Ambasciator non porta pena? Truppe Ucraine superano il Dnipro - Rassegna del 24/4/23

di

Punto Stampa a Cura di: Ugo Gambardella, Marco Todisco, Erika Di Biase
Conducono: Franz Forti, Mario Rossomando

Link alla diretta/differita YT di questa rassegna 

 

Argomenti principali della giornata: 

Ucraina

Citando rapporti e filmati di blogger militari russi, ISW riporta che le forze ucraine hanno stabilito posizioni sulla riva orientale (sinistra) del Dnipro nell'oblast di Kherson, dopo mesi in cui nessuna delle due parti aveva fatto notevoli progressi nel sud del paese. Le forze russe potrebbero non controllare più le isole nei fiumi Kinka e Chaika appena a nord delle posizioni ucraine geolocalizzate vicino al ponte Antonivsky. Inoltre un funzionario ucraino ha riferito domenica che le truppe russe stanno trasferendo con la forza i civili vicino alla città di Kherson, con la scusa di proteggere i civili dalle conseguenze dei pesanti combattimenti nell'area, suggerendo una probabile ritirata delle forze russe dalla zona. Natalia Humeniuk, portavoce del comando militare meridionale ucraino, ha detto che le forze russe stavano "rubando tutto ciò su cui potevano mettere le mani: elettrodomestici, attrezzature, persino bancomat”. Un evento simile si era già verificato lo scorso mese di novembre quando i russi, prima di ritirarsi dalla città di Kherson, hanno ripulito le fabbriche, i cantieri navali, i concessionari di automobili e utilizzato cinque camion per depredare di tutte le opere, l’importante collezione di belle arti e manufatti antichi di Kherson .

Russia

Le autorità russe hanno annunciato il 22 aprile la presenza di una seconda bomba inesplosa che è atterrata a Belgorod dopo che un cacciabombardiere russo ha accidentalmente bombardato la citta’ il 21 aprile lasciando un grande cratere, facendo esplodere un'auto, danneggiando gli edifici vicini e ferendo due persone. Le autorità di Belgorod hanno evacuato più di 3.000 civili dalla città mentre le autorità russe non hanno ancora rilasciato alcuna spiegazione sulla causa del bombardamento accidentale.

Europa

Francia:l'ambasciatore cinese a Parigi Lu Shaye ha messo in dubbio in una sua dichiarazione alla televisione francese la sovranità di paesi ex sovietici come Ucraina, Estonia, Lettonia e Lituania. L’ambasciatore cinese ha dichiarato in un'intervista trasmessa venerdì alla televisione francese, che la Crimea storicamente faceva parte della Russia ed era stata offerta all'Ucraina dall'ex leader sovietico Nikita Khrushchev. "Questi paesi dell'ex URSS non hanno uno status effettivo nel diritto internazionale perché non esiste un accordo internazionale per materializzare il loro status sovrano", ha aggiunto Shaye.

Un portavoce del ministero degli esteri francese ha risposto domenica affermando la sua "piena solidarietĂ " con tutti i paesi alleati ex sovietici che hanno acquisito la loro indipendenza "dopo decenni di oppressione". Ha aggiunto, che "per quanto riguarda l'Ucraina in particolare, è stata riconosciuta a livello internazionale, con al suo interno la Crimea, nel 1991, dall'intera comunitĂ  internazionale, compresa la Cina", ha detto un portavoce del ministero degli Esteri. 

Il portavoce ha aggiunto che la Cina dovrĂ  chiarire se questi commenti riflettono o meno la sua posizione. I tre stati baltici e l'Ucraina, tutti precedentemente parte dell'Unione Sovietica, hanno reagito sulla stessa linea della Francia.

Italia

l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri, Josep Borrell, ha indicato Luigi Di Maio come il candidato piu’ adatto come inviato per il Golfo, proponendone la nomina a "rappresentante speciale” per 21 mesi a partire dal primo Giugno 2023.

 

In Italia la notizia ha suscitato reazioni negative dai rappresentanti del governo, che non si aspettavano la selezione di un diplomatico italiano esterno alla loro area politica. Il ministro degli esteri Tajani ha dichiarato che "Di Maio fu indicato da Draghi e non è il candidato del governo italiano".

Politica Internazionale

Africa

Sudan:Gli Stati Uniti hanno effettuato l'evacuazione di emergenza del personale dell'ambasciata in Sudan. L'esercito americano ha condotto un'evacuazione di circa 100 persone, tra personale diplomatico e cittadini americani, dopo che la situazione a Khartoum è stata giudicata come troppo pericolosa.

Il Dipartimento di Stato ha affermato che ulteriori evacuazioni di civili americani dalla capitale nell’immediato futuro sono improbabili a causa delle incertezze connesse alla sicurezza e per la chiusura dell’aeroporto civile. Di conseguenza molti americani ancora presenti in Sudan (il cui numero totale viene stimato pari a 20 mila) si stanno dirigendo via terra verso Port Sudan sul Mar Rosso, pur nell’incertezza di trovare durante il viaggio benzina, acqua e cibo.

