Questa è la storia di un uomo accusato di un crimine orribile… che non ha mai commesso. La storia di Miriam Schillaci. E del padre che, per tutti, era diventato un mostro.
È il 9 aprile 1989, una domenica di primavera. Siamo a Villaggio Giovi, Limbiate, nell’hinterland milanese. Una festa in famiglia: Lanfranco Schillaci compie 34 anni. Insegna matematica, è nato a Piazza Armerina, in Sicilia. Con lui, la moglie, anche lei insegnante. E la loro bambina: Miriam, due anni e mezzo. Miriam, come spesso le succede, ha la febbre. È una bambina gracile, spesso ammalata. I genitori seguono le indicazioni del pediatra: Tachipirina, in supposte.
Nel pomeriggio, Lanfranco porta Miriam al parco con…
Questa è la storia di un uomo accusato di un crimine orribile… che non ha mai commesso. La storia di Miriam Schillaci. E del padre che, per tutti, era diventato un mostro.
È il 9 aprile 1989, una domenica di primavera. Siamo a Villaggio Giovi, Limbiate, nell’hinterland milanese. Una festa in famiglia: Lanfranco Schillaci compie 34 anni. Insegna matematica, è nato a Piazza Armerina, in Sicilia. Con lui, la moglie, anche lei insegnante. E la loro bambina: Miriam, due anni e mezzo. Miriam, come spesso le succede, ha la febbre. È una bambina gracile, spesso ammalata. I genitori seguono le indicazioni del pediatra: Tachipirina, in supposte.
Nel pomeriggio, Lanfranco porta Miriam al parco con un amico. La bambina gioca, corre, suda. Quando tornano a casa, la febbre è ancora alta. Il pediatra ripete la prescrizione. Ma a un certo punto, Miriam si mette a piangere. E non smette più.
Lanfranco decide di portarla all’ospedale di Garbagnate. Il medico visita la piccola: nulla di grave, sindrome influenzale. Tornano a casa. Ma quando la madre cambia Miriam…vede sangue nel pannolino. E un livido. Lanfranco torna di corsa in ospedale. Sono quasi le dieci di sera. Il medico di turno fa un’ispezione rettale. Poi ordina il ricovero in pediatria.
Il giorno dopo, la bambina viene trasferita al Niguarda di Milano. E lì, succede qualcosa. Il primario, professor Luigi Contorni, telefona al tribunale dei minori. Non ha dubbi: quella bambina ha subito abusi. E secondo lui, l’unico possibile colpevole… è il padre.
Il 23 aprile, la notizia arriva ai giornali.
I titoli:
“Violenza su una bimba di due anni: terribile sospetto”
“Una bimba è stata violentata, ha solo due anni e mezzo”
Lanfranco Schillaci diventa un mostro pubblico. I media lo sbattono in prima pagina. Nome, cognome, indirizzo. I vicini raccontano dettagli insignificanti, adesso letti come indizi. Se la bambina piange quando il padre si avvicina, vuol dire qualcosa, no? È così che ragionano medici, infermieri, giornalisti. La famiglia è distrutta. Minacce telefoniche, paparazzi sotto casa. Nel frattempo, la procura di Milano affida il caso alla dottoressa Daniela Borgonovo.
Ordina una perizia. Ed ecco la svolta. Il 5 maggio, il verdetto: nessun abuso.
Il trauma può essere stato causato da manovre mediche, o da effetti collaterali del paracetamolo. Il procuratore capo, Saverio Borrelli, si presenta in conferenza stampa. Parla di "prudenza". Ma il danno è già stato fatto.
I giornali cambiano tono. Ma adesso l’obiettivo sono i medici. I referti, dicono, erano chiari. Se non è stato abuso… è stata comunque violenza. Il tribunale dei minori rincara la dose:
“Un padre intelligente avrebbe capito che nessuno lo ha accusato di essere un mostro.”
Gli Schillaci decidono di lasciare tutto e tornare in Sicilia. Ma Miriam non sta meglio. Il 2 giugno, a Catania, le fanno una TAC. La diagnosi: teratoma maligno congenito. Un tumore. Dalla nascita. Viene operata d’urgenza. Ma si è perso troppo tempo. Per un po’, sembra riprendersi. Ma dopo un anno, un blocco urinario le causa la morte. Il 5 giugno 1990, durante il funerale, il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, invia un telegramma:
“Chiedo perdono per le ingiuste sofferenze che la limitatezza dello Stato vi ha inflitto... e per i peccati di indifferenza e leggerezza di cui un'intera società si è resa colpevole verso di voi.”
La storia di Miriam risale a prima dell’entrata in vigore della normativa sulla privacy e prima ancora di qualsiasi codice deontologico per i giornalisti: la Carta di Treviso, ora confluita nel Testo Unico, sarà approvata solo nel 1990. E la vicenda della bambina è proprio uno dei fatti che daranno impulso alla creazione di un documento per la tutela dei minori coinvolti in fatti di cronaca.
Miriam è morta. Lanfranco e Maria hanno avuto un altro figlio. Giuseppe. Ma Miriam non l’ha mai conosciuto.