La Settimana Economica | n. 49/2025

Economia

di Viktorio Todorov,

La prima settimana di dicembre si chiude con un quadro globale divisivo.

SINTESI DELLA SETTIMANA

Negli Stati Uniti, la Fed appare spaccata sia in vista del FOMC sia sulla successione di Powell. Intanto, i dazi pesano sempre più sul ceto medio: le esenzioni attenuano solo marginalmente il costo della vita, la fiducia dei consumatori resta vicina ai minimi storici e la manifattura continua a contrarsi sotto il doppio colpo di tariffe e domanda debole, con le piccole imprese in maggiore difficoltà. A complicare il quadro, Trump restringe i permessi di lavoro per i richiedenti asilo, aggravando le tensioni già presenti nel mercato del lavoro.

In Europa, l’UE vara un piano per ridurre la dipendenza dalle materie prime cinesi, mentre l’eurozona affronta inflazione persistente e consumi ancora fiacchi. La BCE si avvia verso una pausa, ma resta guidata dai dati. Lagarde avverte Roma sui rischi di politicizzare le riserve auree, tema potenzialmente destabilizzante. In Svizzera, l’inflazione allo zero riapre il dibattito sui tassi negativi.

In Cina, la crescita rallenta e alimenta timori per l’economia globale, data la centralità del Paese nelle catene del valore. In Giappone, la BOJ prepara le prossime mosse calibrandole sul difficile calcolo del tasso neutrale, che guiderà le decisioni sui futuri rialzi.

INDICATORI MACROECONOMICI 

Inflazione: 
Italia: +1,3%, dal precedente +1,7% ⬇
Eurozona: +2,2% dal precedente +2,1%. ⬆
Inghilterra: +3,8% dal precedente +3,8% 
Stati Uniti: +3% dal precedente +2,9% ⬆

Disoccupazione: 
Italia: +6,1% dal precedente +6% ⬇
Eurozona: +6,4% dal precedente +6,4%
Inghilterra: +5% dal precedente +4,8% ⬆
Stati Uniti: +4,3% dal precedente +4,2% ⬆

Tassi d'interesse: 
Eurozona: 2,15%
Stati Uniti: 3,75-4%
Inghilterra: 4%

PIL: Q2 2025: 
Italia: 0%
Eurozona: +0,3%
Inghilterra: +0,3%
Stati Uniti: +3,8% 

MERCATI FINANZIARI

EUR/USD: 1,1643, +0,39% questa settimana, +12,50% da inizio anno
DXY: 97,44, –0,30% questa settimana, –10,82% da inizio anno

S&P 500: 6.870,39, +0,31% questa settimana, +16,38% da inizio anno
NASDAQ: 23.578,12, +0,91% questa settimana, +21,51% da inizio anno
FTSE MIB: 43.519,07, +0,37% questa settimana, +26,70% da inizio anno
STOXX 600: 556,80, +0,83% questa settimana, +7,98% da inizio anno
DAX: 24.242,10, +0,22% questa settimana, +20,86% da inizio anno
CAC 40: 7.818,55, +0,31% questa settimana, +7,05% da inizio anno
IBEX 35: 15.108,64, +0,16% questa settimana, +29,93% da inizio anno

US10Y: 4,14%, +12,2 bps questa settimana, –43 bps da inizio anno
US02Y: 3,70%, –3 bps questa settimana, –48 bps da inizio anno

US10Y – US02Y: 0,44% (4,14% – 3,70%)

IT10Y: 3,21%, –2 bps questa settimana, –9 bps da inizio anno
Spread BTP–Bund: 68,790 bps, –2,510 bps questa settimana, –48,31 bps da inizio anno

VIX: 15,4, –5,75% questa settimana, –10,52% da inizio anno

BTC/USD: $89.106,00, –1,40% questa settimana, –4,55% da inizio anno

FOCUS DELLA SETTIMANA

STATI UNITI

Fed divisa e successione a Powell: equilibrio fragile nella politica monetaria statunitense

La riunione del 10 dicembre evidenzia una Federal Reserve profondamente spaccata. Waller, Williams, Miran e Bowman spingono per un taglio dei tassi come assicurazione contro un possibile indebolimento del mercato del lavoro. Powell, Cook e Jefferson mantengono prudenza. Sul fronte opposto, Collins, Schmid, Goolsbee, Musalem e Barr segnalano rischi inflazionistici ancora elevati e margini limitati per ulteriori riduzioni. La decisione finale dipenderà in larga parte da Powell. Intanto Trump si prepara a scegliere il successore di Powell. Kevin Hassett risulta favorito grazie alla fiducia dei mercati e alla sua vicinanza politica. Warsh, Waller, Bowman e Rieder restano in corsa, ma la reazione positiva dei rendimenti ai rumor rafforza Hassett. L’annuncio ufficiale è atteso a inizio 2026.

