La NATO è un’Alleanza Difensiva: Perché?

Il dibattito pubblico italiano sull’invasione russa dell’Ucraina è tristemente affetto dal morbo della propaganda del Cremlino...

Introduzione

Il dibattito pubblico italiano sull’invasione russa dell’Ucraina è tristemente affetto dal morbo della propaganda del Cremlino. I salotti dei talk show italiani sono infatti soliti ospitare opinionisti e politici che rilanciano infondate narrative filorusse, secondo cui la NATO è un’organizzazione imperialista che intende aggredire la Federazione Russa. I sostenitori di questa tesi usano due principali argomentazioni a loro favore. La prima è che nel 1990 a Gorbaciov fu promesso che con la fine della guerra fredda e la dissoluzione dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, la NATO non si sarebbe espansa ad est. Una promessa che, agli occhi dei putiniani italiani, fu violata alla fine degli anni novanta con l’ammissione di Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia, seguite poi da molti altri stati esteuropei negli anni a venire. La seconda argomentazione degli utili idioti nostrani è che, con il suo allargamento ad est, la NATO stia accerchiando la Russia, che sarebbe dunque legittimata a sentirsi minacciata. Entrambe sono argomentazioni basate esclusivamente su falsità e, nei paragrafi successivi, spiegherò perché la NATO altro non è che un’alleanza militare atta solamente alla difesa dei suoi stati membri.


Diplomazia e Promesse: Verba Volant, Scripta Manent

Nell’edizione settembre/ottobre 2014 di Foreign Affairs, Mary Elise Sarotte (2014) racconta che il 9 febbraio 1990 l’allora segretario di stato americano James Baker incontrò Gorbaciov per parlare di NATO. Secondo la ricostruzione di Ms. Sarotte (2014), il diplomatico statunitense appuntò sul suo taccuino che “la giurisdizione della NATO non si sarebbe mossa verso est”. Ebbene questa è l’unica istanza in cui si sia mai fatto riferimento, in modo più o meno ufficioso, ad una limitazione dell’espansione ad est dell’alleanza atlantica. Tuttavia, chiunque abbia una minima conoscenza del mondo della diplomazia – russi compresi – sa che promesse verbali e appunti personali sono ben lungi dall’avere la validità di un trattato internazionale. A riprova di questo, ad inizio 2022, Putin stesso ha ripetutamente promesso che non ci sarebbe stata un’invasione dell’Ucraina, eppure come aveva previsto l’intelligence americana, in diplomazia le promesse hanno ben poca valenza e alla fine l’invasione c’è stata. Dunque, dal momento che non c’è un trattato che lo proibisca, il cosiddetto allargamento ad est della NATO è legittimo ed è avvenuto in pieno rispetto del diritto internazionale. Volendo essere ancor più precisi però, non è propriamente corretto parlare di allargamento o di espansione quando ci si riferisce all’entrata di paesi esteuropei nell’alleanza atlantica. Per capire perché bisogna approfondire le basi di diritto internazionale su cui si fonda la NATO.


L’Articolo 10 del Trattato di Washington e la NATO Open Door Policy

La NATO fu fondata nel 1949, con la firma del Trattato di Washington. Il decimo articolo di quest’ultimo delinea i criteri di entrata nell’alleanza e sancisce la open door policy della NATO (NATO, 2020). Traducendo alla lettera, la NATO adotta una “politica delle porte aperte”. In altre parole, l’accesso nell’alleanza atlantica è aperto a qualsiasi stato europeo che condivida i principi di democrazia, libertà individuale e di rispetto dello stato di diritto. Qualora un paese desideri diventare un alleato, questo deve esprimere la sua volontà all’alleanza, la quale avvia il processo di valutazione d’ingresso per appurare che lo stato candidato rispetti tutti i criteri NATO sopracitati (NATO, 2020). Superata questa prima fase, l’ingresso del nuovo membro viene sottoposto al giudizio dei singoli governi di tutti gli alleati, i quali dovranno unanimemente acconsentire all’effettiva entrata del paese candidato (NATO, 2020). Pertanto, la conclusione che si può trarre è che l’espansione della NATO non è il risultato di un processo attivo portato avanti dall’alleanza, bensì sono i singoli stati membri ad aver scelto di diventare alleati, in piena autonomi e consci del fatto che vi sono dei requisiti da rispettare.

Avendo a questo punto appurato la vera natura del cosiddetto allargamento ad est della NATO, è vero che quest’ultima ha nel tempo accerchiato la Russia? Ovviamente no, e i dati parlano chiaro.


Un Ripasso di Geografia per il Cremlino

Come riportato dalla stessa NATO (NATO, 2022c), i confini di terra della Russia si estendono per più di 20.000 chilometri, di cui solo 1.215, ovvero meno di un sedicesimo del totale, sono a contatto con paesi NATO. Le uniche basi NATO al di fuori del territorio degli alleati si trovano in Kosovo, tramite la missione KFOR, approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, di cui la Russia è membro permanente, e in Iraq, il cui governo ha richiesto l’intervento della NATO per combattere il terrorismo (NATO, 2022c). Al contrario, la presenza militare all’estero della Russia di Putin è frutto di numerose violazioni del diritto internazionale che hanno deturpato la sovranità e l’integrità territoriale di diversi paesi indipendenti. In ordine cronologico, all’inizio degli anni novanta, Mosca occupò la regione orientale della Moldavia conosciuta come Transnistria, la quale è tuttora sotto il controllo di militari russi. Nel 2008, le forze armate russe hanno poi invaso la Georgia e sei anni dopo, nel 2014, è stato il turno della Crimea e della regione del Donbass. Oggi, dopo otto anni di ulteriori vessazioni militari, l’Ucraina è di nuovo vittima della violenza imperialista russa, che questa volta ha aggredito l’intero paese. I fatti quindi parlano chiaro, c’è un solo aggressore che non riconosce il diritto alla libertà altrui: la Russia di Putin.


Conclusione

Lo scopo di questo breve articolo è di dimostrare che coloro che sostengono che la NATO abbia aggredito la Russia mentono. Se avesse voluto, la NATO avrebbe potuto attaccare la Russia da tempo. La Russia ha una popolazione di 142 milioni abitanti, quella dei paesi NATO sfiora il miliardo (CIA, 2021). Nel 2021, la Russia ha speso $66 miliardi in difesa, mentre le spese militari NATO superano il trilione di dollari (Statista, 2022; Statista, 2021). Per invadere l’Ucraina la Russia ha schierato più di 100.000 uomini, dunque considerando che l’estensione territoriale russa è notevolmente maggiore a quella ucraina, la NATO avrebbe bisogno di schierare un contingente militare di gran lunga superiore alle 100.000 unità per sferrare un attacco contro Mosca. Tenendo questo a mente, un’ulteriore conferma della natura difensiva della NATO è data dal fatto che, prima dell’invasione russa, la NATO aveva schierato poco più di 5.000 unità sul fianco orientale dell’alleanza (NATO, 2022b). Comprensibilmente, queste sono state portate a circa 30.000 dopo l’inizio della guerra (NATO, 2022a), ciò nonostante, lo scopo puramente deterrente degli schieramenti NATO rimane evidente.

 

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