Punto Stampa a cura di: Elsa Qushku, Barbara Marzialetti, Andrea Alesiani, Franz Forti
Revisione a cura di: Andrea Alesiani
Conducono: Franz Forti, Barbara Marzialetti
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Argomenti principali della giornata: Il conflitto tra Israele ed Hezbollah continua a inasprirsi e i villaggi israeliani al confine con Libano e Siria vengono evacuati. A Gaza sono arrivati i primi aiuti umanitari delle Nazioni Unite, ma secondo ONU e WHO molto di più sarà necessario per far fronte all’emergenza umanitaria. Israele ha colpito un complesso sotto una moschea a Jenin, ritenendo che fosse usato da milizie palestinesi, ma la violenza anche in Cisgiordania va oltre gli scontri fra militanti palestinesi ed esercito, interessando i civili di entrambe le parti, a volte anch’essi armati. Il Congresso USA è alle prese con l’elezione di un nuovo speaker repubblicano, per ora senza successo, con il rischio di un nuovo government shutdown a novembre. In Svizzera e in Argentina si sono tenute le elezioni federali.
Israele |
Israele - Gaza Arrivano i primi aiuti umanitari a Gaza. Un secondo convoglio di circa 19 camion carichi di forniture mediche e alimentari è entrato nel lato egiziano del valico di Rafah domenica, ed è stato ispezionato prima di procedere a Gaza. Un altro convoglio di 20 camion era arrivato nella giornata di sabato. L’ufficio umanitario delle Nazioni Unite ha dichiarato che il volume degli aiuti entrati finora rappresenta solo il 4% della media giornaliera prima delle ostilità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha dichiarato che “molto di più è necessario” per far fronte alle necessità mediche della popolazione di Gaza, in particolar modo nel contesto dell’attuale conflitto. Le milizie palestinesi hanno continuato il fuoco indiretto su Israele al ritmo consueto, visto nei giorni precedenti. Questi attacchi confermano che l’IDF (Israel Defence Forces) si trova ad affrontare non solo Hamas ma una coalizione libera di diverse milizie palestinesi. Queste hanno aumentato gli attacchi contro le forze di difesa israeliane, probabilmente come parte dei loro preparativi per difendersi da una possibile operazione di terra israeliana. Il bilancio delle vittime degli ultimi giorni rimane difficile da accertare, al di là dei numeri dichiarati dalle parti e riportati quotidianamente dalla stampa internazionale. Hamas, tramite il suo Ministero della Salute, ha dichiarato domenica che gli attacchi aerei e missilistici di Israele avrebbero provocato finora oltre 4500 morti e 14.000 feriti, con oltre un milione di sfollati sui 2,3 milioni di abitanti. Va tenuto in conto, tuttavia, che i numeri in questione potrebbero includere anche i 417 morti riportati da Hamas per l’esplosione avvenuta all’esterno dell’ospedale Al-Ahli di Gaza: al di là dello scambio di accuse sulla responsabilità dell’esplosione, le cifre del Ministero della Salute di Gaza sono state contestate da più parti, con stime variabili. Da parte israeliana, il bilancio delle vittime ammonterebbe a circa 1.400 morti, 200 persone sequestrate e circa 5.000 feriti, come riportato dal NYT, la gran parte dei quali collegati all’attacco di Hamas del 7 ottobre. È importante notare che le fonti citate nel corso di questa rassegna - quando si tratta di articoli - spesso vengono aggiornate a distanza di qualche ora, e le cifre riportate in questo foglio potrebbero dunque differire leggermente da quelle reperibili nei link in questione. Cifre più consolidate ma meno aggiornate possono essere reperite nell’ampia reportistica delle Nazioni Unite. Israele - Cisgiordania Militanti palestinesi e forze israeliane hanno continuato a scontrarsi in Cisgiordania. Dal 18 ottobre, i militanti palestinesi hanno utilizzato sempre più ordigni esplosivi contro le forze israeliane. Nella giornata di domenica 22 ottobre gli scontri tra militanti palestinesi e forze israeliane in Cisgiordania sono diminuiti di circa la metà. Il campo profughi di Jenin, una roccaforte militante palestinese, è stato al centro di una grande operazione militare israeliana pochi mesi fa. I residenti del campo hanno detto di aver ricevuto avvertimenti dall’esercito israeliano di stare lontano dai militanti a causa di un’imminente incursione nel campo, pur non specificando una data esatta. L’attacco aereo israeliano è almeno il secondo negli ultimi giorni a colpire la Cisgiordania. Secondo i funzionari palestinesi, a partire dal 7 ottobre, almeno 84 palestinesi in Cisgiordania sarebbero stati uccisi negli scontri con le forze israeliane. In alcune occasioni, si sono verificate scontri anche