Il mio decalogo sul caso Fedez

Ho pensato a lungo se valesse la pena di mettere in fila alcune idee riguardo al cosiddetto "caso Fedez", visto che il mio parere potrebbe essere considerato biased (un buona parte del mio reddito viene da contratti o commissioni Rai).

Alla fine, vista la mia lunga esperienza di concerti del Primo Maggio (come inviato Rai per molti anni e per una sola volta, 2013, come co-conduttore), proverò a fornire qualche elemento per far comprendere la mia posizione ed aiutare tutti a farsi la propria, fermo restando che sono sempre disponibile a cambiare la mia.

Mi scuso a priori per la lunghezza dell'intervento, ma tant'è...

1) Sul Decreto Zan io sono d'accordo innanzitutto con lo stesso Alessandro Zan, che conosco da quando era assessore a Padova e che ho avuto modo di intervistare, per Liberi Oltre le Illusioni, con alcuni colleghi e con Luca Paladini.dei Sentinelli di Milano. Ritengo necessario il provvedimento e sono sconfortato dall'atteggiamento del presidente della commissione giustizia del Senato. Quindi su questo punto vedo con favore l'iniziativa di Fedez e mi fa piacere che lui metta a disposizione la sua enorme influenza mediatica in tal senso.

2) Il "Concerto del Primo Maggio" è "organizzato", dai tre sindacati confederali, che però non lo organizzano direttamente, ma tramite una società selezionata da loro. Quindi, correggendo un po' Wikipedia, potremmo meglio dire che è "promosso" da CGIL, CISL e UIL e organizzato da una società esterna da loro scelta: nel 2021 la iCompany. In passato sono state scelte dai tre sindacati società molto opinabili. Come ho ricordato in un recente post, nel 2013 lavorai come co-conduttore (con Geppi Cucciari prima conduttrice) ma molti dei contratti di quell'anno non vennero onorati [oggi ho scoperto che il mio nome figura sulla pagina Wikipedia del concertone, ma aspetto ancora il compenso]. La Rai, come giustamente ricordato proprio nel corso della ormai celebre telefonata con Fedez, fa semplicemente "un acquisto di diritti e ripresa". Quindi, dei tre soggetti in ballo (Sindacati, iCompany e Rai) è iCompany (incaricata dai Sindacati dell'organizzazione del concerto) che decide chi fa cosa sul palco del Concertone. Questo sembrano dimenticarselo, stamani, molti dei commentatori.

3) Certo, non siamo ingenui, è tutto interesse di iCompany, se vuole mantenere il suo posto per l'anno prossimo, di non fare salire sul palco soggetti o posizioni sgraditi al Sindacato. Ed è anche suo interesse, se vuole vendere i diritti del Concertone alla Rai ancora per l'anno prossimo, di evitare di trasformare il palco in una tribuna politica senza contraddittorio. Ma se avessero voluto correre qualche rischio, visto che sono i titolari del concerto, ritengo che i signori della iCompany avrebbero potuto farlo senza chiedere il permesso a nessuno.

4) Qui si apre un problema laterale, ma più generale rispetto alla vicenda specifica. In tutto il mondo occidentale gli "artisti" (dal cinema di Hollywood al rock di Pontassieve) sono tendenzialmente più "di sinistra" del resto della popolazione e dell'establishment. Quindi per dei sindacati "di sinistra" è estremamente facile raccogliere musicisti di ottimo livello e mettere in piedi un concerto degno di essere trasmesso dalle reti nazionali, in cui - ad esempio - Fedez, o Elio, o Daniele Silvestri possano dire la loro, in modo estremamente esplicito, tra una canzone e l'altra. In un paese diviso in due tra sinistra e destra, ma con gli artisti tendenzialmente orientati a sinistra, sarebbe quasi impossibile immaginare un concertone o una manifestazione artistica di orientamento opposto e di livello analogo. Questo è un dato di fondo di cui tenere conto.

5) Pertanto la situazione che si stava apparecchiando era questa: su un palco "di sinistra", un artista "di sinistra" (col Rolex finché si vuole, ma sempre di "sinistra") stava per dire delle cose “di sinistra”. O meglio: che non dovrebbero essere considerate "di sinistra" (perché sono sacrosanti diritti civili) ma che finiscono per esserlo perché in Italia il principale partito di destra si mette di traverso. A questo punto, un dirigente della tv pubblica (molto probabilmente "di sinistra" o "di centrosinistra" a sua volta) può benissimo, a mio avviso, avvisare l'artista che inchiodare i leghisti uno per uno, con nome e cognome, alle loro assurde dichiarazioni omofobe (però in un contesto che non prevede contraddittorio) potrebbe essere "non opportuno". Anche se io la penso come Fedez, sul punto specifico, capisco che farlo in quel modo, potrebbe configurare quasi un "abuso di posizione dominante" (dal punto di vista strettamente culturale) da parte della sinistra

6) Ma poi, ascoltando bene la telefonata, la dirigente Rai, a specifica domanda di Fedez se lui stesso può dire qualcosa ritenuto da lei "non opportuno", lei risponde “assolutamente" (intendendo "assolutamente sì") avendo già precisato in precedenza che la Rai si limita a trasmettere il concerto, non a organizzarlo e che quello che succede sul palco è materia della iCompany.

7) Fedez se la prende con la Rai per la "censura", mai avvenuta e pubblica parte della telefonata. Perché solo parte? Ma l'80% della telefonata, poi pubblicata dalla Rai, non avviene con personale Rai, ma con personale iCompany, che - più realisti del re - "sconsigliavano" Fedez di fare quel tipo di intervento. Se vogliamo, la sezione della telefonata con la dirigente Rai era quella meno "bloccante" sia nel merito, sia nel metodo (la Rai è solo il broadcaster e non il produttore dell'evento).

8 ) Spiace vedere oggi, ma all'origine dell'equivoco temo ci sia lo stesso Fedez, che ad essere sotto schiaffo sia la Rai e la sua lottizzazione (e chi la nega?) quando la telefonata dimostra chiaramente che l'intervento "censorio" era condotto principalmente dal personale della società indicata dai sindacati. Perché Fedez punta il dito soprattutto contro la Rai? Perché in questo lo seguono Massimo Giannini e altri commentatori? Perché Repubblica a pagina 2 titola "Omofobia, bufera Fedez "La Rai voleva censurare le mie frasi anti-Lega”" e poi nel suo pezzo Giovanna Vitale scrive che iCompany è la "società che produce chiavi in mano la kermesse per la Rai" quando iCompany produce per (ed è scelta da) la triplice sindacale? Perché persino il Post titola il suo pezzo "Com'è andata la telefonata tra Fedez e la Rai" quando 3/4 della telefonata sono tra iCompany e Fedez?

9) Alla fine, in fondo, gongola Salvini che battezza questa come una polemica tutta interna alla sinistra. Ed in fondo è vero: si tratta di una polemica tra a) una sinistra sindacale che organizza un concerto in cui ospitare una posizione per me sacrosanta, ma inevitabilmente di parte e giustamente molto aggressiva b) una sinistra di produzione concerti che se la fa sotto a mandare sul palco quella posizione c) una sinistra pubblica che vuole evitare l'abuso di posizione culturale dominante (almeno tra gli artisti)

10) Un vero punto dieci non c’è, ma lo lasciamo libero ad accogliere nuovi elementi. E poi così abbiamo un vero decalogo: non prescrittivo, ma riepilogativo

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