Il Bilancio della Controffensiva: Parte I - Analisi e Valutazioni

L’articolo seguente è una sintesi tradotta della serie in tre parti A Post-Mortem of Ukraine’s Offensive del podcast The Russian Contingency pubblicato su War on The Rocks. In questi tre episodi gli analisti Michael Kofman, Rob Lee, e Dara Massicot condividono le loro osservazioni sulla controffensiva ucraina e sulle prospettive della Guerra Russo-Ucraina per il 2024. Le analisi e opinioni in questo articolo provengono esclusivamente dal contenuto di quella conversazione.

1.  Il bilancio della controffensiva

Dal punto di vista strategico la controffensiva non ha avuto successo né in termini degli obiettivi minimi (i.e. raggiungere Tokmak) né massimi (i.e. raggiungere Melitopol e tagliare in due l’occupazione russa dell’Ucraina meridionale) che erano stati annunciati dalla leadership politica e militare ucraina.

Dal punto di vista tattico, tenendo in conto le perdite da entrambi i lati, il risultato è più simile ad un ‘pareggio’, nel senso che le forze ucraine sono riuscite ad infliggere perdite pesanti alle forze russe costringendoli ad impiegare le loro riserve e riducendone la futura capacità offensiva. Inoltre, le forze armate ucraine hanno subito perdite inferiori alle aspettative in termini sia di uomini che di mezzi. Per confronto, le stima delle perdite russe in queste ultime 3 settimane di operazioni offensive sono paragonabili a quelle subite dalle forze ucraine nel corso di alcuni mesi della controffensiva.

La campagna di attacchi ucraini sulla Crimea e contro la flotta russa del Mar Nero è stata senz’altro un successo strategico e politico, avendo costretto la gran parte della flotta russa ad abbandonare la base di Sebastopoli, ritirandosi al porto russo di Novorossijsk, e consentito all’Ucraina di aprire un corridoio per le esportazioni di grano vitale per la sua economia, ma si tratta di un’operazione distinta che andrebbe discussa separatamente

2.  Perché la controffensiva non ha avuto il successo sperato?

2.1 Preparazione russa

Prima di iniziare a discutere eventuali errori commessi da parte ucraina e degli alleati, è importante capire quali caratteristiche riscontrabili nelle forze russe e nelle loro operazioni abbiano reso la controffensiva più difficile del previsto, tenendo a mente che esse potrebbero essere sufficienti a spiegarne il mancato successo.

In particolare, vi è una serie di fattori completamente indipendenti dalle azioni ucraine e occidentali che va presa in considerazione:

  • Mobilitazione Russa: a seguito della mobilitazione dell’autunno 2022, quella russa era diventata una forza in piena mobilitazione con linee difensive ben presidiate, forze sufficienti da effettuare rotazioni, e riserve da impiegare dove necessario. Questo quadro è in netto contrasto con la situazione del fronte di Kharkiv-Luhansk del settembre 2022, quando le linee di difesa russe erano collassate a seguito di una penetrazione ucraina. Contrariamente all’anno precedente, quando le forze ucraine sono riuscite ad ottenere una penetrazione tattica a Robotyne, le forze russe avevano riserve da impiegare.
     
  • Morale: il morale delle truppe russe appare piuttosto basso, ma non ha ancora mai portato a fenomeni di ammutinamento e/o diserzione che minacciano la capacità russa di mantenere le proprie linee difensive. 
     
  • Adattamento ed economie di scala: se da un lato il comando russo si è dimostrato poco inventivo e talvolta inetto nel pianificare, dall’altro ha senz’altro buone capacità di adattamento che sa implementare su vasta scala in maniera molto efficace. Ecco alcuni esempi:
     
    1. Nonostante l’arrivo degli HIMARS prima e degli ATACMS poi fosse noto in anticipo, il comando russo non ha fatto nulla per portare ovvi bersagli (depositi di munizioni, piste di atterraggio degli elicotteri, etc.) fuori dalla loro portata, subendo perdite consistenti nelle fasi iniziali di utilizzo di questi sistemi da parte ucraina. Nei mesi successivi però, sono riusciti con successo a disperdere i nuovi bersagli e rendere il lavoro delle forze ucraine molto più difficile. Il vantaggio dell’uso di questi sistemi ha avuto pertanto rendimenti decrescenti per le forze ucraine.
    2. Le forze ucraine sono state sicuramente all’avanguardia nell’impiego di droni FPV e hanno avuto per molto tempo un vantaggio tattico, ma nel giro di un anno i russi sono riusciti a copiarne l’uso e massificarne la produzione su vasta scala, superando l’Ucraina per quantità e riducendone l’iniziale vantaggio tattico.

