Benvenuti a questa nuova puntata! Oggi vi porto a Bologna, la Dotta, tra le sue piazze e le sue torri… Ma il cuore della nostra storia è dentro la Cattedrale di San Petronio sede dell’incoronazione di Carlo V ad imperatore del Sacro romano Impero ma anche luogo dove la scienza e la fede si sono incontrate.
Qui, nel Seicento, Gian Domenico Cassini – grande astronomo, matematico e già professore all’Università di Bologna – progettò la meridiana più lunga del mondo. Con i suoi 67,84 metri di lunghezza e con il foro stenopeico situato a quasi 30 metri di altezza, per la precisione a 27,10 metri, la meridiana di Cassini non è solo un capolavoro d’ingegneria, ma uno strumento scientifico…
Benvenuti a questa nuova puntata! Oggi vi porto a Bologna, la Dotta, tra le sue piazze e le sue torri… Ma il cuore della nostra storia è dentro la Cattedrale di San Petronio sede dell’incoronazione di Carlo V ad imperatore del Sacro romano Impero ma anche luogo dove la scienza e la fede si sono incontrate.
Qui, nel Seicento, Gian Domenico Cassini – grande astronomo, matematico e già professore all’Università di Bologna – progettò la meridiana più lunga del mondo. Con i suoi 67,84 metri di lunghezza e con il foro stenopeico situato a quasi 30 metri di altezza, per la precisione a 27,10 metri, la meridiana di Cassini non è solo un capolavoro d’ingegneria, ma uno strumento scientifico rivoluzionario.
Grazie alla luce del sole che, attraverso un piccolo foro, tracciava la sua corsa sulla pavimentazione, Cassini calcolò con incredibile precisione l’obliquità dell’eclittica in 23° 29’ 15”, superando in precisione persino il famoso danese Tycho Brahe e calcolò effemeridi solari più precise. Ma il suo vero colpo di genio fu un altro.
A questo punto è necessario un breve passo indietro. Nel 1609, Keplero formulò la sua prima legge, secondo cui i pianeti orbitano attorno al Sole non secondo un cerchio ma seguendo un’ellisse con il Sole che occupa uno dei due suoi fuochi. Questo significa che la velocità del pianeta cambia: quando è più vicino al Sole accelera, quando è più lontano rallenta. La sua seconda legge - la seconda legge di Keplero - spiegava proprio questa variazione di velocità, ma fino a Cassini nessuno era riuscito a dimostrarla sperimentalmente. Inoltre al tempo era ancora diffusa la concezione geocentrica della terra posta al centro del sistema solare, in accordo con la teoria tolemaico-aristotelica che, inoltre, prevedeva che la differente velocità del sole durante l’anno fosse solo apparente.
Con la sua meridiana – chiamata anche eliometro – Cassini riuscì per la prima volta a dimostrare sperimentalmente la seconda legge di Keplero.
Cassini riuscì a dimostrare che il diametro apparente del Sole e la sua distanza non diminuivano in modo uniforme rispetto alla velocità dei pianeti. In altre parole, il rallentamento e l’accelerazione dei pianeti lungo l’orbita non erano un’illusione ottica, ma un fenomeno reale, confermando così la seconda legge di Keplero e dimostrando che la teoria tolemaico-aristotelica sulla velocità apparente dei pianeti era empiricamente sbagliata.
Il suo lavoro fu importante non solo a livello scientifico. Cassini compì queste osservazioni all’interno di una cattedrale, in un luogo sacro. In un’epoca in cui gli avanzamenti scientifici spesso si scontravano con le credenze religiose, la sua dimostrazione fu un passo fondamentale verso l’accettazione del modello copernicano del sistema solare e per il superamento del geocentrismo.
Nel 1654 pubblicò il suo lavoro nel Novum lumen astronomicum ex novo Heliometro. E quel “nuovo lume” lo portò dritto alla corte di Luigi XIV, a dirigere l’Osservatorio Reale di Parigi.
Ed è così che un astronomo ligure, con un progetto audace e una meridiana, riuscì a migliorare la nostra comprensione dell’universo. Un uomo che, secoli dopo, avrebbe dato il nome a una delle missioni spaziali più importanti della storia la missione spaziale NASA/ESA che ha spedito la sonda Cassini intorno a Saturno e il lander Huygens sul suo suolo, permettendoci di studiare il pianeta come mai prima. Ma questo - forse - sarà l’argomento di un’altra puntata.