"L’Italia non ha saputo resistere, e ha immediatamente abbandonato il suo fanatico amante Mazzini, ha tradito l'erculeo marito Garibaldi, non appena il geniale piccolo borghese Cavour, grassottello e con gli occhiali, le ha proposto di mantenerla."
No, non sono parole di Piero Gobetti o Curzio Malaparte. Queste parole, così forti e dirette, appartengono ad Aleksandr Herzen, uno dei più importanti letterati russi di tutti i tempi. Ma perché si trovò ad esprimere delle opinioni così dure? Qualche secondo di sigla e lo scoprirete.
---------------------------------------
Bentornati a Oltre la Storia, il podcast prodotto da Liberi Oltre le Illusioni che ogni settimana, due volte a settimana,…
"L’Italia non ha saputo resistere, e ha immediatamente abbandonato il suo fanatico amante Mazzini, ha tradito l'erculeo marito Garibaldi, non appena il geniale piccolo borghese Cavour, grassottello e con gli occhiali, le ha proposto di mantenerla."
No, non sono parole di Piero Gobetti o Curzio Malaparte. Queste parole, così forti e dirette, appartengono ad Aleksandr Herzen, uno dei più importanti letterati russi di tutti i tempi. Ma perché si trovò ad esprimere delle opinioni così dure? Qualche secondo di sigla e lo scoprirete.
---------------------------------------
Bentornati a Oltre la Storia, il podcast prodotto da Liberi Oltre le Illusioni che ogni settimana, due volte a settimana, analizza e discute un saggio accademico di storia. Io sono Francesco Calvi e oggi vi parlerò di L'Unità italiana negli scritti di Aleksandr Herzen scritto da Carmen Scocozza. Questo saggio, pubblicato nel 2010 negli Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, presenta la vita di Alexander Herzen e ne esplora i legami con l’Italia, con i movimenti risorgimentali e con i suoi protagonisti.
Chi era dunque Aleksandr Herzen? Nato nel 1812 a Mosca, figlio illegittimo di un nobile russo e di madre tedesca, fu educato fin da piccolo sia alla cultura aristocratica russa che alla letteratura occidentale. È lui stesso che, nelle sue memorie, riferisce di come il padre “alla fine dei suoi giorni, scrivesse più fluentemente e correttamente in francese che in russo”.
L’intera Russia venne profondamente scossa dal fallito colpo di stato dei Decabristi nel 1825, un evento che segnò la generazione di Herzen, spingendolo verso ideali di libertà e giustizia sociale. Ai cinque Decabristi impiccati per la rivolta, Herzen dedicò, anni dopo, la copertina della sua rivista La stella polare, pubblicata da esule a Londra. Dopo un arresto nel 1834, il confino in Siberia, e un periodo da impiegato, grazie ai soldi lasciatigli in eredità dal padre alla sua morte, Herzen lasciò la Russia con la sua famiglia, senza più farvi ritorno.
Scocozza osserva come la storia e l’opera di Herzen restino tutt’oggi in ombra, specie in Occidente, e sottolinea quanto sia grave questa mancanza in Italia, paese che Herzen aveva eletto a sua “seconda patria.” I motivi per cui è poco conosciuto, nonostante il suo rilievo, sono diversi. Prima di tutto, la sua vastissima produzione è raccolta in ben trenta volumi, tradotti solo in parte nelle lingue occidentali. Questa carenza è stata colmata solo in tempi relativamente recenti, con la pubblicazione di alcuni suoi scritti e soprattutto della sua autobiografia, Il passato e i pensieri, considerata tra i classici della letteratura russa.
Inoltre, Herzen fu spesso considerato un intellettuale difficile da inquadrare per le sue posizioni mutevoli. È stato definito occidentalista e slavofilo, aristocratico e socialista, internazionalista e nazionalista. Scocozza sottolinea come i suoi contemporanei ritenessero questa “contraddittorietà” un difetto, ma è proprio questa capacità di mettersi in discussione che ha reso Herzen una figura innovativa e complessa, capace di anticipare i limiti dei programmi rivoluzionari dell’epoca.