Questo ovviamente senza tenere conto degli altri vantaggi preesistenti che le forze russe avevano su quelle ucraine, ma che non avevano impedito i rovesci russi e successi ucraini sui fronti di Kyiv, Kharkiv, e Kherson nel 2022.

2.2 Possibili errori di valutazione da parte dell’Ucraina e gli alleati

Prima di provare ad esaminare quali elementi della controffensiva possano aver presentato errori di pianificazione, vale la pena ricordare i seguenti punti:

  • Tutte le parti, comando russo incluso, erano al corrente dell’imminente controffensiva ucraina e, più o meno, delle sue tempistiche (primavera-estate 2023).
  • Gli obiettivi della controffensiva ucraina, e le sue possibili direzioni, erano noti in partenza anche al comando russo.
  • Le forze russe avevano avuto mesi di tempo per preparare le proprie linee difensive.
  • Le forze ucraine non disponevano di superiorità aerea.
  • Le forze ucraine impiegate per lanciare la controffensiva erano composte da nuove reclute addestrate all’estero, ma con poca esperienza.

La strategia era quella di mantenere le forze ucraine con più preparazione ed esperienza dispiegate a tenere la linea contro gli attacchi russi durante l’inverno-primavera 2022-2023 per poi impiegare le brigate di nuove reclute con il nuovo equipaggiamento fornito dai paesi Nato per la controffensiva.

Fonte e copyright: Reuters

La difficoltà del combined arms
L’approccio della controffensiva elaborato dall’Ucraina in collaborazione con le forze Nato, in particolare Stati Uniti e Regno Unito, poneva grande enfasi sul cosiddetto combined-arms manouver che è un tipo di operazione estremamente complesso, per qualsiasi forza armata, e che nella dottrina Nato avviene in condizioni di superiorità aerea. 

Aspettative eccessive per forze con poca esperienza
Le nuove brigate addestrate dai paesi Nato si sono mostrate in diversi casi meno preparate del previsto a condurre un’operazione di questa difficoltà su vasta scala. Non si tratta di un deficit da parte delle reclute, ma di una prestazione prevedibile per truppe con appena 3-4 mesi di addestramento. Il problema semmai è da trovarsi in aspettative eccessivamente ottimistiche. Un controfattuale è ovviamente impossibile, ma vi è evidenza del fatto che le brigate impiegate più tardi nel corso della controffensiva, e quindi con più esperienza, si siano comportate meglio. 

Sottovalutazione delle difese russe
Nei mesi precedenti la controffensiva troppa attenzione è stata diretta all’analisi del successo ucraino nella fulminante controffensiva di Kharkiv-Luhansk e non a sufficienza alle difficoltà avute nella più lenta, per quanto vittoriosa, controffensiva di Kherson, terminata nel novembre 2022 con la liberazione del capoluogo. In particolare, sembra essere stato sottovalutato il ruolo dei campi minati russi che già a Kherson erano stati cruciali prima nel rallentare l’avanzata ucraina e poi nel consentire alle forze russe di ritirarsi sulla sponda sinistra del Dnipro in relativo ordine e limitando il numero di perdite. 

Un’opinione diffusa fra molti analisti era che le forze russe non disponessero di uomini a sufficienza per presidiare tutte le proprie linee di difesa allo stesso tempo. Questo sarebbe diventato un problema solo in caso di una rapida penetrazione ucraina, ma a causa dei fattori già citati (campi minati, difese ben preparate, mancanza di superiorità aerea) le forze ucraine si sono trovate fin da subito in enorme difficoltà ad accumulare forze meccanizzate e corazzate in quantità sufficiente da rompere le linee rapidamente e in profondità, dovendo invece ricorrere a più piccoli e lenti assalti di fanteria. Questo ha quasi sempre offerto al comando russo la possibilità di ridistribuire le proprie forze all’occorrenza, specie una volta che le tre principali linee di attacco ucraine erano diventate note a tutti.

