Docenti italiani: i non formati che formano

Analisi comparativa della formazione dei docenti

Quando parliamo di qualità del sistema scolastico sappiamo che questa non può prescindere da quella dei suoi insegnanti. Questo è quello che scrive anche Andreas Schleicher, direttore del settore “Education and Skills” e consulente speciale per la politica dell’istruzione presso il segretario generale dell’OCSE, nel suo ultimo libro “Una scuola di prima classe”. I migliori sistemi scolastici sono quelli che selezionano e formano il proprio personale in modo accurato, si adoperano per migliorare le prestazioni degli insegnanti in difficoltà ed elaborano scale salariali in modo da rispecchiare i diversi livelli di professionalità.

Uno dei più grandi problemi del nostro sistema scolastico è quello che riguarda la formazione e il reclutamento degli insegnanti. Occuparsi dell’accesso alla professione docente è importante perché riguarda tutti noi, non solo i docenti interessati. Non farlo e assecondare un sistema che si basa su bassi requisiti di accesso ha delle conseguenze, sia sull’autostima dei docenti, portando quindi ad un abbandono della professione da parte dei più preparati, sia sulla didattica, che rischia di diventare più prescrittiva e meno personalizzata.

Parlando di formazione docenti un non addetto ai lavori si aspetterebbe che la formazione di un insegnante sia un processo continuo e che, come minimo, inizi ben prima del suo ingresso in classe.

Spoiler: per i nostri insegnanti non è prevista alcuna formazione iniziale.


Non è sempre stato così. Fino a non troppo tempo fa i docenti venivano formati attraverso percorsi ad hoc nelle scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario, le SSIS, o attraverso il Tirocinio formativo attivo, il TFA. Questi percorsi, certamente perfettibili, avevano lo scopo di formare i docenti fornendogli le competenze necessarie, didattiche e pedagogiche, sia per l’insegnamento della propria materia sia per la gestione del gruppo classe e l’inclusione. Negli ultimi anni è stato smantellato qualsiasi tipo di formazione iniziale per i docenti, dando per scontato che per insegnare basti conoscere la materia. 

Attualmente per abilitarsi all’insegnamento o entrare in ruolo è necessario vincere un concorso pubblico. Successivamente il candidato dovrà passare il c.d “anno di prova” durante il quale verrà affiancato da un tutor con compiti di supervisione professionale. Il superamento dell’anno di prova è subordinato allo svolgimento di 180 giorni di servizio, al termine del quale sarà prevista la conferma o meno in ruolo. Conferma che arriva sempre, diciamocelo.

Ma attenzione, vincere un concorso o essere di ruolo non preclude all’aspirante docente l’attività di insegnamento.

Infatti, quasi sempre, gli aspiranti docenti, attraverso le supplenze, iniziano a lavorare ben prima di passare il concorso o l’anno di prova. Basta avere una laurea magistrale, aver conseguito i 24 CFU (crediti formativi) in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche ed essersi immessi nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze, le famose GPS.  Ultimamente, data la carenza dei docenti soprattutto in alcune discipline e in alcune regioni, non occorre nemmeno aver conseguito i 24 CFU (obbligatori per iscriversi nelle GPS) perchĂ© si può essere assunti attraverso la c.d. MAD, la Messa a Disposizione. Un semplice modulo che il candidato compila online e che il Dirigente scolastico può consultare una volta esaurite le graduatorie “ufficiali” (GPS e graduatorie di istituto).

In altre parole, chiunque abbia conseguito una laurea magistrale può insegnare. Nessuna formazione iniziale, nessun tirocinio. Basta un pezzo di carta.

Andando a vedere come funziona il reclutamento e la formazione dei docenti negli altri paesi europei ci accorgiamo che ci sono parecchie differenze rispetto all’Italia.

Ad esempio, in Francia la formazione iniziale viene fornita dalle università. Gli aspiranti docenti frequentano corsi diversi a seconda del tipo di istruzione educativa in cui desiderano insegnare. Le università organizzano in autonomia i Master e la preparazione ai concorsi. Per accedere al primo anno di Master è richiesto il diploma di laurea, mentre per passare al secondo anno è necessario il superamento di un concorso. Già durante il primo anno è previsto un periodo di osservazione e pratica accompagnata, dove gli aspiranti docenti potranno osservare fin da subito l’esercizio della professione. Al secondo anno invece i candidati raggiungono lo status di tirocinanti e vengono pagati come insegnanti a tempo pieno.

In questa tabella si possono osservare le tematiche che gli studenti affronteranno durante i due anni del Master.

Courses

Number of hours

Master 1

 

Semester 1

The Philosophy of the School, the Values of the School and of the Republic, secularisation, the fight against all forms of discriminations

12 hours

Learning process, child psychology

12 hours

Civil service law

6 hours

Master 1

 

Semester 2

Leading educational movements, approaches to teaching, learning, assessment

12 hours

The sociology of audiences, managing diversity, guidance

6 hours

Difficulty at school, early school-leaving

6 hours

The inclusive school: special needs and education for disabled pupils

6 hours

Master 2

 

Semester 3

Organising the school system and institutional context

6 hours

Learning process, relationship with knowledge, memory and learning, cognitive styles, multiple forms of intelligence

12 hours

The stance of teacher and pupil, professional communication (voice, body language, etc.)

