Navi russe in fuga da Sebastopoli. Accordo storico UE sulle crisi migratorie - Rassegna del 5/10/23

di Redazione Ucraina

Punto Stampa a Cura di: Michele Miceli, Franz Forti, Gabriele Fabozzi
Conducono: Franz Forti, Gabriele Fabozzi

 

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Argomenti principali della giornata: la marina russa in fuga da Sebastopoli. Storico accordo EU sulle procedure di richiesta asilo. Botta e risposta tra Bruxelles e Pechino sull’indagine delle presunte sovvenzioni agli EV.

 

Ucraina

La marina russa in fuga da Sebastopoli. ISW riporta che l’esercito russo ha recentemente trasferito diverse navi della flotta del Mar Nero (BSF) dal porto di Sebastopoli occupata, in Crimea, al porto di Novorossiysk, Krasnodar Krai, probabilmente nel tentativo di proteggerle dai continui attacchi ucraini contro risorse russe nella Crimea occupata. Le immagini satellitari pubblicate l'1 e il 3 ottobre mostrano che le forze russe hanno trasferito almeno 10 navi da Sebastopoli a Novorossijsk. Secondo quanto riferito, le immagini satellitari mostrano che le forze russe hanno recentemente spostato le  fregate Admiral Makarov  e  Admiral Essen  . tre sottomarini diesel, cinque navi da sbarco e diverse piccole navi missilistiche. Le immagini satellitari scattate il 2 ottobre mostrano quattro navi da sbarco russe e un sottomarino di classe Kilo rimasti a Sebastopoli.

Nel frattempo le forze ucraine hanno continuato le operazioni offensive vicino a Bakhmut e nell'oblast occidentale di Zaporizhia, con avanzamenti marginali il 4 ottobre. Le forze ucraine hanno continuato gli attacchi di terra verso la linea ferroviaria tra Klishchiivka (7 km a sud-ovest di Bakhmut) e Andriivka (10 km a sud-ovest di Bakhmut), e lo Stato maggiore ucraino ha dichiarato che le forze ucraine hanno ottenuto un successo parziale vicino a questi insediamenti. 


Le condizioni meteorologiche autunnali e invernali rallenteranno ma non fermeranno le operazioni controffensive ucraine. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, ha dichiarato il 3 ottobre che il bel tempo durerĂ  per altre sei-otto settimane prima che il tempo influisca sia sulle operazioni ucraine che su quelle russe.


Mercoledì il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha riferito di aver trasferito oltre un milione di munizioni da 7,62 mm confiscate al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana (IRGC) in Ucraina. I proiettili, comunemente usati per fucili e mitragliatrici, sono stati sequestrati da una spedizione iraniana diretta ai ribelli Houthi nello Yemen. Il trasferimento violava la risoluzione 2216 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, volta a impedire il flusso di armi in Yemen, dove dal 2014 divampa una guerra civile, da molti esperti considerata un conflitto per procura tra Iran e Arabia Saudita.

Russia

Il Cremlino sta probabilmente intensificando l’uso degli strumenti di autoritarismo digitale per aumentare la repressione interna e rafforzare il controllo dello spazio informativo. Lo riporta ISW, citando il quotidiano dell'opposizione russa  Vazhnye Istorii, il quale  ha riferito il 4 ottobre che l'ufficio del procuratore generale russo ha richiesto che la piattaforma di social media russa VKontakte (VK) iniziasse a bloccare i post dei parenti dei militari mobilitati che chiedevano ai loro cari di tornare a casa. Vazhnye Istorii ha notato che VK nasconde post con diversi hashtag relativi al trattamento o al ritorno dei militari mobilitati e che diversi post nelle chat di gruppo sarebbero scomparsi. Il procuratore generale è probabilmente in grado di imporre questa forma di censura in base alla legge esistente che riguarda le informazioni “inaffidabili” sulle operazioni russe in Ucraina. Il 3 ottobre il Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha inoltre proposto un progetto di risoluzione che amplierebbe l'elenco dei dati personali e di geolocalizzazione che gli "organizzatori di diffusione delle informazioni" (ORI) sono tenuti a archiviare e fornire alle forze dell'ordine su richiesta. 

Europa

UE: L'Unione Europea ha raggiunto un accordo storico su come gli Stati membri affronteranno le prossime crisi migratorie, in caso di eccezionali arrivi negli Stati di frontiera dell’Unione, a seguito di eventi straordinari quali guerra, disastri naturali o emergenze climatiche.

 

Le nuove regole consentiranno agli Stati di frontiera di accelerare le domande di asilo e trasferire rapidamente le persone in altri paesi europei, evitando una ripetizione della crisi del 2015, quando 1 milione di rifugiati siriani giunsero in UE, e alcuni paesi ne accettarono molti di piĂą rispetto ad altri. Gli Stati di primo approdo avranno solo quattro settimane per compilare la documentazione iniziale, prima di chiedere ad altri paesi di ospitare le persone. Il paese membro di supporto, in seguito, assumerĂ  la responsabilitĂ  di esaminare le richieste d'asilo, che spesso possono richiedere anni.

