L'insostenibile leggerezza della polemica sterile

Quando due sere fa mi è stato segnalato che Radio Popolare stava montando una polemica sull'incarico conferito dal governo alla Mckinsey ho liquidato la questione con superficialità. Nonostante non sia più un ragazzino e segua la politita da tanto, troppo, tempo, ho pensato ingenuamente che non valesse neanche un commento tanto la questione è banale. Avevo però sottovalutato l'arte tutta italiana di montare polemiche da tifo da stadio in base al clan di appartenenza. 
La mattina dopo l'argomento era stato rilanciato polemicamente da quel mundillo di destra e sinistra che ama osservare la realtà con gli occhi della propaganda. L'ex ministro PD Boccia, l'ex ministro Barca, il segretario di Sinistra italiana Fratoianni, la ricercatrice Marta Fana, l'associato vicino ai 5 stelle Roventini e, naturalmente, Giorgia Meloni si sono scagliati contro il MEF e la "kattiva" multinazionale neoliberista che ci "scippava" il Recovery Plan.
In particolare la Fana e Roventini hanno usato parole di particolare violenza.

 Scriveva in un tweet Marta Fana:

Quanto schifo può fare un governo che esternalizza la scrittura delle linee programmatiche e di spesa del più grande intervento di spesa che abbiamo mai visto? Assai. Non è demandare la politica ai tecnici, è sputare in faccia alla società, alle sue istituzioni

Rilanciava Roventini:

VIA MCKINSEY DAL MEF! La società di consulenza privata McKinsey sta aiutando il Ministero dell'Economia a redigere il Recovery Plan da cui dipende la crescita italiana dei prossimi anni. È una scelta opaca, poco democratica e pericolosa che va fermata

Lo percepite il loro grado di furiosa indignazione per la democrazia violata? Lo sentite il rumore dei loro denti digrignanti in un violento attacco di bruxismo scatenato dal governo di eurocrati che osa affidare ad una multinazionale, ovviamente neoliberista, la gestione del pacco di soldi in arrivo dall'Europa?

Bene, ora che l'immagine è chiara proviamo a porre loro un paio di domande.

1) Dov'era la stessa indignazione quando il Governo Conte dispensava 273 incarichi di consulenza esterna nell'ultimo anno solare?

Fra il dicembre 2019 e il dicembre 2020 il Conte II ha ingaggiato consulenti per, letteralmente, ogni ambito dell'attività di governo. Si va dall'accesso ai documenti amministrativi alle collaborazioni internazionali, dall'incarico di esperto in relazioni pubbliche e comunicazione a quello di esperto di progettazione e gestione nell'ambito delle classificazioni sismiche. C'è persino un incarico, conferito al dott. Esposito Gaetano Fausto, ATTIVITA' DI CONSULENZA PER L'ASSISTENZA AGLI UFFICI DEL DIPARTIMENTO NELLE INCOMBENZE RELATIVE A PROCEDURE DI ANLISI E SELEZIONE DEI PROGETTI PER IL RECOVERY FUND. Il valore economico di quest'incarico è, udite udite, pari a 25.000 euro oltre IVA.

Ma naturalmente non finisce qui. Ci sono incarichi di valore ben più elevato come quelli per la riorganizzazione digitale con compensi fino ad 80.000 euro; quelli assegnati per il Nucleo di analisi e programmazione per complessivi 180.000 euro a due professionisti.

Il valore complessivo degli incarichi di consulenza esterna assegnati dal Conte II nel solo anno solare considerato, riclassificato per i giorni effettivi di incarico, è pari ad una spesa annua di 7.948.209,00.

2) Possibile che politici e commentatori tanto attenti alle vicende pubbliche non sappiano che quella di assegnare incarichi consulenziali esterni è prassi di ogni amministrazione e di ogni governo?

Tutti gli incarichi sono pubblicati sul sito del governo e liberamente consultabili. Nel file excel che si può scaricare dal sito ci sono la descrizione della nomina, il link al relativo decreto, i compensi, la durata dell'incarico e il curriculum del consulente. Basta aver voglia di cercare e un po' di onestà intellettuale.   

L'incarico alla Mckinsey non è neanche nuovo. Della stessa società si avvalse il Governo Renzi per l'elaborazione degli scenari di impatto del decreto sugli 80 euro. Di prestigiose società di consulenza si avvalgono tutti i governi e se ne sono avvalsi tutti i governo italiani da almeno un trentennio.

Nella fattispecie questo incarico è anche coerente con le linee guida del Next Generation EU che prevedono una funzione di audit e supporto indipendente per i progetti da presentare alla Commissione e la necessità, dovuta ai tempi ristretti per il grave ritardo accumulato, di confrontare quello italiano con i piani nazionali degli altri Stati membri come specificato nella nota emessa dal MEF.

Il compenso di 25.000 euro oltre IVA è, considerando la delicatezza del compito, la posta in gioco di 209 miliardi e i costi orari standard della società vicini agli 800 euro per ora, meramente simbolico.
Inoltre in tutti i casi il consulente si attiene nello svolgimento dell'incarico alle indicazioni fornite dal suo mandante politico.

L'unica cosa che si deve chiedere al governo è la trasparenza dei contratti e il rispetto della normativa.

Polemica assolutamente sterile e inopportuna dunque, perché in Italia la polemica ideologica da schieramento in curva da stadio è una sorta di esistenza in vita di politici e giornali che altrimenti non avrebbero nulla da dire. Il loro apporto alla maturazione di un dibattito sui contenuti è, come sempre, negativo. Il declino è anche merito loro.

 

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