Il silenzio di FdI fa più rumore delle esternazioni di Ciccioli

Durante la presentazione della proposta di Legge n.20, il consigliere Ciccioli, ha pronunciato la frase: “I genitori di una famiglia naturale hanno compiti espliciti: il padre deve dare le regole, la madre accudire”. Questa esternazione ha scatenato indignazioni su social e giornali che però, non si sono accorti di ciò che contiene la proposta che andrà presto al Consiglio Regionale delle Marche.

 

Durante la presentazione della proposta di Legge n.20, “Interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità e della natalità”, nella Regione Marche, il consigliere Carlo Ciccioli (FdI), ha pronunciato la frase:

I genitori di una famiglia naturale hanno compiti espliciti: il padre deve dare le regole, la madre accudire”.

Sulla frase ci torneremo tra poco perché, se da un lato le giuste polemiche sono arrivate sia dalla politica sia dalla società, queste hanno avuto l’effetto di distogliere l’attenzione dalla proposta di legge, firmata anche da altri esponenti della maggioranza.

Riportiamo qui solo alcuni aspetti della proposta di Legge n. 20:

“art.1: … riconosce, tutela e promuove i diritti della famiglia, società naturale fondata sul matrimonio, …”
Parole non meno gravi delle esternazione di Ciccioli. Una coppia con figli non spostata non è da considerarsi una famiglia? Una madre o un padre, rimasti soli con i figli per qualsiasi motivo, non è da considerarsi una famiglia?

“art.2, comma1: … effettiva parità tra uomo e donna e di solidarietà tra i componenti;”
Quest’articolo contraddice, di fatto, l’esternazione del consigliere Ciccioli.

La proposta di legge pur citando varie volte la parola ‘genitorialità’, non specifica mai cosa intende con essa, salvo una non chiara dicitura alla lettera k dell’art.2, che, se interpretata nella sua visione più ampia, contrasterebbe con il concetto di famiglia di cui all’art.1. Ma perché allora non chiarirlo?

La programmazione riportata all’art. 3 è del tutto generica, sia nei modi sia nei tempi; si passa da un lungo elenco dei buoni propositi, attraverso la valorizzazione e sostegno dell’associazionismo familiare (art 4), all’aggravio di burocrazia che sarà a carico dei richiedenti con un non ben definito e confuso parametro VIF (Valutazione di Impatto Familiare) di cui all’art. 7, alla festa della famiglia, celebrata annualmente il 15 di maggio (art. 8), agli interventi a sostegno della natalità, assistenza ai genitori dei nuovi nati, percorso nascite, senza mai citare né cifre economiche né modalità attuative.

La sostanza che vuole apportare questa legge è però indicata nell’art. 24, l’ultimo: Dall’applicazione di questa legge non derivano né possono derivare nuovi o maggiori oneri finanziari diretti a carico del bilancio della Regione. Alla sua attuazione si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie previste dalla legislazione vigente.”

Questa proposta, come la precedente legge, è solo un elenco di copia/incolla rivisitate delle tante proposte che non prendono mai in seria e completa considerazione i veri temi che hanno portato in nostro paese a essere agli ultimi posti al mondo per la natalità, e in cui la maggior parte delle coppie desiderose di figli, sono costrette a ritardare sensibilmente il periodo genitoriale. Nulla è previsto per accompagnare i figli nella crescita (in Svezia ad esempio gli aiuti sono concessi fino al compimento dei 16 anni).

Una serie di proposte che, anche se attuate, rimarranno solo aiuti una tantum. Nulla che possa creare un ambiente favorevole al superamento del grave problema della denatalità in cui l’Italia è caduta dagli anni ’80.
Ogni anno si assiste al calo della popolazione italiana, e presto scenderemo sotto i 60milioni di abitanti nonostante l’immigrazione (rispetto all’epoca del baby boom degli anni ’60 registriamo oltre mezzo milione di nascite in meno), cui aggiungere i circa 120mila italiani che emigrano all’esterno in cerca di opportunità che una politica miope non è più in grado di offrire.
Come riportato in uno studio dell’osservatorio CPI, quantità, qualità e stabilità nel tempo della spesa pubblica a favore della natalità, sono tutti fattori decisivi nel determinare l’entità dell’impatto sulle scelte dei potenziali genitori, e questa proposta di legge è carente su ogni aspetto.

Nelle Marche e in generale in Italia, si continua con la politica dei bonus e altri benefici relativi alla nascita dei figli, che hanno già dimostrato la loro inefficacia. Siamo lontanissimi da serie e durature politiche per offrire asili nido a prezzi sovvenzionati, e misure di sostegno al reddito dei genitori che abbandonano temporaneamente il lavoro per prendersi cura dei figli, provvedimenti che hanno dimostrato di offrire risultati efficaci come accade in Svezia.

Sulla frase di Ciccioli, opposizione e giornali hanno già scritto a sufficienza; il soggetto non è nuovo nel pronunciare affermazioni vetuste e svilenti, tipiche del modello padronale e patriarcale che tuttora persiste. L’ex parlamentare si era già reso protagonista di un’altra uscita in Consiglio Regionale appena una settimana fa: “No all’aborto per fermare la sostituzione etnica”.

Ancora più preoccupante è però il silenzio di FdI che non ha preso le distanze da queste affermazioni; il silenzio del partito fa ben più rumore delle esternazioni del suo capogruppo al consiglio Regionale.

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