Le esenzioni tariffarie di Trump aiutano poco sul costo della vita

L’amministrazione Trump ha escluso dazi su banana, caffè e altri prodotti alimentari per attenuare la pressione sui prezzi, ma l’impatto è limitato: gli articoli esentati valgono solo il 2% delle importazioni USA e generavano 2,6 miliardi di dollari di entrate tariffarie. Molti beni essenziali restano colpiti, tra cui zucchero, pasta, olio e pesce, continuando a pesare sull’inflazione alimentare. I rincari restano forti: da gennaio caffè +15%, banane +8%, mentre i prezzi della carne bovina volano oltre il 10%. Le esenzioni aiutano soprattutto i partner nordamericani, ma non cambiano il quadro generale: la maggior parte dei dazi continua a gravare sui consumatori.

Fiducia dei consumatori in lieve rialzo ma resta vicina ai minimi

L’indice dell’Università del Michigan sale a 53,3 a dicembre rispetto a 51 di novembre, dopo il pessimismo legato allo shutdown. Il miglioramento, superiore alle attese, non cambia però il quadro: la fiducia resta molto distante dai livelli di inizio anno e vicina ai minimi del 2022. Inflazione ancora percepita come elevata, salari deboli per le fasce a basso reddito e mercato del lavoro fragile continuano a pesare. Le attese d’inflazione a un anno scendono al 4,1%, quarto calo consecutivo.

Manifattura sotto pressione tra dazi, domanda debole e segnali contrastanti

La manifattura americana rimane in territorio negativo, frenata dai dazi di Trump, che aumentano i costi dei materiali e aggravano l’incertezza. L’indice ISM scende a 48,2, nona contrazione consecutiva, con nuovi ordini deboli, occupazione ridotta e difficoltà diffuse in settori come tessile, chimica e trasporti. Il 67% delle imprese limita le assunzioni. Solo il reparto tecnologico, alimentare e macchinario mostrano moderata espansione, mentre l’indice dei prezzi accelera e potrebbe complicare le valutazioni della Fed.

Il quadro appare meno negativo nel PMI S&P Global, ancora in espansione a 52,2, ma sostenuto da scorte invendute in aumento e da una domanda estera fiacca. Pantheon prevede un miglioramento nel 2026, ma lento e modesto, vista la fragilità del quadro globale.

Parallelamente, i dati sulla produzione industriale confermano una dinamica debole. A settembre l’output totale sale appena dello 0,1%, recuperando in minima parte il calo di agosto. Il progresso è dovuto esclusivamente alle utilities (+1,1%), mentre manifattura ed estrazione restano stagnanti. La capacity utilization rimane ferma al 75,9%, segnalando un comparto ancora lontano da una ripresa robusta.

Trump restringe i permessi di lavoro per i richiedenti asilo

Gli Stati Uniti riducono da cinque anni a 18 mesi la validità dei permessi di lavoro per richiedenti asilo, rifugiati e altri migranti con protezioni umanitarie. La misura, motivata da esigenze di “vetting più frequente” dopo la sparatoria contro due membri della Guardia Nazionale, colpirà centinaia di migliaia di lavoratori, soprattutto nei settori a bassa manodopera.

Secondo le associazioni, la stretta rischia di aumentare i ritardi burocratici e far uscire molti richiedenti asilo dal mercato del lavoro, in un contesto in cui 1,4 milioni di richiedenti asilo lavorano legalmente negli USA.

Piccole imprese in difficoltà mentre la Corte Suprema valuta le tariffe Trump

Le tariffe d’emergenza imposte da Trump stanno mettendo in ginocchio molte aziende americane. Busy Baby, produttrice di articoli per bambini in Minnesota, ha perso metà del fatturato dopo tariffe fino al 145%: la fondatrice Beth Benike attende ora una possibile decisione della Corte Suprema che potrebbe invalidarle e portare a rimborsi miliardari.

