Crescendo di sabotaggi ferroviari in Russia - Rassegna del 3/5/23

di Redazione Ucraina

Punto Stampa a Cura di: Gabriele Fabozzi
Conducono: Franz Forti, Gabriele Fabozzi

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Argomenti principali della giornata:

Russia

Secondo media russi, un treno merci sarebbe stato fatto deragliare  da un “dispositivo esplosivo non identificato” nell’Oblast di Bryansk, il secondo in poco meno di tre giorni. Già nella giornata di lunedì, un treno che trasportava carburante era stato fatto deragliare, causando la sospensione del servizio ferroviario nell’area. Tali azioni si vanno aggiungendo a quello che sembra essere un crescendo di atti di sabotaggio nell’area di confine, possibilmente in preparazione di un’imminente controffensiva ucraina. 

Iran

Secondo un’inchiesta del New York Times, Alireza Akbari, ex viceministro della Difesa iraniano tra il 2000 ed il 2008, condannato a morte per spionaggio ed impiccato a Tehran il 14 gennaio scorso, era effettivamente una spia britannica. L’inchiesta si basa su testimonianze di membri o ex membri di servizi segreti e d’intelligence di vari Paesi, fra cui Stati Uniti, UK, Israele, Germania e Iran.

 

Durante la sua carriera, Akbari sarebbe riuscito a mantenere stretti contatti con vertici politici e responsabili del programma nucleare iraniano, fornendo nel contempo informazioni all’MI6, i servizi segreti esteri britannici. Tra le informazioni più importanti condivise con il Regno Unito e con Israele vi fu senza dubbio la presenza di un sito per l’arricchimento dell’uranio a Fordow, nel 2008. Tale informazione fu determinante nel capire lo stato del programma nucleare iraniano e per instaurare l’apparato di sanzioni che seguì di lì a breve. Inoltre, Akbari fu fondamentale per svelare l’identità di oltre 100 agenti e funzionari iraniani durante i suoi 15 anni di spionaggio, tra i quali spicca Mohsen Fakhrizadeh, assassinato da Israele nel 2020. 

 

Prima di essere reclutato nel 2004, Akbari partecipò attivamente alla vita della rivoluzione islamica, arruolandosi nel Corpo delle Guardie Rivoluzionarie e compiendo un cursus honorum che le portò al ruolo di viceministro della Difesa ed a lavorare accanto ad Ali Shamkhani, segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale in Iran (organo tra l’altro responsabile della formulazione della politica nucleare iraniana). Negli anni successivi avrebbe creato (con soldi dell’MI6) una serie di società prestanome in Austria, Spagna e Regno Unito che potessero fornirgli copertura per riunioni con membri dell’intelligence britannica ed il pretesto per poter viaggiare. 

 

Nel 2008 fu arrestato una prima volta per spionaggio, ma poi rilasciato sotto pressione di Shamkhani. Tornò in UK, dove ottenne poi la cittadinanza britannica, fino ad una convocazione di Shamkhani nel 2019, quando fu però arrestato dopo che le autorità iraniane avevano scoperto il suo coinvolgimento con l’MI6. Il 14 gennaio scorso fu poi impiccato, in un periodo in cui il regime iraniano usò un pugno particolarmente duro contro dissidenti.

 

Politica Internazionale

Nord America

USA: La Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), organo preposto alla gestione dell’insolvenza di banche americane e principale gestore di un fondo assicurativo sui depositi nelle stesse, ha acquisito la First Republic Bank (con sede a San Francisco, in California) e ha concluso un accordo per la vendita della quasi totalità degli asset della banca a JPMorgan Chase. 

 

Si tratta del secondo più grande fallimento bancario della storia degli USA, ed arriva dopo aver perso più di 100 miliardi di dollari in depositi da marzo scorso, sulla scia dei fallimenti della Silicon Valley Bank e di Signature Bank e nonostante un’iniezione di 30 miliardi di dollari da parte delle più grandi banche americane. Il fallimento di First Republic Bank (capitalizzata a 233 miliardi di dollari alla fine del primo quadrimestre) è solo di poco più piccolo rispetto al fallimento di Washington Mutual nel 2008, anch’essa incorporata da JPMorgan Chase.

