Modena, 20 gennaio. Riflessioni

Foto by Sacconi Corrado

Erano 56 le associazioni presenti a Modena per manifestare contro la propaganda russa; fra queste alcune sigle riconducibili a partiti politici (Radicali, Azione, Italia Viva, Più Europa, PSI, PRI, Volt) e altre alla società civile. Proprio dall’analisi delle sigle che hanno aderito all’appello che insieme ai radicali abbiamo lanciato 2 settimane fa si può trarre qualche considerazione politico-sociale.

La manifestazione era nata come forma di protesta contro la concessione da parte del comune della sala civica ad un convegno organizzato dall’associazione Emilia Romagna Russia sulla “ricostruzione di Mariupol”.

Sulle pagine del sito di quest’associazione si possono leggere post revisionisti sull’Holodomor, invettive contro “l’occupazione illegittima di Kiev dal 2014 da parte degli usurpatori ucraini [Zelensky ndr]”, propositi dei sostenitori della causa ucraina (“propagandisti”) di spezzettare la Russia in tanti microstati. A fronte di queste surreali ricostruzioni l’associazione proclama la sua indipendenza e si richiama alla libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione.

Qualora occorra, lo ribadiamo ancora una volta: la nostra manifestazione non è stata contro la libertà di espressione di uno sparuto gruppo di nostalgici dell’imperialismo sovietico reincarnato dal criminale di guerra Putin; è stata contro la propaganda e l’uso a fini di propaganda di spazi comunali, cioè di tutti i cittadini, dove sarebbe stata magnificata la ricostruzione di una città che non è stata teatro di una battaglia ma che è stata deliberatamente distrutta da coloro che oggi la ricostruiscono. Un’operazione che avrebbe senza dubbio trovato l’ammirazione del peggior Goebbels.

L’Italia è da tempo il Paese occidentale più permeabile alla propaganda di Putin. Lo certificano studi indipendenti, articoli di prestigiosi testate internazionali, report basati sull’osservazione empirica dei fenomeni e, infine, fatti di cronaca.

Contro questo attacco, piĂą vivo e invasivo che mai, ci siamo mobilitati per Modena.

Ma è anche un attacco il cui palesarsi non necessita di sofisticate ricostruzioni analisi statistiche; lo si ritrova enunciato negli scritti e nei discorsi di Putin che da anni parla apertamente di aggressione ai nostri valori democratici e di convivenza civile. Quello stesso Putin che il 21 febbraio 2022 faceva dire a Lavrov, prontamente ripreso da scodinzolanti giornalisti e opinion maker italiani, che le informazioni dell’intelligence americana su una imminente invasione dell’Ucraina erano fake news. Quello stesso Putin che dopo aver minacciato la Moldova e occupato con le stesse tecniche usate in Donbas la Transnistria oggi rivolge le proprie attenzioni ai Paesi Baltici.

Noi, ci chiamino pure occidentalisti, non vogliamo la guerra ma se chi decide di essere nostro nemico, dopo 2 decenni di tentativi di appeasement, vuole farci guerra (ibrida o infowar che sia) non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo reagire e farci sentire se crediamo in quei valori che sono la base delle nostre costituzioni e che abbiamo faticosamente conquistato dopo il 1945.

Qui viene la seconda considerazione.

Abbiamo detto dei partiti che hanno aderito alla manifestazione; dobbiamo dire dei partiti che non hanno aderito.

Foto by Riccardo Boldrini

Fatta salva la presenza del sindaco Muzzarelli che ha partecipato al corteo ma non ha preso la parola, è stridente l’assenza di una delegazione ufficiale del Partito Democratico. Neanche di fronte ad una cosa così grande come la violazione dei diritti umani e la minaccia alle democrazie il PD riesce a trovare il modo per dire qualcosa. Il più grande partito di sinistra dell’arco parlamentare se ne sta passivamente da parte e in silenzio per non disturbare le opache sensibilità di alleati presenti e futuri a cui, evidentemente, intende immolare il proprio pensiero critico. Era assente il Movimento 5 Stelle, la cui dignità è stata difesa dal coraggioso europarlamentare Fabio Massimo Castaldo intervenuto a Modena.
Erano assenti i partiti di governo le cui contraddizioni sull’affaire Russia sono evidenti da tempo.

Su queste assenze la considerazione che mi viene da fare è la seguente:

esiste una parte dell’elettorato che o perché non comprende la portata della sfida alla democrazia lanciata da Putin, o ben perché ne condivide stupidamente i fini, oppure anche solo per egoismo economico (sintetizzato dalle parole di Marco Travaglio “non ci conviene”) ritiene l’Ucraina sacrificabile e/o non degna di esistere come Stato e Nazione; i partiti che non si schierano perché aspirano a contendersi (o a trattenere) quell’elettorato sono indegni di rappresentare i valori democratici e forse anche più.


Recitava un cartello esposto a Modena: non c’è bisogno di essere ucraini per difendere l’Ucraina, basta essere umani.

 

Foto by Debora Striani

Una galleria fotografica, con tutti i momenti importante della manifestazione, è presente nella sezione multimediale.
Potete trovare il link QUI

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