Nel frattempo, colossi come Costco, Revlon e Bumble Bee Foods avviano cause per tutelare i propri diritti. Ma l’incertezza resta alta: anche in caso di bocciatura delle tariffe IEEPA, Trump potrebbe introdurre nuovi dazi usando altre norme, rendendo probabile la permanenza di un regime tariffario aggressivo.

EUROPA

Europa, forti divari negli investimenti finanziari delle famiglie

Gli europei investono molto meno in strumenti di mercato rispetto agli statunitensi, e le differenze interne all’UE restano marcate. Secondo AFME, il valore degli asset finanziari delle famiglie equivale al 94% del PIL dell’UE, ma con forti divari: Danimarca, Svezia e Paesi Bassi superano il 160%, mentre Romania resta al 16%.

La distanza emerge anche pro capite, con investimenti che vanno da 2.880€ in Romania a 150€ in Danimarca. I paesi leader combinano pensioni sviluppate, incentivi fiscali e piattaforme semplici, come il conto ISK svedese, mentre altri restano legati ai depositi bancari.

UE vara un piano da 3,5 miliardi per ridurre la dipendenza dalle materie prime cinesi

La Commissione europea presenta un piano da 3,5 miliardi di dollari per mettere in sicurezza le forniture di materie prime critiche, mentre le tensioni con la Cina sui minerali strategici restano elevate. Il pacchetto prevede un nuovo centro di monitoraggio, investimenti congiunti e misure per trattenere più materiali nel blocco tramite riciclo ed eventuali restrizioni all’export.
Pechino controlla oltre il 60% dell’estrazione di terre rare e il 94% della produzione di magneti. Bruxelles punta a ridurre drasticamente la dipendenza da litio, cobalto e grafite entro il 2030, con investimenti prioritari in magneti, batterie e difesa.

Eurozona tra inflazione alta, consumi deboli e crescita trainata dagli investimenti

L’eurozona affronta una fase mista: inflazione ancora sopra il targetconsumi stagnanti e una crescita rivista al rialzo grazie al rimbalzo degli investimenti. A novembre l’inflazione sale al 2,2%, riducendo la probabilità di un nuovo taglio dei tassi. Il core resta fermo al 2,4%, mentre la disoccupazione si conferma al 6,4%. La BCE dovrebbe mantenere il tasso al 2% il 18 dicembre, con Lagarde che parla di una posizione “in un buon punto”. L’OCSE vede inflazione all’1,9% nel 2026, mentre BNP Paribas prevede una crescita più forte grazie al maxi-stimolo tedesco. Un eventuale rialzo dei tassi non arriverebbe prima della seconda metà del 2027.

Sul fronte della domanda interna, le vendite al dettaglio restano ferme a ottobre, frenate dai cali in Germania e Francia. Pantheon segnala che il trend non è più in miglioramento. La fiducia dei consumatori è ai massimi da febbraio ma ancora debole, penalizzata da crisi passate, tassi elevati e dai dazi USA. Tuttavia, redditi reali in risalitadisoccupazione bassa risparmi elevati offrono margini per una ripresa graduale.

Il quadro della crescita è più positivo: nel terzo trimestre il PIL avanza dello 0,3%, oltre le stime, grazie a un forte recupero degli investimenti (+0,9%). I consumi restano moderati e le importazioni superano le esportazioni, complicate dai dazi americani. Ma l’occupazione cresce (+0,2%) e i PMI indicano un’economia in espansione. Con l’inflazione vicina al target, la BCE sembra orientata alla stabilità, senza nuovi tagli all’orizzonte.

BCE, Villeroy mantiene aperta ogni opzione di politica monetaria

François Villeroy de Galhau ha respinto l’idea che il tasso al 2% sia definitivo, insistendo che la BCE mantiene piena opzionalità. Pur con l’inflazione vicina al target e attesa sotto il 2 percento nel 2026, Villeroy ha avvertito che rischi al ribasso restano rilevanti, citando un possibile rallentamento dei salari, un euro più forte e l’aumento delle importazioni cinesi a prezzi in calo.

