Energia Blu, analisi e riscoperta del nucleare civile

Italia

di Luca Proietti

Il giorno Martedì 11 marzo 2025 si è tenuta in Università Cattolica di Milano la conferenza "Energia Blu, analisi e riscoperta del nucleare civile", organizzata dal gruppo territoriale Lombardia di Liberi Oltre le Illusioni, in collaborazione con il gruppo studentesco “La Svolta Studenti”. Lo scopo principale dell’evento è stato quello di permettere a tecnici e professionisti di utilizzare la scienza per fare chiarezza attorno ad un tema complesso ma di cruciale importanza per poter affrontare le sfide del presente e del futuro e che dovrebbe interessare tutti noi in quanto cittadini. 

Anna Zanotti de “La Svolta” e Matteo Orlandi di “Liberi Oltre” hanno dato il via ai saluti iniziali, la discussione è stata moderata dal professor Bruno Randolph Luca, docente di economia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. 

Il professor Marco Enrico Ricotti del Politecnico di Milano ha condotto il primo intervento, nel quale si è introdotto il tema partendo dagli errori politici commessi dall’allora cancelliera Angela Merkel riguardo alle scelte di chiusura degli impianti nucleari in Germania, i cui costi sono tutt’ora ben visibili. Dopodiché, l’attenzione è stata rivolta verso lo stato attuale della produzione di energia nucleare. La maggior parte dei reattori nucleari presenti nei paesi sviluppati risale all’incirca agli anni ‘70 e ‘80 e la maggior parte di questi sono ancora oggi funzionanti. Quelli di più recente realizzazione, invece, si trovano soprattutto in Cina, India, USA, Finlandia, Francia e Russia, evidenziando un predominio non del tutto occidentale. Le ultime innovazioni tecnologiche nel campo della fissione riguardano soprattutto lo sviluppo degli Small Modular Reactor. Nell’ambito della ricerca nella produzione di energia mediante processo di fusione nucleare si sono fatti sostanziali passi in avanti, sebbene si ritenga che servano ancora decenni prima di vedere la prima unità commerciale funzionante. Il discorso si è poi concluso con un cenno alla storia italiana con focus su due referendum: il primo ha comportato la chiusura di tre centrali nucleari e il blocco della costruzione di una quarta, mentre il secondo ha abortito un’eventuale ripresa del settore. Nonostante le vicissitudini politiche, il prof Ricotti ricorda che nel nostro Paese sono presenti numerose aziende che hanno continuato ad investire nel nucleare e che sono oggi competitive e tecnologicamente avanzate. 

Il secondo intervento è stato a cura del dottor Carlo Stagnaro, direttore delle ricerche dell’Istituto Bruno Leoni. Il focus in questo caso è stato sul funzionamento di un sistema energetico e sull’importanza dell’energia elettrica che, a differenza delle altre forme, è quella che alimenta la “modernità”. Tuttavia, per affrontare le sfide ambientali non basta che l’energia sia utile ed economica: deve anche essere pulita e a basse emissioni di carbonio. L’elettrificazione aiuta a ridurre l’impronta ecologica e il nucleare, essendo una fonte di energia a quasi zero emissioni, rappresenta un’opzione molto importante per un’Europa che punta alla decarbonizzazione. Uno dei principali limiti delle fonti rinnovabili, infatti, è l’accumulazione di energia in grandi quantità: immagazzinare energia per la notte o per il weekend è già complicato, ma farlo su scala stagionale – ad esempio, accumulare energia prodotta in estate per utilizzarla in inverno – è estremamente difficile e costoso. Un’infrastruttura energetica efficiente deve essere in grado di soddisfare al costo più basso possibile sia la domanda costante che i picchi temporanei. Dal punto di vista economico, il nucleare presenta sfide importanti. Il costo dell’Uranio è relativamente stabile, ma la costruzione di un impianto richiede investimenti iniziali enormi, con tempi di ritorno molto lunghi. Questo rappresenta un ostacolo per il finanziamento, poiché le banche corrono rischi elevati e spesso incontrano difficoltà nel sostenere progetti con orizzonti pluridecennali. A tutto ciò si aggiunge il rischio politico: se, dopo trent’anni, un referendum decidesse di interrompere l’uso del nucleare, gli investimenti andrebbero persi. In definitiva, conclude, il successo del nucleare dipende dalla capacità dell’industria e della politica di dimostrare che questa fonte di energia non solo è sicura e pulita, ma può anche essere economicamente sostenibile nel lungo periodo. 