Insufficiente superiorità di fuoco d’artiglieria
La superiorità di fuoco di artiglieria ucraino non si è mai spinta oltre 2-1 che si è rivelato insufficiente per gli assalti di fanteria. Per avere un riferimento, le forze russe avevano una superiorità di fuoco di 3-1 durante le loro operazioni offensive dell’inverno 2022-2023 senza che questo si sia tradotto in alcun successo sul campo. Fa eccezione la Battaglia di Bakhmut, dove le forze russe avevano un vantaggio di 5-1 e hanno comunque impiegato 6 mesi per catturare una piccola città con perdite altissime.

In conclusione
Posto che un controfattuale è come sempre impossibile, date le contromisure russe, anche se si fosse riusciti ad ovviare a queste criticità da parte ucraina, l’idea che le truppe ucraine sarebbero arrivate con successo fino a Melitopol sembra improbabile, e un obiettivo come Tokmak sarebbe stato più realistico. 

2.3 Il punto interrogativo di Bakhmut

La Battaglia di Bakhmut ha attirato fin da subito grande attenzione non solo per la scala della distruzione e la ferocia dei combattimenti, ma anche per la scelta politica, da entrambe le parti, di attribuire un notevole significato simbolico allo scontro per una città di 70,000 abitanti (oggi purtroppo totalmente distrutta) estremamente difficile da difendere e senza una vera importanza strategica.

Le truppe ucraine di stanza a Bakhmut, 2 brigate nominalmente, ma più vicine a 4 per dimensioni (i.e. 12.000-15.000 uomini), a cui si aggiungevano diverse brigate al di fuori della città, sono tra le forze migliori per livello di preparazione ed esperienza. Il loro ruolo era quello di resistere all’assalto russo infliggendo perdite pesanti mentre le nuove brigate conducevano la controffensiva a sud. Il calcolo era che un quoziente di perdite di 1:4 avrebbe favorito la parte ucraina. Tuttavia, mentre l’Ucraina impiegava le proprie forze migliori, da parte russa invece le forze che portavano avanti l’assalto erano principalmente Gruppo Wagner ed altri elementi ‘sacrificabili’ (quali gli ex detenuti mandati al fronte).

Dal momento del quasi accerchiamento di Bakhmut il 22 febbraio 2023, grazie alla propria superiorità di fuoco (quantificata circa a 5:1), l’artiglieria russa era in grado di rendere l’entrata/uscita dalla città estremamente difficile, in particolare per l’evacuazione dei feriti con conseguente aumento delle perdite ucraine. Non è azzardato quindi sostenere che la tattica di logoramento impiegata a Bakhmut, nonostante abbia avuto l’effetto di causare perdite ingenti alla parte russa (secondo le stime occidentali circa 60,000 uomini tra morti e feriti) sia diventata nel tempo sempre meno vantaggiosa per l’Ucraina e che sarebbe forse stato meglio per le forze ucraine abbandonare la città in marzo e creare posizioni difensive sulle alture poco fuori.

Un’obiezione che si sente spesso a questa tesi è che la battaglia di Bakhmut abbia avuto il merito significativo di distruggere il Gruppo Wagner. Questa obiezione, tuttavia, tende a sopravvalutare le qualità di combattimento del Gruppo Wagner. Le forze di Wagner a Bakhmut erano in realtà di qualità piuttosto scadente e non avrebbero avuto alcuna possibilità di avanzare senza il supporto dell’artiglieria russa e i fianchi protetti delle truppe aviotrasportate.

In conclusione, è impossibile fare un controfattuale e stabilire quale sia stato davvero l’impatto del continuato impegno ucraino a Bakhmut sulla controffensiva, ma non sembra errato sostenere che per quanto nel complesso la battaglia abbia avuto un costo enorme per le forze russe, il vantaggio per l’Ucraina di continuare i combattimenti oltre febbraio non sia stato particolarmente tangibile sul piano strategico.