Un altro ostacolo alla sua diffusione è legato alla lettura imposta dalla storiografia sovietica. Per anni, Herzen è stato considerato un precursore del socialismo rivoluzionario, un’immagine promossa da Lenin che sottolineava il contributo di Herzen alla lotta contro l’autocrazia zarista, trascurando però alcuni aspetti fondamentali del suo pensiero.
Come nota Scocozza, “mentre si enfatizzavano le sue idee di trasformazione sociale in senso socialista, veniva trascurata la sua intransigente difesa della libertà individuale e la sua critica verso ogni forma di autoritarismo”. È proprio questa “difesa della libertà individuale”, afferma sempre lei, “il vero comune denominatore dei suoi scritti”. Fatto che la storiografia sovietica ha spesso omesso o ridimensionato, a favore di una lettura funzionale alle esigenze comuniste.
---------------------------------------
Herzen arrivò per la prima volta in Italia nel novembre del 1847, carico di letture di Dante e Manzoni, ma con molte riserve. “Non conoscevamo l’Italia e su di lei tanto ci sbagliavamo per difetto, quanto sulla Francia per eccesso”, scriveva in quegli anni lo storico Granovskii. E così fu per Herzen, deluso dalla borghesia parigina che aveva abbandonato le lotte di emancipazione sociale e politica per un mero interesse materiale. D’altro canto, Herzen scopriva nell’Italia una nazione “viva, energica e che infonde forza e salute”, come testimonia nelle sue Lettere dalla Francia e dall’Italia, e ravvivava in lui la speranza che la lotta politica e rivoluzionaria potesse ancora avere successo in Europa.
La simpatia di Herzen verso il popolo italiano trovò spazio anche in ragione di una certa somiglianza con il popolo russo. Come si legge dal saggio, infatti, egli credeva che “entrambi i popoli avessero la capacità di sopportare la dominazione straniera pur restando intimamente liberi”. Inoltre, Herzen era convinto che entrambi fossero rimasti refrattari alla disciplina e all'ordine imposto, conservando un'innata spontaneità e originalità di pensiero. Nel caso italiano lo Stato sarebbe rimasto un oggetto estraneo in virtù della tradizione comunale. Herzen vide queste caratteristiche come positive e le associò a una forma di democrazia "nei costumi" che rendeva italiani e russi più inclini all’autogoverno.
Tuttavia, l’autrice avverte che il desiderio di Herzen di trovare conferme al suo progetto politico di trasformazione sociale, radicato nelle identità locali e contadine russe, lo ha talvolta indotto a forzare l'analogia tra italiani e russi, senza cogliere le sostanziali differenze tra le due realtà. Preferiva, dice Scocozza “leggere ogni avvenimento come un auspicio per il futuro della sua stessa patria”. Alla fine, dopo cinque mesi, Herzen lasciò l’Italia, destinazione Parigi, dove sperava che la nascente Seconda Repubblica francese potesse soddisfare le sue ambizioni. Aspettative ancora una volta disattese.
---------------------------------------
Il fallimento delle rivoluzioni del 1848 segnò una svolta nel pensiero di Herzen, che perse fiducia nell’Occidente e iniziò a vedere la Russia rurale come base per un nuovo modello di sviluppo sociale. In questo periodo, strinse amicizia con molti esuli italiani, come Aurelio Saffi, Giacomo Medici e Giuseppe Mazzini, che definì “il più grande uomo politico del nostro tempo,” anche se i due mantenevano posizioni contrapposte: Herzen riteneva che una repubblica duratura richiedesse la distruzione dell’ordine esistente, mentre Mazzini vedeva un imminente risveglio rivoluzionario e puntava a riorganizzare le forze democratiche italiane e internazionali. Inoltre, Herzen criticava Mazzini per il poco interesse verso la classe contadina, che il russo considerava cruciale per il successo della rivoluzione.