Nel frattempo il governo italiano ha dichiarato completata l’evacuazione dei 150 connazionali a Khartoum che avevano richiesto di essere evacuati, e simili operazioni sono gia’ state completate o sono in atto da parte di Germania, Belgio, Olanda e Arabia Saudita.

 

Approfondimento. Chi sono i generali rivali?

Il leader di una delle due principali fazioni rivali è il generale Abdel Fattah al-Burhan, un potente comandante militare che è stato per anni un leader de facto del Sudan. Il generale al-Burhan era strettamente allineato con il presidente del Sudan Omar Hassan al-Bashir, ed è salito al potere all'indomani delle tumultuose rivolte che hanno portato alla cacciata del leader. Prima di allora, il generale al-Burhan era stato un comandante dell'esercito regionale nel Darfur

Nel Darfur, tra il 2003 ed il 2008, 300.000 persone furono uccise e vi furono 2,7 milioni di sfollati. I combattimenti furono condannati in tutto il mondo per le violazioni dei diritti umani perpetrate e il tributo umanitario. 

Nel 2019, dopo che civili e militari firmarono un accordo per la condivisione del potere , il generale al-Burhan divenne il Presidente del Consiglio di Sovranità, un organismo creato per supervisionare la transizione del paese verso un governo democratico. Ma nel 2021, con l'avvicinarsi della data per il passaggio del controllo ai civili, il generale si è dimostrato riluttante a cedere il potere e nell'ottobre lui e altri capi militari hanno effettuato un colpo di stato.

Il principale rivale del generale al-Burhan è il generale Mohamed Hamdan, che guida le RSF (forze di supporto rapido), un potente gruppo paramilitare. Il generale Hamdan è stato al comando delle famigerate milizie Janjaweed, responsabili delle peggiori atrocità del conflitto in Darfur. Nell'ottobre 2021, il generale al-Burhan e il generale Hamdan organizzarono il colpo di stato in Sudan.

Durante i negoziati per la formazione del nuovo governo, i due generali non trovarono un accordo e la lotta per il potere si trasformò rapidamente in uno scontro militare. Gli eserciti dei due generali stanno attualmente conducendo combattimenti sempre più sanguinosi che vedono coinvolti anche paesi confinanti.

Gli Stati Uniti temevano che i combattimenti in Sudan potessero estendersi e coinvolgere i paesi vicini. Infatti, i generali rivali in lotta per il controllo del Sudan avevano giĂ  ottenuto il sostegno delle potenze regionali, tra cui un potente leader della milizia libica e l'esercito egiziano. Khalifa Haftar, il comandante di una fazione che controlla la Libia orientale, ha inviato rifornimenti militari alle forze paramilitari del generale Mohamed Hamdan. Nel frattempo, l'Egitto ha inviato aerei da guerra e piloti per sostenere l'esercito sudanese del generale Abdel Fattah al-Burhan. Il coinvolgimento di forze esterne aumenta anche il rischio di un'ulteriore escalation dei combattimenti all'interno del Sudan e mina gli sforzi di Stati Uniti e Nazioni Unite per ottenere una mediazione tesa ad un cessate il fuoco.

Asia

Cina: secondo un’indagine del New York Times, a partire dal 2020 il governo cinese avrebbe ritirato pubblicazioni scientifiche e nascosto o eliminato dati riguardanti il Covid-19, ostacolando di fatto il progresso della ricerca scientifica su scala mondiale.

Queste operazioni si aggiungono alle già note attività di censura di discussioni online, silenziamento di scienziati ed ostacolamento di indagini internazionali, rivelando un’azione più capillare di quanto stimata precedentemente e che va a colpire il mondo della ricerca accademica.

La censura iniziò già a febbraio 2020 con il ritiro di uno studio congiunto tra Cina e Stati Uniti pubblicato a gennaio 2020 che discuteva della velocità con cui il virus si stava diffondendo in Cina, quantificando il numero di infetti e di morti. Lo studio venne ritratto dagli autori dopo pochi giorni dalla pubblicazione, annunciando l’intenzione di pubblicare una versione aggiornata del lavoro a breve, cosa che non accadde.

Secondo il NYT, lo studio non fu ritirato seguendo un “bon ton” scientifico ma per via di una repressione operata dal governo cinese, un destino condiviso con dozzine di altri lavori scientifici. Sotto pressione del loro governo, gli scienziati cinesi hanno nascosto dati, ritirato sequenze genetiche dai database pubblici e alterato informazioni all’interno delle riviste scientifiche internazionali. Gli editori di riviste occidentali acconsentirono a tali modifiche e al ritiro dei documenti per motivi ignoti. Non ci sono prove che la censura sia mirata a nascondere uno scenario specifico per le origini della pandemia: sia le parti che ritengono che il Covid-19 si sia diffuso naturalmente dagli animali all'uomo, sia coloro che sostengono che potrebbe essersi diffuso da un laboratorio cinese, sono state oggetto di censura.

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