ARANCIONE: PERCHÉ È il COLORE GIUSTO per la REGIONE MARCHE (ma non il metodo)

La sterile polemica nasce dall'esame del solo valore Rt (indice del contagio). A questo indice si sta dando un peso troppo eccessivo come da mesi stanno affermato sia epidemiologi, sia numerosi articoli sulle riviste scientifiche specializzate, un esempio fra tutte è la pubblicazione su Nature del 3 luglio.

ANALIZZIAMO PRIMA I NUMERI.
La sterile polemica nasce dall'esame del solo valore Rt (indice del contagio). A questo indice si sta dando un peso troppo eccessivo come da mesi stanno affermato sia epidemiologi, sia numerosi articoli sulle riviste scientifiche specializzate, un esempio fra tutte è la pubblicazione su Nature del 3 luglio.

Rt ha un range di variabilità molto alto, ad esempio per le marche al 15 novembre varia da 1,2 a 2. Non è per nulla utile come strumento decisionale, avendo in se un ritardo non inferiore a 10 giorni sui casi reali (e spesso supera anche i 15). Sottostima inoltre la velocità di diffusione, perché calcolato solo sui sintomatici, che sono 1/3 delle persone testate.

Il problema nasce dalla gestione dei dati sui tamponi:

Dal contagio alla notifica il ritardo medio è di 15 giorni, tant'è che lo stesso Presidente delle Regione Acquaroli, nel raccontare la telefonata con Speranza, cita il periodo del 26ott-1nov come riferimento (RdC del 14.nov).

Già i dati forniti sono errati e in difetto, perché se il numero dei tamponi annuncianti corrispondo al giorno prima, di certo non lo è il numero dei casi postivi considerato che occorro dai 2 ai 5gg per il referto. Da notare che il 56% dei referti arriva tra il 3 e 5 giorno dal prelievo.

Inoltre su questi dati si aggiungono numerosi errori di valutazione, ad esempio invece di utilizzare il rapporto positivi/casi testati, si utilizza quello positivi/tamponi, che includono anche i controlli, per cui il numero non solo è più basso, ma perde di 'vista' la reale tendenza della positività.

Infine va aggiunta anche l'eterogeneità della raccolta, infatti non tutti i tamponi raccolti nella giornata in una regione vengono processati lo stesso giorno, soprattutto quelle che provengono dalle periferie o da paesini dell'entro terra, quindi il reale andamento della diffusione e velocità del covid è molto alterata dalla raccolta dati. 

Nelle Marche alla data del 15 novembre, i decessi per covid sono arrivati a 1.119. Ci sono 483 ricoverati e nelle terapie intensive sono occupati per covid 77 posti, (+3 rispetto a ieri). Inoltre dati delle TI non riportano i flussi di entra e uscita, per cui sono errati in difetto.

Già al 12 novembre nelle Marche il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per covid era del 56%, quindi già molto superiore alla soglia di allerta individuata nel 40%. 

Anche le terapie intensive hanno superato da tempo la soglia di attenzione che è del 30%; oggi, con 77 posti occupati,  siamo al 43%. I contagi tra i sanitari sono in continua crescita.

Se guardiamo oltre la problematica covid con questi numeri, significa che sta rallentando e di molto, l'assistenza verso gli altri pazienti ricoverati in primis nei pronto soccorso.

Lo stesso Gores certifica picchi mai toccati prima, tanto in termini di contagi nelle Marche in un solo giorno (ben 779, con un indice di positivi rispetto ai tamponi al 32.8%, praticamente uno su tre), quanto di diffusione del Covid nella provincia di Ancona dove si è addirittura arrivati a quota 272, ovvero 12 in più del primato di giovedì scorso che sembrava pressoché inattaccabile. 

Questi i motivi per cui è giusto che le Marche siano considerate Arancioni anche perché il rischio di aggravamento (che riguarda anche il permanere di questi numeri) della situazione è già piuttosto alto. 

La cosa che preoccupa di più però sta nella gestione dei tamponi e dei dati raccolti: quanti casi di infezione sono avvenuti nelle scuole? quanti nei ristoranti? nei cinema? nei centri città o lungomare dovuti alle passeggiati? quanti in periferia?

Se i dati fossero raccolti con attenzione, invece di chiudere le regioni si poteva pensare a limitare le chiusure per provincia, ad esempio escludendo Pesaro che ha numeri molto più bassi del resto della regione, o addirittura zone di città. Invece ovunque regna sovrana la confusione e l'inesattezza delle raccolta dati, e questo è il motivo principale per cui già dal 2 ottobre il Test&Tracing è completamente saltato. Di questa gestione la sola responsabilità è del Ministro della Salute e del suo alter ego Arcuri.

Per nascondere questa incapacità per molto tempo, e in parte ancora oggi, vige il 'segreto' anche sui dati anonimi raccolti.

 

VENIAMO AL METODO E ALLE FINTE SORPRESE
L'indecenza del Ministro Speranza, che nella sua acclamata incapacità nel gestire questa pandemia si mostra sempre più agitato, è ormai conclamata. Non si può avvisare un'intera regione dell'imminente chiusa con un solo giorno di anticipo, soprattutto basandosi su queste metodologie di calcolo.

Questo gesto incosciente ha creato danni economici rilevanti a ristoratori e gestori di locali che si erano già riforniti di derrate per il pranzo domenicale (pesce, tartufo, etc) e che ora non potranno più essere consumate.

Acquaroli potrà essere sì sorpreso dal modo di operare di Speranza, ma non può mostrare sorpresa nei dati, ammesso che sia lui che Saltamartini li abbiano studiati con attenzione, perché i segnali c'erano già tutti, bastava guardare quello che stava e sta accadendo negli ospedali, sempre più in affanno e con operatori sempre più stanchi.

Questo comunque non cancella le pesanti e gravi responsabilità della giunta Ceriscioli che ha lasciato sprecare tutti i mesi estivi invece di preparare al meglio le Marche per la seconda ondata, le cui conseguenze le pagano proprio i cittadini.

Non serve illudere di continuo le persone: le parole “rallentamento”, “raffreddamento”, “frenata” generano solo falsa interpretazione della realtà. Il rallentamento della crescita delle curve è conseguenza delle misure introdotte e della maggiore attenzione che la maggior parte delle persone pone nell'indossare mascherine e adottare distanziamento sociale. Tutte misure che dovranno essere mantenute attive per tenere sotto controllo la diffusione del covid; quindi bene che vana le aree gialle perdureranno.

Con il Covid non possiamo abbassare la guardia almeno fino ad aprile. I benefici di vaccini, terapie monoclonali, etc, li vedremo solo da maggio in poi.

 

Indietro
  • Condividi