3.  Argomenti deboli, bias comuni, e narrazioni controproducenti

Vi sono poi una serie di argomenti erronei, bias, e narrazioni distorte particolarmente diffuse che rischiano di essere controproducenti. Eccone alcuni esempi tra i più comuni e interessanti:

La controffensiva ha fallito perché le forze ucraine non hanno ricevuto mezzi a sufficienza

Posto che i paesi Nato sono stati senz’altro lenti ed eccessivamente cauti nel fornire mezzi e dispositivi che avrebbero beneficiato l’Ucraina, quando si parla della controffensiva in sé e per sé le forze ucraine disponevano di tutti i mezzi promessi per effettuare la controffensiva secondo i piani. Non solo, le loro perdite in termini di mezzi sono state notevolmente inferiori rispetto alle aspettative.

La controffensiva è stata lanciata troppo tardi consentendo ai Russi di trincerarsi

Le forze russe hanno cominciato a costruire le proprie linee difensive nell’autunno 2022, l’idea che lanciare la controffensiva 2-3 mesi prima del giugno 2023 avrebbe fatto grande differenza non sembra particolarmente credibile. A prescindere, le nuove brigate ucraine erano pronte in aprile e una volta impiegate in giugno hanno mostrato le criticità già illustrate. Se impiegate prima, si sarebbero forse dimostrate ancora più impreparate.

Bias del breve termine

La tendenza a pensare che questo conflitto possa risolversi nel breve periodo. Questo può essere ben esemplificato dall’idea che vi sia sempre un evento risolutivo dietro l’angolo (sia esso una controffensiva o una trattativa), che il successo/fallimento di un’operazione sia determinante per l’intero corso del conflitto, e che l’andamento del conflitto oggi sia rappresentativo del futuro, quando in realtà al più è rappresentativo di una fase. In questo senso, la controffensiva ucraina dell’estate 2023 va vista come un’operazione militare nell’arco di un conflitto di lunga durata. Come in ogni guerra alcune hanno successo, altre no.

Silver Bullet Bias

L’attenzione mediatica tende a concentrarsi su oggetti luccicanti come F-16, ATACMS, etc. con il risultato che si tende a presentarli erroneamente come game changers che da soli potrebbero cambiare rapidamente le sorti del conflitto.

Eccessiva attenzione al territorio e alle mappe

L’occupazione o liberazione di aree di territorio, spesso non particolarmente estese, riceve grande attenzione mediatica essendo il fattore più facilmente osservabile dall’esterno e da lontano, ma non è sempre l’elemento più importante. Usare questo indicatore senza tenere conto di altri non osservabili dall’esterno può portare a conclusioni errate e/o distorte.

Sensazionalismo mediatico

I media sono alla continua ricerca di episodi sensazionalistici e la guerra di posizione ne offre pochi. In mancanza di eventi sensazionali, l’attenzione mediatica tende a concentrarsi su singoli episodi e ‘storie’ (Bakhmut, Vuhledar, Avdiivka, etc.) che finiscono per ricevere una quantità sproporzionata di copertura distorcendo la percezione di un conflitto che si estende su un fronte di più di 1000km e non può essere ridotto a singole battaglie.

Narrazioni della ‘pugnalata alle spalle’

Di questa esistono due versioni. Dal lato ucraino quella secondo cui i paesi occidentali non siano davvero dedicati al sostegno dell’Ucraina e non abbiano fornito tutti i mezzi possibili solo per mancanza di volontà e non per le difficoltà insite ai processi decisionali nei sistemi democratici. Dal lato occidentale quella che l’Ucraina non stia facendo sufficientemente tesoro di quanto ricevuto, incluso l’addestramento, e che si preoccupi solo di chiedere sempre e solo di più. Entrambe le narrazioni danno origine a recriminazioni pubbliche che sono controproducenti e dannose e il cui unico effetto è creare malumori di cui beneficia solo il Cremlino.

 

Questa è la fine della prima parte. La seconda parte ‘Il Bilancio della Controffensiva: Parte II Prospettive per il 2024’ verrà pubblicata fra qualche giorno. In essa verranno riportate le osservazioni sulle prospettive della Guerra Russo-Ucraina per il 2024 ed oltre.

 

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