 

L'accordo è stato sigillato nelle prime ore del mercoledì mattina, ponendo fine a tre anni di discussioni tra gli Stati membri sul tema. Polonia e Ungheria hanno votato contro l'accordo, mentre Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia si sono astenute. La nuova legge deve ancora essere approvata dal Parlamento europeo.

 

Punto centrale della discussione è stata la clausola voluta dall’Italia, che consente di derogare agli standard minimi nei centri di detenzione in caso di aumenti improvvisi degli arrivi in situazioni di crisi, a cui la Germania si era inizialmente opposta.

L'Italia ha dichiarato che la Germania ha "rinunciato" al paragrafo controverso che avrebbe potuto impedire alle autoritĂ  italiane di utilizzare le misure di emergenza per gestire i migranti soccorsi dalle ONG.

Tuttavia, scrivendo su X, la ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock ha affermato che il compromesso "ha tenuto conto delle nostre proposte in termini di umanità e ordine", aggiungendo di aver "garantito che gli standard minimi umanitari, come l'accesso all'istruzione e all'assistenza sanitaria, non saranno indeboliti durante una crisi”.

Ricordiamo che l'Italia aveva anche criticato la Germania per il suo sostegno alle ONG nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo.



 

Politica internazionale

Sud America

Haiti: Il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite ha approvato il dispiegamento di un contingente internazionale ad Haiti, piĂą di un anno dopo la richiesta di assistenza da parte di quest’ultimo in seguito all'esplosione di violenza di quest’anno. Da gennaio a settembre di quest’anno, infatti, l’ONU ha registrato circa 3000 omicidi, piĂą di 1500 sequestri di persona e circa 200000 sfollati: una conseguenza delle violenze e dell’instabilitĂ  politica in seguito all’omicidio del Presidente Jovenel Moise, avvenuta circa due anni fa. La missione sarĂ  guidata dal Kenya, che invierĂ  1000 uomini, con la partecipazione di alcuni paesi dei Caraibi. Sembra che l’affidamento della missione al Kenya e non al Dipartimento delle Operazioni di pace dell’ONU sia stato un fatto decisivo per l’approvazione, tramite astensione, da parte di Cina e Russia, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. 

Asia

Cina: Pechino si è lamentato del poco preavviso dato dalla Commissione Europea per l’avvio delle consultazioni, nel quadro di un'indagine circa i presunti sussidi statali cinesi verso i propri produttori di veicoli elettrici (EV), avviata formalmente a Settembre ed annunciata dalla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Nell’annuncio, è stato consigliato alle parti che desiderano un'audizione, di richiederla entro 15 giorni ed è stato fissato un termine di 37 giorni per ricevere eventuali commenti.

Il recente aumento dell'import di EV cinesi in Europa, a detta di Bruxelles, sarebbe favorito dai sussidi del dragone asiatico verso i propri produttori, tra cui prestiti da banche statali a condizioni preferenziali, tagli fiscali, nonchĂ© la fornitura da parte dello Stato di materie prime e componenti a prezzi inferiori a quelli di mercato,  sfavorendo di fatto la competizione e penalizzando in modo sleale i produttori europei.

Secondo le stime, la quota di veicoli elettrici venduti in Europa e di manifattura cinese è salita all'8% e potrebbe raggiungere il 15% nel 2025.

La Cina è "molto insoddisfatta" dell'indagine anti-sovvenzioni poiché mancherebbe di prove adeguate e non sarebbe conforme alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), ha affermato il ministero del Commercio del paese. Pechino non avrebbe inoltre ricevuto materiale sufficiente per la consultazione.

La Cina ha esortato l’UE a salvaguardare la stabilitĂ  della catena di approvvigionamento globale e un partenariato strategico tra i due, applicando “prudentemente” rimedi commerciali. L’Associazione Cinesi dei Produttori di Automobili ha definito l’indagine “un ovvio atto di protezionismo”. 

Il portavoce della commissione Olof Gill ha risposto alle critiche cinesi, ribadendo la legittimità del processo e sostenendo che tutti i “passaggi procedurali” saranno eseguiti in ottemperanza delle regole del WTO.

Tuttavia, esperti come Arnoud Willems, partner nel settore del commercio internazionale presso lo studio legale Baker McKenzie, hanno riconosciuto come in effetti i tempi del processo siano molto brevi, a maggior ragione visto il periodo di vacanza in Cina. 

Niclas Poitiers, analista presso il think-tank Brugel di Bruxelles, ha invece sottolineato che sì, probabilmente la Cina sovvenziona i suoi produttori in modo ingiusto secondo le regole internazionali, tuttavia il motivo del boom automobilistico elettrico cinese sia piuttosto da ricercare nella ingente quantità di investimenti tecnologici effettuati dall’industria cinese, di gran lunga avanti alla controparte europea, specialmente per la gamma di veicoli più economici.

 

 

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