La terza e ultima presentazione è invece di Daniele Timpano, PhD student presso l'École polytechnique fédérale de Lausanne e membro dell’associazione Comitato Nucleare e Ragione. Il dottor Timpano ha affrontato il tema dei rifiuti nucleari e della loro gestione in termini di sicurezza. Ha sottolineato tre aspetti fondamentali: l’origine dei rifiuti, le modalità di smaltimento e la questione della sicurezza nel settore nucleare. I rifiuti radioattivi, infatti, non derivano solo dalla produzione di energia nucleare, ma anche da altri settori, come la medicina e l’industria. Questo significa che, anche un paese che non utilizza il nucleare per produrre energia, deve comunque dotarsi di un deposito per lo smaltimento delle scorie. In Italia esiste un progetto per la realizzazione di un deposito nazionale, con oltre 50 aree individuate come potenziali siti. Tuttavia, la decisione finale è stata posticipata al 2029. Attualmente, il nostro Paese esporta parte dei propri rifiuti nucleari per lo smaltimento, il che comporta costi elevati e l’apertura di una procedura d’infrazione a livello europeo. Indipendentemente dalle scelte energetiche future, dotarsi di un’infrastruttura per la gestione dei rifiuti radioattivi è una necessità. 

Sul tema della sicurezza, è stato sottolineato che il nucleare è una tecnologia altamente controllata. Esiste un sistema di regolamentazione internazionale che impone rigidi standard ai paesi che vogliono sviluppare questa fonte di energia. 

Uno dei principi fondamentali quando si parla di sicurezza nucleare è il “defense in depth” (difesa in profondità), che mira a prevenire scenari di contaminazione attraverso una serie di barriere di protezione, ognuna progettata secondo criteri di ridondanza e diversificazione tecnologica per minimizzare i rischi di malfunzionamento. Inoltre, vengono condotte simulazioni probabilistiche per valutare i rischi e le eventuali conseguenze di incidenti. Secondo queste analisi, la probabilità di un danneggiamento con fuoriuscita radioattiva è stimata in un evento ogni milione di anni. 

Durante il giro di domande tra il pubblico, dimostrato molto partecipe, sono emersi alcuni temi importanti, quali l’impatto estetico degli impianti nucleari sul paesaggio locale. Come ha evidenziato il prof. Ricotti, a parità di energia prodotta, il consumo di suolo da destinare all’installazione di parchi eolici e fotovoltaici, in alternativa al nucleare, è di vari ordini di grandezza maggiori. Inoltre, come ha aggiunto Daniele Timpano, la grandezza dei depositi dei rifiuti radioattivi è molto contenuta, a dispetto della grande quantità di domanda che soddisfa. Un ulteriore aspetto che è stato sollevato è la diversificazione delle fonti energetiche al fine di prevenire situazioni di dipendenza, come quella dal gas russo a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. In risposta, i due esperti hanno evidenziato il fatto che tra i principali competitor di paesi estrattori di Uranio, come la Russia, ci siano Australia e Canada, mentre la filiera di produzione nucleare è principalmente europea. Rimanendo nell’ambito delle tensioni internazionali è stato infine spiegato che le centrali nucleari, proprio in virtù dei propri elevatissimi standard di sicurezza, vengono progettate per resistere sia ad attacchi missilistici, in caso di uno scenario di guerra, che ad attacchi di matrice terroristica.

In chiusura dell’evento, il prof. Bruno Randolph Luca ricorda l’importanza del nucleare come mezzo per raggiungere la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica del continente e cita anche il ruolo di questa tecnologia nel contribuire all’attività ricerca e sviluppo in virtù delle raccomandazioni contenute all’interno del report di Mario Draghi sulla competitività europea. 

Tag: Eventoenergiaenergia nucleare

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