 

Le cause del fallimento sarebbero da ricondurre al modello di business della banca, che si basava in gran parte sull’emissione di mutui a tassi bassissimi e dove spesso a dover essere pagati per i primi 10 anni erano solo gli interessi. Tale strategia, vincente in un contesto di tassi d’interesse molto bassi ed in periodi di alta propensione al risparmio, si è rivelata deleteria in seguito all’innalzamento dei tassi avviato dalla Federal Reserve Bank l’anno scorso e alla richiesta dei clienti di interessi maggiori sui depositi. La corsa ai prelievi è diventata evidente nell’ultimo rapporto quadrimestrale emesso la settimana scorsa, cosa che ha di fatto costretto l’intervento della FDIC. 

 

USA: La Writers Guild of America (WGA) - sindacato composto dai due più grandi gruppi attivi in difesa degli sceneggiatori - ha dichiarato l’inizio di uno sciopero degli sceneggiatori, con un’adesione quasi totale. È il primo sciopero indetto dal sindacato dal 2007, quando gli sceneggiatori scioperarono per 100 giorni, ed avviene dopo settimane di negoziati su vari punti.

 

Da un lato, i sindacati richiedono (nel contratto che andrà rinnovato) un aumento del salario minimo ed un equo compenso per gli sceneggiatori che lavorano solo su spettacoli trasmessi su piattaforme di streaming rispetto a coloro il cui lavoro viene trasmesso nelle sale cinematografiche. 

 

Dall’altro, il sindacato chiede una maggiore regolamentazione dell’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale (IA) per generare le sceneggiature. In particolare, la WGA chiede che non sia permesso riconoscere l’IA come autore delle sceneggiature e che non sia permesso usare contenuti prodotti da IA come “materiale sorgente”. In altre parole, ciò che si vuole evitare è che gli studi generino contenuti “originali” tramite IA, solo per poi farli levigare dagli sceneggiatori a salari ridotti. 

Sud America 

Brasile:si intensifica la lotta fra le autorità brasiliane ed i minatori illegali di oro che operano principalmente nelle aree abitate dalle popolazioni indigene Yanomami, con l’ultimo scontro a fuoco che è costato la vita a quattro minatori illegali, secondo le autorità. 

 

Le violenze nella regione dello Yanomami sono cresciute da quando l’amministrazione del Presidente Federale Lula da Silva - insediatasi all’inizio del 2023 - ha intensificato i raid contro i minatori d’oro illegali, che negli anni passati hanno invaso quella che è la riserva indigena più grande del Sud America. L’invasione ha visto il diffondersi di miniere illegali, chiamate garimpo, il cui numero è cresciuto tantissimo, in particolare nel 2021 (complice anche l’aumento del prezzo dell’oro e dello stagno, prodotto secondario d’estrazione). Si stima che circa la metà dell’oro esportato dal Brasile sia d’origine illegale, e solo recentemente la Corte Suprema brasiliana ha sostenuto con una sentenza una proposta di legge che mira a sospendere la pratica secondo cui i compratori di oro accettano l’origine dei metalli preziosi “sulla fiducia”. 

 

L’attività estrattiva, oltre a rappresentare una minaccia diretta per le comunità indigene per via della violenze che quest’ultime subiscono, è anche causa di distruzione delle foreste e dell’inquinamento (principalmente con mercurio) dei corsi d’acqua. 

 

I territori abitati dagli indigeni in Brasile sono stati, durante la presidenza Bolsonaro (durata dal 2019 al 2022), minacciati da mancanza di iniziative di tutela da parte delle autorità e da legislazione a favore dello sfruttamento minerario e forestale delle terre indigene. 

 

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