Bando delle auto a motore endotermico. Qualche considerazione

Prima di tutto politica: dove era il ministro dei trasporti-in campagna elettorale-costante effettiva? Ha mai letto un atto o un documento comunitario? Sa come funzionano euparlamento e Consiglio?

Risposta evidente: no! Sul come sia possibile che un ignorante da competizione sia "Funzionario di Stato" mi sono già espresso molte volte. Su come sono andate le cose vi invito invece a leggere il thread di Gianluigi Gori e quello di Luigi Marattin sull'"arte" della destra di far propaganda anche quando non ne avrebbe motivo (v. ad es. accise e prezzi carburanti). Il voto dell'altro giorno non è definitivo; serve come altri al più a sparare in prima pagina titoli allarmistici. 

Poi dovrà essere approvato dal Consiglio europeo. Solo dopo entrerà in gazzetta ufficiale. Ma non è finita: dopo la pubblicazione dovrà essere adottato dai singoli Stati.

Nel frattempo, poiché la Commissione dovrà valutare i progressi verso 0 CO2 e la capacità del sistema di implementare le tecnologie in modo sostenibile, lo scenario potrebbe cambiare, ovvero il termine del 2035 potrebbe slittare. Questo da un punto di vista normativo, ma...Oggettivamente sembra difficile che dopo 3 voti favorevoli si torni indietro, a meno di cambi radicali degli scenari politici dopo le europee. Chiarito ciò vanno fatte altre considerazioni:

1) Quanto è utile che un orientamento politico, sebbene verso l'obiettivo desiderabile della neutralità climatica, indirizzi le scelte industriali e il cambio tecnologico imponendo una deadline? Sulla riduzione delle emissioni dei veicoli a motore tanto è stato fatto in Eu e USA. Mentre discutiamo di bando dei motori endotermici (con esclusione per costruttori sotto 10k e 1000 vetture) nel 2025 entrerà in vigore l'Euro 7 con emissioni di NOX ridotta del 35%. Dal 1991 le case automobilistiche si sono dovute adattare a EUro1-2-3-4-5-6-6+.
Non solo, ad emettere polveri sottili non sono solo i motori a combustione ma anche freni e pneumatici per i quali è prevista con euro 7 una ulteriore stretta E qui si pone la 1° domanda: quando sarà in vigore Net 0 pneumatici e freni saranno aboliti? Ovvio che no, ma il paradosso serve a far comprendere che un mondo ad emissioni inquinanti 0 è IMPOSSIBILE! La strada degli incentivi, non quella del bando, ha sin qui funzionato bene. Perché abbandonarla?

2) La norma di indirizzo votata dal parlamento non vieta la circolazione di auto a benzina/diesel, ne vieta la commercializzazione Questo comporta 2 problemi: i) depauperamento del valore di mercato di questi veicoli man mano che si avvicina al 2035 ii) allungamento forzato del ciclo di vita di queste auto per quelli che non vorranno o potranno permettersi auto BEV

3) Il cambio tecnologico non comporterà solo la conversione delle produzioni ma anche quello delle filiere: attrezzature, formazione degli addetti...Costi che qualcuno dovrà sopportare; e poiché i costi vengono traslati sui prezzi, è facile immaginare un aggravio delle spese a carico automobilisti

4) Poiché ci sarà minor domanda di petrolio e quindi minor prezzo finale per gasolio e benzina, i consumatori "inquinanti" avranno un forte incentivo a non sostituire il veicolo. A meno che i governi non finanzino con ingenti incentivi il passaggio al full electric. Insomma qualcuno deve pagare, il che significa che a pagare saranno tutti i tax payers, direttamente o indirettamente

5) Quando si prendono decisioni così drastiche vengono messe in conto le strozzature della supply chain e il costo ambientale della nuova tecnologia?

Per non dire di nuove (e vecchie) tensioni geopolitiche legate all'approvvigionamento di terre rare e giacimenti di litio (v. conflitto Ruanda Repubblica Democratica del Congo) E' stato valutato il costo ambientale di estrazione, trasporto e smaltimento di materie prime? 

6) Il cambio imposto comporterà un cambio delle abitudini e un lungo adattamento a rifornimenti e tempi di percorrenza. I punti di rifornimento dovranno essere aumentati e convertiti. Il PNRR prevede l'investimento di 700mln per punti di ricarica.

 

Al netto dei ritardi, la cifra appare insufficiente. Servirà aumentarla in modo da passare da 21,5 colonnine per BEV a ca. 10 per BEV. Si consideri che in ITA abbiamo ca. 21.000 distributori carburanti con ca. 92.000 pompe E ITA è fanalino di coda per diffusione

Chi paga questa conversione/implementazione?

7) La UE parla di R&S che consentirà alle BEV di percorrere 600 km con un pieno. Quello delle batterie è un settore maturo ed è difficile immaginare sviluppi che portino ad aumentare quella percorrenza. Le altre tecnologie (i.e. idrogeno per autotrazione) per ora non sembrano in grado di fornire risultati migliori. E quando le fornissero, altro cambio di tecnologia?

8) Personalmente non sono preoccupato dagli scenari apocalittici sul mercato del lavoro (fra 70 e 150K posti di lavoro in meno). Ogni volta che la tecnologia ha fornito opportunità, il mercato del lavoro si è adattato. E' indubbio però che per qualche tempo qualcuno soffrirà

9) Il regolamento colpisce le filiere automotive dei Paesi più avanzati, Italia, Francia e, soprattutto, Germania. Quindi, quando vi diranno che è l'ennesimo complotto contro di noi e la grande industria italiana (succederà, vedrete), non ci credete

Più del 50% delle auto vendute in Europa sono tedesche. Fiat non compare neanche fra le prime 10

Conclusione
Passaggio a full electric probabilmente inevitabile ma sarebbe senza dubbio stato meglio lasciar evolvere il mercato: si sarebbe giunti alla stessa conclusione con meno costi e meno problemi, anche ambientali; e meno opportunità di propaganda populista.

 

 

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