinitely, court says | Reuters
- Il leader dell'opposizione sudcoreana è stato condannato a un anno di carcere - Il Post
- Lee Jae-myung: South Korea opposition leader stabbed in neck on visit to Busan
- (2nd LD) Lee vows to unite nation, revitalize slowing economy | Yonhap News Agency
- New foreign minister invites Xi Jinping to Seoul - The Korea Times
- South Korea's Yoon tells China's Xi cooperation needed on Russia, North Korea | Reuters
- DP's Lee vows pragmatic diplomacy with China | Yonhap News Agency
- Pew Research Center, July, 2024, “Most People in 35 Countries Say China Has a Large Impact on Their National