Gli investitori prevedono tassi fermi il 18 dicembre, ma Villeroy non esclude nuove mosse se deviazioni dall’obiettivo risultassero persistenti.

Studio sugli impatti economici del clima ritirato dopo errori nei dati

Nature ha ritirato uno studio molto citato che stimava un crollo del 62% del PIL globale entro il 2100, dopo che ricercatori hanno scoperto che dati distorti dell’Uzbekistan avevano gonfiato le previsioni. Corretto l’errore, il danno stimato scende al 23%.
Il lavoro, usato da CBO, World Bank e NGFS, influenzava modelli regolamentari sul rischio climatico. Gli autori riconoscono modifiche troppo grandi per una semplice rettifica e preparano una nuova versione. La comunità scientifica ribadisce però il consenso: il cambiamento climatico danneggia gravemente l’economia.

Lagarde avverte l’Italia sui rischi di politicizzare le riserve auree

La proposta di Fratelli d’Italia di dichiarare l’oro della Banca d’Italia, “bene del popolo”, ha riacceso l’allarme della BCE. Christine Lagarde ha ricordato che, per i trattati europei, gestione e detenzione delle riserve spettano esclusivamente alle banche centrali nazionali, pilastro dell’indipendenza monetaria.

Secondo la BCE, ridefinire la proprietà dell’oro rischia di aprire la porta a usi politici delle riserve, minando la credibilità dell’euro e la stabilità finanziaria. Con oltre 2.450 tonnellate di oro, un cambio di quadro a Roma avrebbe effetti sistemici e creerebbe un pericoloso precedente per tutta l’eurozona.

Brexit ha frenato la crescita del Regno Unito molto più dei Paesi comparabili

Una nuova analisi del Decision Maker Panel mostra che il Pil pro capite del Regno Unito è cresciuto tra il 6% e il 10% in meno rispetto a economie simili, con effetti ancora evidenti quasi dieci anni dopo il referendum.

Secondo il report, l’incertezza politica e commerciale ha congelato investimenti e assunzioni: gli investimenti risultano inferiori del 12–18%, l’occupazione del 3–4% e la produttività del 3–4%. Le imprese più integrate nelle catene europee hanno subito l’impatto maggiore, riducendo la competitività complessiva.

Gli autori descrivono Brexit come una “riforma commerciale al contrario”, che ha alzato barriere e indebolito la posizione globale del Paese.

Svizzera, inflazione ferma a zero e cresce l’ipotesi di tassi negativi

L’inflazione svizzera rallenta a 0% a novembre, sorprendendo ancora la BNS e aumentando i timori di deflazione. Il calo di alimentari e beni non durevoli compensa il rialzo dei servizi, mentre l’economia ha già registrato una contrazione nel terzo trimestre sotto il peso dei dazi USA poi ridotti al 15%.
Il dato, ben sotto le attese, rafforza la possibilità che la banca centrale consideri un ritorno ai tassi negativi, anche se la maggior parte degli analisti prevede una pausa alla riunione dell’11 dicembre. A pesare anche il franco forte, in rialzo del 13% da inizio anno.

Scozia torna sui mercati ma i “kilts” riaprono il dibattito sull’indipendenza

Dopo oltre tre secoli dal disastro del Darién, la Scozia prepara la sua prima emissione obbligazionaria moderna. Moody’s e S&P hanno assegnato al paese un rating pari a quello del Regno Unito, migliore di Spagna e Italia, spingendo il premier John Swinney a definirlo un passo simbolico verso l’indipendenza. I mercati hanno già ribattezzato i titoli “kilts”, ipotizzando rendimenti superiori ai gilt britannici. Ma le agenzie chiariscono che il giudizio resta valido solo finché la Scozia rimane nel Regno Unito. Critici e analisti avvertono che un bond sovrano rischierebbe di diventare un termometro immediato del costo economico della secessione, facendo schizzare gli spread se l’ipotesi indipendenza tornasse sul tavolo.