tra palestinesi e coloni israeliani armati, in un’escalation di violenza fra civili che secondo il quotidiano israeliano Haaretz starebbero minacciando intere comunità palestinesi in Cisgiordania. Israele - Hezbollah Lungo il confine settentrionale con il Libano le forze di Hezbollah, sostenute dall’Iran, hanno condotto 11 attacchi nell’ambito di una campagna contro siti radar, sensori e obiettivi militari - in particolare carri armati - dell’esercito israeliano. Queste azioni creano opportunità per ulteriori attacchi del gruppo libanese in Israele e aumentano il rischio di un ulteriore inasprimento del conflitto. Già la settimana scorsa fa le autorità israeliane avevano attivato un piano di evacuazione per i residenti dei 28 villaggi della zona di confine con il Libano e la Siria e la vicina città di Kiryat Shmona, con alloggi temporanei finanziati dallo stato in aree più sicure, comunicando l’intenzione di estendere il piano ad altri 14 villaggi israeliani vicino al confine con il Libano. Fonti riportate da Reuters avevano precedentemente affermato che gli attacchi di Hezbollah contro Israele sono stati progettati per mantenere occupato l’esercito israeliano senza però provocare un conflitto su larga scala. Il governo israliano ha dichiarato che non ha alcun interesse a condurre la guerra e che, se Hezbollah si conterrà, manterrà lo status quo. Ciononostante, il bilancio di 26 militanti di Hezbollah uccisi dal 7 ottobre rende gli ultimi scontri la più grande escalation di volenza alla frontiera con il Libano dall’estate del 2006, quando Israele ed Hezbollah si fronteggiarono per più di un mese in una vera e propria guerra. |
Ucraina |
La sera del 21 ottobre la Russia ha effettuato un attacco missilistico sul villaggio di Korotych, nella regione ucraina di Kharkiv. Il governatore di Kharkiv, Oleh Syniehubov, ha riferito che sei persone sono state uccise e 16 ferite a seguito dell'attacco. Secondo Syniehubov, la Russia ha attaccato un centro di distribuzione della posta di Nova Poshta con sistemi missilistici S-300. Due dei feriti sono in condizioni critiche, mentre altri sei sono in gravi condizioni. Le forze russe stanno lottando per impedire gli sforzi ucraini di rifornire e rafforzare le posizioni appena conquistate sulla riva orientale (sinistra) dell’Oblast di Kherson. Il BBC Russia Service ha riferito il 21 ottobre che il personale ucraino coinvolto nelle operazioni di terra sulla sponda orientale ha dichiarato che stanno combattendo per prendere il pieno controllo di Krynky (30 km a nord-est della città di Kherson e 2 km dal fiume Dnipro) Il 21 ottobre, le forze ucraine hanno continuato le operazioni di controffensiva vicino a Bakhmut e nella parte occidentale dell'oblast di Zaporizhia. Lo stato maggiore ucraino ha riferito il proseguimento di operazioni offensive ucraine in direzione di Melitopol (oblast di Zaporizhia) e Bakhmut. Un importante blogger russo ha affermato che le forze ucraine sono avanzate a ovest di Novofedorivka (21 km a sud-est di Orikhiv) e si trovano a 6 chilometri dall'insediamento. |
Russia |
Lo scorso venerdì il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha commentato la precedente dichiarazione del presidente americano Joe Biden che paragonava le azioni del presidente russo a quelle di Hamas. Biden ha affermato che Hamas e Putin “rappresentano minacce diverse” ma sono simili in quanto “entrambi vogliono annientare completamente una democrazia vicina”. Per Peskov, ’’questa retorica difficilmente è adatta a leader responsabili e non è ammissibile per noi. Non accettiamo questo tono nei confronti della Federazione Russa e nei confronti del nostro presidente”. |
Europa |
Svizzera: Elezioni federali in Svizzera nella giornata del 22 ottobre. Al Consiglio Nazionale sostanziale stabilità delle formazioni di centro (Liberali ed Centro) mentre cresce e vince la destra dell’UDC. Cala vistosamente l’area verde (Verdi e Verdi Liberali) che avevano visto un grande exploit 4 anni fa. Al Consiglio degli Stati i dati saranno definitivi dopo i ballottaggi, che si terranno nel mese di novembre (ultimo il 26.11). |
Politica internazionale | |
Nord America | USA: Dopo la destituzione dello speaker repubblicano Kevin McCarthy il 3 Ottobre, il deputato Jim Jordan (R-Ohio) non è riuscito a diventare il nuovo presidente della Camera nonostante le tre votazioni di sala la scorsa settimana. Ieri nove repubblicani hanno annunciato la loro intenzione di chiedere la nomina alla loro conferenza, che si riunirà oggi per designare il candidato ufficiale alla presidenza, per poi procedere già martedì alla votazione alla Camera.
