Elezioni in Iran - banco di prova per il 2025?

Foto di Aboodi Vesakaran / Pexel

Il primo marzo si terranno in Iran le elezioni legislative per rinnovare il parlamento (l'Assemblea consultiva islamica o (Majlis), composta da 290 membri, di cui 5 riservati per le minoranze religiose. Oltre al parlamento, si voterà anche per l'Assemblea degli Esperti dell'Orientamento, un organo ad elezione diretta, composto da 88 membri per 8 anni, con il compito di nominare la Guida Suprema (Ayatollah), la massima carica religiosa ed amministrativa prevista dalla Costituzione (attualmente, Ali Khamenei), qualora questa dovesse divenire incapace di svolgere il proprio ruolo. Quest'ultimo organo potrebbe avere un ruolo di rilievo durante questo mandato, visto che quest'anno Khamenei avrà 85 anni.

Queste saranno le prime elezioni in seguito alla grandissima ondata di proteste che ha travolto il Paese in seguito alla morte di Mahsa Amini, arrestata per aver indossato l'hijab (il velo obbligatorio) in modo sbagliato nel settembre 2022 e morta mentre in custodia della polizia. La repressione nell'ultimo anno e mezzo, nella sua durezza, ha ampliato il divario fra la società civile e la classe politica. Tale divario ha però radici profonde, e per comprendere al meglio queste elezioni (e soprattutto le elezioni presidenziali del 2025) occorre fare un passo indietro.

Elezioni libere?

A partire dagli anni '90, l'arena politica iraniana ha visto la rinascita di un movimento riformista, in opposizione ad una ben consolidata fazione conservatrice (i principalisti). Lo scontro fra i due campi politici si è concretizzato principalmente su questioni di politica estera, ma anche su libertà civili e riforme economiche. In seguito alle elezioni presidenziali del 2009, vinte dal candidato conservatore Mahmoud Ahmadinejad, vi furono grosse proteste per presunti brogli elettorali, guidate dal cosiddetto Movimento Verde. Da allora, il controllo esercitato dall'Ayatollah si è intensificato tantissimo, tramite il cosiddetto Consiglio dei Guardiani.

La costituzione islamica prevede infatti un Consiglio dei Guardiani di 12 membri (nominati direttamente o indirettamente dalla Guida Suprema) che ha il potere di squalificare candidati per qualsiasi elezione in Iran - potere del quale si avvale senza problemi, ed in particolare verso candidati riformisti. Nel grafico 1 si vede come il controllo del Consiglio dei Guardiani sulle elezioni sia diventato negli anni sempre più stringente, fattore che ha contribuito non poco alla disillusione politica all'interno della popolazione. 

Grafico 1: A partire dagli anni 2000 si nota un evidente calo dei candidati ammessi dal Consiglio dei Guardiani

Anche quest'anno, nonostante sia stato approvato un numero record di candidati per il parlamento (in termini assoluti), oltre il 70% dei candidati riformisti sono stati squalificati. Tra i candidati riformisti che non potranno partecipare vi è anche l'ex presidente Hassan Rouhani, che si era candidato per l'Assemblea degli Esperti. Allo stesso tempo, complessivamente il 75% dei candidati per il parlamento è stato ammesso alle urne. Molti esponenti del campo riformista non si sono infatti candidati, denunciando elezioni non democratiche e di fatto inutili, invitando anche gli elettori a non partecipare. 

Poca affluenza

Già nel 2020 l'affluenza alle urne fu la più bassa nella storia della repubblica islamica (42,57 %; grafico 2). Quelle elezioni si svolsero subito dopo un'ondata di proteste nel novembre del 2019 che investirono tutto il Paese - alimentate da un aumento repentino dei prezzi del carburante e dal peggioramento della situazione economica in seguito all'introduzione di sanzioni da parte degli Stati Uniti nel giugno 2019. La squalifica di tantissimi candidati riformisti giocò anch'essa un ruolo fondamentale nella bassa partecipazione elettorale.

Grafico 2: Dopo un boom durante il periodo riformista negli anni '90, vi è stato un assestamento dell'affluenza prima del crollo del 2020.

Molti osservatori ed esperti si dicono tuttavia convinti che la partecipazione a queste elezioni sarà ancora più bassa delle precedenti. Nell'ultimo rapporto di GAMAAN - un istituto di ricerca che si occupa di sondare l'opinione pubblica iraniana su temi sociali e politici - il 77% degli intervistati a febbraio ha dichiarato che non avrebbe partecipato alle elezioni. Anche secondo un sondaggio pubblicato e poi rimosso dall'agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana ISNA, l'affluenza è prevista intorno al 30%.

La corsa ai ripari è evidente. Khamenei ha definito il voto come un dovere religioso, mentre il comandante delle Guardie Rivoluzionari, Hossein Salami, ha detto che "ogni voto è come un missile lanciato al cuore del nemico". Le strade delle principali città sono state costellate di manifesti che invitano la popolazione a votare. È probabile tuttavia che tali misure non riusciranno ad arginare la diffusa apatia verso un sistema largamente percepito come corrotto, repressivo, e senza una reale dialettica politica, oltre che dominato da candidati conservatori. 

Conclusioni

Sul palcoscenico internazionale, queste elezioni non avranno un gran peso. Il parlamento iraniano non ha una vera voce in questioni di politica estera (in mano alla Guida Suprema ed alle Guardie Rivoluzionarie), mentre si occupa di legiferare in materia di politica economica interna. I problemi economici non mancano, con l'inflazione annuale vicina al 50% nel 2023 - tuttavia il margine di manovra del parlamento sarà dipendente da decisioni di politica estera, considerando le sanzioni a cui continua ad essere sottoposto il Paese. Se non altro, queste elezioni serviranno all'establishment conservatore per tastare il loro livello di impopolarità in vista delle elezioni presidenziali del 2025.

Fonti

1) I dati per le elezioni sono presi dall'Iran Data Portal, un archivio di dati sulle elezioni in Iran mantenuto dalle università di Princeton e Syracuse. Tutti i dati provengono dal ministero degli Interni dell'Iran. Integrazioni di dati mancanti mie dalle seguenti fonti.

2) Trends in Parliamentary Elections 1980-2016 (The Iran Primer)

3) 'Reality is even worse': reformist hopefuls banned from Iran's parliamentary poll (The Guardian)

4) Iran elections: Rouhani notes record 6% women elected (BBC)

5) Factbox: The outcome of Iran’s 2020 parliamentary elections (Atlantic Council)

6) Ambivalent Voting Behavior: Ideology, Efficacy, and the Socioeconomic Dynamic of Voter Turnout in Iran, 1997–2005

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