RESTO DEL MONDO 

Cina in rallentamento e più dannosa per la crescita globale

La Cina pesa sempre meno sulla crescita mondiale e, secondo Goldman Sachs, il suo contributo netto è ormai negativo: importazioni in calo del 3%, export in aumento e un modello orientato all’autosufficienza che sottrae domanda ai partner. Pechino mantiene il controllo sia sulle produzioni avanzate sia su quelle a basso costo e il surplus estero potrebbe raggiungere l’1% del PIL globale entro il 2029. Goldman prevede una crescita cinese più rapida di 0,6 punti, ma un impatto negativo di 0,1 punti sulla crescita mondiale, aggravando le pressioni competitive su Europa, Asia e Nord America.

I segnali ciclici restano deboli: il PMI manifatturiero ufficiale sale a 49,2, ma resta in contrazione per l’ottavo mese, con domanda interna fragile e immobiliare depresso. Anche il PMI non manifatturiero scende sotto 50, mentre il PMI privato RatingDog peggiora a 49,9, indicando nuovo raffreddamento, tagli al personale e ordini in rallentamento. I servizi tengono meglio (52,1), ma mostrano slancio ridotto e fiducia in calo ai minimi da aprile.

Nel frattempo, gli Stati Uniti contribuiscono più della Cina alla crescita globale, con importazioni in aumento del 10%. Ma la strategia cinese, basata su export aggressivi e capacità produttiva in espansione, continua a esercitare pressioni su manifatture e catene del valore globali. Senza una risposta coordinata, avvertono gli economisti, la dinamica cinese continuerà a erodere crescita e competitività negli altri paesi.

Giappone, la stretta dipende dal “tasso neutrale”

La prossima mossa della Bank of Japan ruota attorno al tasso neutrale, il livello dei tassi che mantiene l’economia in equilibrio ma che non può essere osservato direttamente. Kazuo Ueda ha spiegato che la BOJ sta cercando di definirne l’intervallo, elemento decisivo per capire fin dove spingersi con i rialzi.
Le dichiarazioni hanno alimentato aspettative di ulteriore tightening a dicembre, facendo salire il rendimento del JGB decennale a 1.92% e rafforzando lo yen. Ueda avverte però che restano incertezze, mentre la banca valuterà soprattutto i segnali sui salari del 2026 prima di decidere nuovi aumenti.

India, la banca centrale taglia i tassi per sostenere la crescita sotto pressione dai dazi USA

La Reserve Bank of India ha tagliato il tasso repo al 5.25 percento, interrompendo due riunioni di pausa. Il rallentamento dell’inflazione offre spazio per sostenere un’economia minacciata dai dazi USA al 50 percento, molto più alti rispetto ai concorrenti.

La banca centrale ha alzato la stima di crescita al 7.3 percento e ridotto quella d’inflazione al 2 percento. Il rupee resta debole e la RBI inietterà liquidità con acquisti di bond. Possibile un nuovo taglio a febbraio se l’impatto dei dazi dovesse peggiorare.

Corea del Sud, export accelera mentre l’inflazione resta sopra target

Le esportazioni sudcoreane balzano del 8,4% a novembre, superando le attese grazie al boom dei semiconduttori e al nuovo accordo commerciale con Washington. I chip volano del 39%, segnando un record mensile, mentre le auto avanzano del 14%. Le importazioni crescono dell’1,2%, spingendo il surplus a 9,7 miliardi di dollari. Migliorano anche i flussi verso Stati Uniti e Cina, confermando un graduale recupero.

Sul fronte prezzi, l’inflazione resta ostinatamente sopra target: il CPI segna +2,4%, sostenuto da carburanti, alimentari e won debole. La Bank of Korea mantiene il tasso al 2,50% e alza le stime d’inflazione al 2,1% per il 2025–26.

Australia, cresce il rischio di un rialzo dei tassi già a febbraio

Gli economisti delle grandi banche australiane valutano un possibile aumento dei tassi già a febbraio, mentre consumi vivaci, domanda privata in accelerazione e inflazione in rialzo mettono pressione sulla RBA. Il governatore Michele Bullock potrebbe presto segnalare la fine del ciclo di tagli, con l’inflazione core vista fino allo 0,9% trimestrale e un ritmo annualizzato vicino al 3,8%. Con l’economia vicina ai limiti di capacità e un mercato del lavoro quasi saturo, la banca centrale potrebbe essere costretta a invertire parte dell’allentamento effettuato nel 2025.

