Inflazione e politica fiscale

Articolo lungo e un po' tecnico basato su un tweet di ieri mattina. Armatevi di una certa dose di pazienza altrimenti non vale la pena.

Il 22/12/2022 su Twitter Tommaso Monacelli osserva che la stretta monetaria attuata da Paul Volcker tra l'estate del 1979 e la fine del 1982 venne supportata da una politica fiscale restrittiva durante lo stesso periodo. 

Monacelli fa l’irrilevante “errore” di menzionare Reagan come responsabile della politica fiscale restrittiva, forse non ricordando che Ronald Reagan (RR) andó al potere in gennaio del 1981. RR, quindi, non determinó i bilanci del 1980 e (buona parte) del 1981. Il suo punto non era certo applaudire Ronald Reagan ma sottolineare che i deficit controllati aiutano la politica monetaria anti-inflattiva.

Nel suo thread, infatti, sottolinea che, a fronte di una politica monetaria debolmente restrittiva (come è di fatto oggi quella della BCE) una politica fiscale che sussidi a destra e a manca per "compensare" l'inflazione rischia di rendere proibitivo il compito della banca centrale. Ovvero di perpetuare l’inflazione nonostante l’aumento dei tassi nominali, ricetta perfetta per la stagflazione.

Ma Monacelli, nel suo tweet, nomina Ronald Reagan e questo per alcuni è una muleta a cui non si sa resistere.  Il 27/01/2023 Francesco Saraceno apostrofa con divertita ironia il thread di Monacelli ricordando che la politica fiscale di Reagan fu molto espansiva e generò molto debito addizionale. Cosa nota a tutti ma che iniziò solo nel 1983!

Saraceno intende negare che politiche fiscali restrittive aiutino a ridurre l'inflazione e lo dice esplicitamente. Esiste infatti una “corrente di pensiero” che vorrebbe compensare l’aumento dei tassi con un ulteriore aumento della spesa pubblica a deficit, corrente particolarmente diffusa in Italia. A supporto della sua critica ci offre questo grafico che descrive il rapporto fra debito pubblico e negli USA in quegli anni. Il grafico va studiato attentamente; facciamolo assieme.

I dati riportati sulle ordinate sono trimestrali e indicano il valore percentuale del rapporto debito/GDP. Sulle ascisse troviamo i trimestri, quattro per anno. Cosa vediamo? 

Vediamo che il rapporto è STABILE e LEGGERMENTE DECRESCENTE sino all'inizio del 1982. Cresce un po' nel 1982, soprattutto nella seconda parte, e decolla stabilmente all'inizio del 1983 per appiattirsi poi all'inizio del 1987. Quindi sino a fine 1981 non c’è espansione del deficit, anzi una piccola contrazione rispetto alla crescita del PIL. Nel 1982 c’è una crescita limitata che (come tutti gli economisti sanno e si capirà dai grafici seguenti) è dovuta soprattutto al fatto che la grande recessione in corso aziona quelli che vengono chiamati “stabilizzatori automatici”.

In parole povere si tratta di sussidi alla disoccupazione e trasferimenti dal governo federale agli stati per ripianare i deficit di bilancio dell’anno. Questo perché, specialmente allora, negli USA la disoccupazione è coperta da un sussidio generale che in periodi di profonda recessione viene concesso automaticamente a decine di milioni di persone in più. Siccome, nel contempo, cala il gettito fiscale ne segue un deficit federale. Inoltre, siccome le costituzioni statali vietano deficit di bilancio e siccome la recessione riduce pure gli introiti degli stati e delle città è frequente un trasferimento temporaneo dal bilancio federale a quello degli stati per appianare quei deficit.

A fine 1982 era evidente che la recessione stesse per finire e molti insistevano per continuare il rigore fiscale. Reagan decise ed impose l’opposto, in particolare volendo aumentare le spese militari e questo generò i grandi deficit degli anni seguenti. Non a caso il compianto amico e collega Murray Weidenbaum si dimise da consigliere di Reagan (era Chief Economist al Council of Economic Advisors) proprio a fine '82 per dissensi con il Presidente sulla politica fiscale.

Nel grafico vedete anche due bande verticali grigie: corrispondono alle due recessioni che la salita dei tassi provocò. La seconda, molto piĂą lunga e profonda fu quella decisiva. Qui, a conferma, l'andamento della disoccupazione ed i tassi annuali di variazione del PIL. Qui le bande grigie sono tre perchĂ© c’è anche la recessione del 1974, primo oil shock. 

A questa mia banalissima osservazione - ovvero che il grafico proposto da Saraceno conferma la sostanza dell'affermazione economica Monacelli - Saraceno risponde con un interessante thread che dovrebbe provare quanto ridicolo sia errore mio e, quindi, di Monacelli.

Thread di Saraceno del 27/01/2023

Ma in realtĂ  cosa PROVANO i grafici di Francesco Saraceno? Che Ronald Reagan, a partire dal budget del 1983, fece aumentare drammaticamente il deficit e quindi il debito USA. La qual cosa nessuno ha mai negato ed era giĂ  evidente nel grafico precedente!

Questo fatto, stranoto, è irrilevante nella discussione su cosa successe nel periodo in cui la FED alzerà i tassi per controllare l’inflazione USA! L'inflazione crolla già nel 1982, come questo grafico (che riporta anche i prezzi del petrolio) prova facilmente. QUEL CHE SUCCEDE DAL 1982 E' IRRILEVANTE! (poi diamo un'occhiata al 1983-88)

Vediamo qualche altro elemento che ci permette di capire l'inghippo. Anzitutto, la politica monetaria. Qui avete il Federal Funds Rate effettivo in quegli anni. Come vedete la crescita inizia PRIMA di Volcker e la ragione per cui si dice "Volcker" è sia metonimica che dovuta al fatto che "spinse in alto e tenne duro". Ma, soprattutto, convinse famiglie ed imprese che non avrebbe mollato, ovvero che la FED voleva agire per cambiare le aspettative. Su questo punto, tecnico ma cruciale, rinvio a "The incredible Volcker disinflation" 

Le corrette politiche anti-inflazionistiche, sia monetarie che fiscali, erano iniziate PRIMA del 1980 e PRIMA della vittoria di Ronald Reagan! Per QUESTO quella linea del debito è piatta e leggermente in discesa (in % del PIL) dal 1980 al 1982, che è il punto di Monacelli! Ricordo anche che nel 1982 il GDP (che sta al denominatore) crolla, quindi il rapporto cresce in buona parte per quello, NON per una politica fiscale permissiva. Quella arriva nel 1983!

Qui dettagli di deficit, debito, gdp e variazioni. Permettono di verificare che le cose vanno esattamente come detto. 

Conclusioni: L'osservazione storica e metodologica di Monacelli è perfettamente corretta, al piĂą doveva mettere "Carter-Reagan". Le implicazioni per la situazione odierna sono ugualmente chiare, ma avremmo occasione di parlarne proprio con Tommaso la prossima settimana. 

 

 

 

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