12 hours

Master 2

 

Semester 4

Managing conflicts and violence

12 hours

Fighting against women / men stereotypes, and mixed-education schooling

12 hours

Ethics, professional stance, joint working

6 hours

Total

12 ECTS credits

120 hours


Anche in Finlandia la formazione dei docenti viene gestita dalle universitĂ .  Per poter accedere all’insegnamento i candidati devono acquisire almeno 60 CFU (quello che da noi corrisponde ad un anno di magistrale) in studi pedagogici. Durante questi corsi di formazione sono previsti periodi di pratica supervisionata e valutata presso le scuole affiliate. Gli istituti che si occupano della formazione docenti hanno piena autonomia nella progettazione dei curricula e questo permette di sviluppare percorsi flessibili in base alle mutevoli esigenze di competenze. La durata della formazione per gli insegnanti della scuola della prima infanzia (ECEC) è di 3 anni, 180 CFU, mentre per tutti gli altri aspiranti docenti il percorso è di 5-6 anni, per un totale di 300 CFU.Il percorso pone particolare attenzione alle probabili complessitĂ  che si potranno presentare ai futuri insegnanti una volta entrati in classe. Gestire il gruppo classe non è qualcosa che si insegna facilmente, ma mettere il docente nelle condizioni di conoscere e riconoscere situazioni e dinamiche di gruppo è fondamentale, sia per i docenti che per gli studenti stessi.

Per l’ammissione ai programmi di formazione le procedure variano a seconda del tipo di istruzione presso la quale si desidera insegnare. Nella maggior parte dei casi c’è un esame di ammissione, un test attitudinale e un colloquio. I corsi poi si differenziano in base al grado e al livello di scuola dove si desidera insegnare, ma quello che accomuna tutti i percorsi di formazione è il tirocinio. Momenti di studio e di pratica si integrano al fine di fornire ai futuri docenti le giuste competenze volte a favorire il processo educativo dei discenti, permettendogli di familiarizzare con l’insegnamento e guidandoli nella valutazione del proprio lavoro. Il continuo confronto tra istruttore e aspirante docente ha lo scopo di rafforzare l’identità del tirocinante come insegnante.

La formazione dei docenti in Germania si divide sostanzialmente in due fasi: il corso di laurea dedicato all’insegnamento, con tanto di tirocinio, e il Servizio Preparatorio, che va dai 12 ai 24 mesi, durante i quali gli studenti assistono a seminari, lezioni e svolgono attività di insegnamento accompagnato. Negli ultimi anni in Germania la componente pratica nella formazione dei docenti è aumentata considerevolmente.

Pur mantenendo struttura e linee guida uniformi a livello nazionale la formazione iniziale dei docenti si differenzia parzialmente in base al Lander di appartenenza. La qualifica di ingresso all'istruzione superiore (Hochschulreife) si ottiene conseguendo la maturitĂ  (Abitur). Per i candidati docenti esistono sei differenti percorsi di carriera, e quindi di formazione, in base al grado scolastico e alle discipline che si desidera insegnare.

Dopo il conseguimento della laurea, l'aspirante deve superare un esame: l'Erste StaatsprĂĽfung. Requisito fondamentale per l'ammissione al Servizio Preparatorio (Vorbereitungsdienst). L'Erste StaatsprĂĽfung viene sostenuto davanti alle autoritĂ  statali per garantire il rispetto di determinati standard qualitativi nella formazione dei docenti.

Il Servizio Preparatorio alla professione si tiene negli istituti di formazione per insegnanti (Studienseminare) e si conclude con un secondo esame di Stato. Superato quest'ultimo si ottiene l’ abilitazione all'insegnamento.

Nelle "Norme per la formazione degli insegnanti” sono stati definiti gli obiettivi di istruzione e formazione generali. Le competenze riguardano quattro aree principali: insegnamento, educazione, valutazione e innovazione. A queste si sono poi aggiunte le competenze dell’inclusione e del digitale. All'interno di questo quadro, i Länder e gli istituti di istruzione superiore per la formazione degli insegnanti possono determinare autonomamente priorità e differenziazioni, ma anche requisiti aggiuntivi.

Per insegnare in Inghilterra bisogna essere in possesso del Qualified Teacher Status (QTS), un accreditamento professionale obbligatorio per qualsiasi nomina presso la pubblica istruzione. Il QTS non è un'abilitazione specifica per una determinata materia o per tipologia di scuola, consiste piuttosto in una serie di standard stabiliti dal Dipartimento per l’Educazione (DfE), che l’aspirante docente deve raggiungere per poter insegnare.

Le istituzioni che si occupano della formazione iniziale dei docenti (ITT) devono essere accreditate dal DfE, sulla base di criteri specificati dal Segretario di Stato.

Non tutte le scuole o i college possono erogare questo tipo di formazione, per poterlo fare devono essere considerate 'buone' o 'eccezionali' dall'Ofsted, l'ispettorato.

Il percorso di formazione dura un anno, con un'esperienza in classe di almeno 24 settimane. I tirocinanti durante questo periodo ricevono uno stipendio come insegnanti non qualificati e insegnano ad orario ridotto.

In Italia, al posto di “professionalizzare” questa carriera rendendola più attraente e invitante per le nuove generazioni, si è deciso di semplificarne le procedure di accesso. Tutto questo a scapito dei nostri studenti, della qualità dell’insegnamento e della professionalità dei docenti stessi.

Dove l’accesso è più selettivo si dissuadono i candidati scarsamente qualificati e svogliati. Dove invece l’accesso è assicurato (come accade nel nostro paese), questa scelta diventa spesso l’ultima spiaggia di molti e la prima alternativa da abbandonare se si dovesse trovare qualcosa di meglio.

La formazione iniziale dei nostri insegnanti continua a non essere volutamente presa in considerazione dalla politica, interessata più a stabilizzare docenti (indistintamente) a fini elettorali. Come selezioniamo e formiamo la classe docente è un problema che riguarda tutti e dovrebbe essere parte integrante di qualsiasi strategia volta a migliorare concretamente il settore dell’istruzione.

 

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