PROSPETTIVE

La settimana sarà dominata dalla decisione della Federal Reserve, con i mercati che scontano un terzo taglio consecutivo da 25 punti base dopo dati occupazionali molto deboli. Gli investitori guarderanno alle nuove proiezioni sui tassi, mentre gli indicatori sul mercato del lavoro offriranno ulteriori segnali sulla traiettoria dell’economia.

Anche Canada, Australia e Svizzera saranno al centro dell’attenzione: Ottawa dovrebbe restare ferma, l’RBA potrebbe virare su toni più hawkish, mentre la SNB dovrebbe mantenere i tassi a zero. In America Latina, il Brasile si prepara a un possibile ciclo di tagli nel 2026, mentre il Messico pubblica nuovi dati sull’inflazione.

Nel Regno Unito, gli investitori attendono il PIL di ottobre con la Bank of England vicina a un taglio dei tassi il 18 dicembre. Nell’eurozona, la settimana è leggera, ma gli analisti di Citi vedono una resilienza crescente grazie allo stimolo tedesco.

In Asia, l’attenzione sarà su Cina e Taiwan: Pechino pubblica dati cruciali su export e inflazione, dove si attendono primi segnali positivi dalla tregua commerciale con Washington. Taiwan continua a beneficiare del boom dell’AI, con esportazioni sostenute da GPU, server e elettronica stagionale.

Il Giappone resta sorvegliato speciale: ogni dichiarazione del governatore Ueda potrà muovere i mercati obbligazionari, mentre gli investitori monitorano la possibilità di un rialzo dei tassi già a dicembre.

Nei mercati emergenti, le attese puntano a nuovi tagli dei tassi nelle Filippine, mentre in India l’inflazione ai minimi rafforza la scelta della RBI di allentare la politica monetaria.

STATI UNITI:

Where Do Fed Voters Stand on a December Rate Cut?

America’s Tariffs Jolted the Global Economy. Its AI Spending Is Helping Save It. - WSJ

How Trump Administration Aimed Tariff Exemptions at Rising Food Costs - WSJ

Eurozone Inflation Picks Up as Services Prices Accelerate - WSJ

Consumer Sentiment Improves Slightly in December - WSJ

Why Kevin Hassett Is Winning the Fed Chair Race Before It Has Ended - WSJ

U.S. Manufacturing Contracts for Ninth Straight Month - WSJ

U.S. Factory Activity Contracts Faster Than Expected - WSJ

U.S. Industrial Production Rose in September - WSJ

Consumer Sentiment Improves Slightly in December - WSJ

ECB Must Not Exclude Any Policy Action, Says Villeroy - WSJ

Trump limits work permit access for migrants, after National Guard shooting - The Washington Post

Companies seek refunds from tariffs as Supreme Court decision looms

EUROPA: 

Scotland Wants to Issue Its Own Bonds. Last Time It Paid With Its Independence. - WSJ

Climate Change Study Predicting Dire Economic Damage Is Retracted - WSJ

Swiss Inflation Slows Again as Central Bank Mulls Negative Rates - WSJ

EU Launches $3.5 Billion Plan to Secure Raw-Materials as China Tensions Mount - WSJ

Eurozone Retail Sales Unchanged in October - WSJ

Eurozone Economy Posts Stronger Growth on Investment Rebound - WSJ

Is Europe risk-averse? Here are the countries investing the most | Euronews

Property of the people? ECB says Italy’s gold isn’t political treasure | Euronews

A decade of Brexit: Britain falls behind peers in trade and growth | Euronews

RESTO DEL MONDO:

China’s Growth Is Coming at the Rest of the World’s Expense - WSJ

China Manufacturing Gauge Shows Slightly Firmer Growth Momentum - WSJ

China Private Gauge Signals Weaker Manufacturing Activity - WSJ

South Korea’s Export Growth Picked Up in November - WSJ

South Korea’s Export Growth Picked Up in November - WSJ

South Korea’s Inflation Holds Steady, Above Target - WSJ

BOJ’s Ueda Says Unsure How Many More Rate Hikes He Will Make - WSJ

China’s Services-Sector Activity Growth Slows - WSJ

Prospect of RBA Rate Hike Is Being Kicked Around - WSJ

India Central Bank Delivers Rate Cut to Boost Economy - WSJ

China’s Growth Is Coming at the Rest of the World’s Expense - WSJ

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