Di fatto, le difficoltà dei repubblicani nell’eleggere un nuovo speaker hanno portato a un “congelamento” dell’attività alla Camera per quasi tre settimane. Tutto questo sta accadendo mentre il Congresso si avvicina sempre più a una scadenza fondamentale: se la Camera e il Senato non approveranno una serie di progetti di legge sugli stanziamenti, il governo finirà i fondi a metà novembre e sarà costretto al cosiddetto government shutdown, ovvero la sospensione di alcune funzioni della pubblica amministrazione.
USA: Preoccupati dall’inasprimento del conflitto tra Israele e forze militanti quali Hamas (Gaza) e Hezbollah (Libano), il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha detto sabato che Washington ha schierato una quantità significativa di unità navali in Medio Oriente, tra cui due portaerei, navi di supporto e circa 2.000 marines, per aiutare a scoraggiare gli attacchi delle forze affiliate all’Iran. Gli USA stanno inoltre inviando una batteria antimissile Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) e un ulteriore battaglione del sistema di difesa aerea terrestre Patriot. |
Medio Oriente | Iran: L’agenzia di stampa statale IRNA (Islamic Republic News Agency) ha annunciato ieri che Armita Geravand, la ragazza di 16 anni che il primo Ottobre era stata picchiata dalla polizia morale iraniana per non aver indossato il velo in metropolitana, “è in stato di morte cerebrale, nonostante tutti gli sforzi del personale medico”. Anche La famiglia ha confermato la morte cerebrale di Armita, secondo quanto riferisce in un post sul social X l’organizzazione non governativa Hengaw.
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America Latina | Argentina: Domenica 22 ottobre si sono tenute le elezioni per il presidente, il vicepresidente e di una parte dei rappresentanti del Congresso nazionale dell’Argentina, una repubblica presidenziale federale a sistema bicamerale.
Tutti i cittadini tra i 18 e 70 anni sono obbligati a votare, mentre il voto è facoltativo per chi è nella fascia d’età 16-17 e over-70. I tre candidati principali sono Sergio Massa, il 51enne ministro dell’economia che rappresenta la coalizione di governo Union por la Patria (UP); Patricia Bullrich, 67enne ex-ministro della sicurezza del centro-destra Juntos por el Cambio (JxC); e Javier Milei, un economista di 52 anni del partito libertario La Libertad Avanza (LLA), che è il vero outsider di queste elezioni, che unisce proposte economiche a dir poco audaci come la dollarizzazone dell’economia a idee conservatrici su aborto e armi, il tutto veicolato da uno stile comunicativo particolarmente brillante e provocatorio che ha portato la stampa a paragonarlo spesso a Donald Trump. Per vincere al primo turno, un candidato deve ottenere più del 45% dei voti o più del 40% con un vantaggio di oltre 10 punti sul candidato al secondo posto. Se nessun candidato raggiunge questa soglia, i primi due andranno al ballottaggio domenica 19 novembre.
Il vincitore si troverà alle prese con un’inflazione annuale del 124%, senza riserve liquide nella banca centrale e una valuta in crisi che ha perso metà del suo valore da agosto mentre l’economia barcolla verso la sua sesta recessione in un decennio. Il prossimo governo argentino dovrà anche fare i conti con un massiccio programma di aiuti del Fondo Monetario Internazionale sull’orlo del collasso. L’accordo da 43 miliardi di dollari, di cui il governo si è indebitato, sarà una questione chiave che il prossimo presidente dovrà affrontare.
L’ultimo aggiornamento sui risultati riporta Massa in testa con il 36,6% dei voti, con Milei secondo con il 30% dei voti e la Bullrich sconfitta con il 23,8%. Il ballottaggio di novembre sarà dunque - citando El Pais - “fra il peronista Massa e l’ultra(conservatore) Milei”.
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