A Londra, Herzen conobbe anche Garibaldi. Rispetto al legame con Mazzini, quello con l’eroe dei due mondi toccava corde più profonde nell’animo del russo. Herzen fraternizzò con Garibaldi nel momento forse più caldo del suo periodo londinese. Dopo La stella polare, infatti, lanciò in stampa nel 1864, insieme al suo amico per la vita Ogarev, la rivista “kolokol”, campana in russo. Fu l’italiano ad esprimergli sostegno anche quando una parte sostanziale dei russi esuli gli voltò le spalle per aver espresso il suo appoggio all’insurrezione polacca del 1863. Il fascino che l’italiano scatenava nell’intellettuale moscovita è motivato dalla sua capacità di coinvolgere le masse. Come nota l’autrice, per Herzen “Garibaldi era riuscito laddove un'intera generazione di russi aveva fallito. Era stato, infatti, l'unico in grado di capire e amare realmente le masse, e l'unico al quale le masse si erano affidate con piena fiducia, riconoscendolo come padrone e difensore”.
---------------------------------------
È proprio sulle pagine del Kolokol che Herzen spese le parole più importanti sull’unità italiana dopo il ‘61, approdato ad un’età pienamente adulta, maggiormente moderata e sicuramente più pessimista e critica delle rivoluzioni avvenute dal ’48 in avanti. Deluso da questi moti, che, nelle sue parole, “non hanno creato, hanno distrutto, ma quanto doveva essere distrutto è risultato più forte” Herzen ruppe anche il principio di somiglianza che legava il popolo russo a quello Italiano. L’Italia, infatti, si era evoluta in senso borghese, dal momento che la rivoluzione era stata soffocata dall’incapacità di definire dei veri obbiettivi. “Alla mancanza di un principio è stato sostituito il principio di nazionalità”, sentenziava il russo.
L’unità raggiunta sotto la guida di Cavour, spinta da logiche diplomatiche e compromessi, era per Herzen il simbolo di un ideale tradito. Scocozza sottolinea come Herzen vedesse l’Italia unita come una “rivoluzione interrotta,” che non era stata in grado di riformare le condizioni sociali del popolo. Herzen ammirava sinceramente il sacrificio di figure come Mazzini e Garibaldi, ma rimaneva profondamente deluso dal fatto che la borghesia avesse preso il controllo, lasciando poco spazio a un’autentica libertà popolare.
Con il tempo, Herzen sviluppò un forte pessimismo verso i movimenti politici europei e tornò a idealizzare la comune russa come unica possibilità di una libertà collettiva senza autoritarismi. Nel confronto con l’Italia, Herzen ritrovava quindi lezioni importanti per la Russia: non bastava un’unità di bandiera o di nazione, ma serviva un’unità che partisse dal basso, dalla classe contadina.
---------------------------------------
Per concludere questa puntata, non ci sono parole migliori delle ultime righe del saggio di Scocozza.
“Se le sue previsioni sulla fama imperitura di Mazzini e Garibaldi sono state evidentemente confermate dalla storia, non si può non constatare come, al contrario, il nome di Aleksandr Herzen sia rimasto patrimonio di pochi; colpevolmente dimenticato per anni, sembra doveroso ritornare oggi all'originalità di un pensiero che resta immune da qualsiasi deriva autoritaria e il cui contributo alla teoria politica, tanto russa quanto europea, è ancora profondamente attuale. Un debito che l'Italia, più di tanti altri Paesi, è chiamata a onorare alla luce delle numerose pagine dedicate alle vicende risorgimentali narrate con la partecipazione, e talvolta l'indulgenza, di chi, pur conoscendo perfettamente vizi e virtù
degli italiani, finiva per solidarizzare con questi, ravvisando nella loro travagliata storia le medesime aspirazioni di riscatto ed emancipazione politica del suo stesso popolo.”
---------------------------------------
Grazie per aver ascoltato questo episodio! Prima di lasciarvi, non c’è maniera migliore di approfondire questo tema della monografia dedicatagli proprio dalla stessa autrice del saggio, Carmen Scocozza: si tratta di Aleksander Herzen e il Risorgimento Italiano, pubblicato a Milano nel 2010 da Mimemis.