Perché la Germania continua ad avere una posizione incoerente sull'Ucraina?

Le posizioni contraddittorie di Scholz sulla guerra in Ucraina hanno infatti più volte generato confusione e costernazione all’interno dell’Europa, contribuendo alla nascita di un ricco dibattito sui motivi che spingono la Germania ad adottare determinate posture politiche.

Ad esempio nei primi giorni di marzo il giornale americano POLITICO ha provato ad analizzare le motivazioni e gli obiettivi della politica estera tedesca, partendo dalle sempre più palesi contraddizioni presenti nell’approccio di Scholz.

Infatti, nonostante il cancelliere inviti costantemente gli alleati europei a fornire più aiuti militari all’Ucraina, allo stesso tempo Scholz si rifiuta di inviare missili da crociera a Kyiv, per paura di innescare un’escalation del conflitto da parte di Mosca. Questa palese contraddizione nella postura tedesca non può che lasciare perplessi gli altri paesi europei.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha voluto rispondere indirettamente alle indecisioni tedesche dicendo che “l’Europa si troverà presto in un momento in cui sarà necessario non essere codardi”.

Anche Ben Wallace, ex segretario alla difesa del Regno Unito, ha mostrato il suo disappunto per le posizioni prese da Scholz.

Questo comportamento dimostra come, per quanto riguarda la sicurezza dell’Europa, il cancelliere sia la persona sbagliata nel momento sbagliato”.

Ma l’apparente incoerenza di Scholz non è altro che un’attenta strategia politica.

Una volta capito che l’Ucraina sarebbe stata in grado di difendersi dalla Russia, la Germania ha iniziato ad agire in tandem con gli Stati Uniti nell’aiutare Kyiv tramite un progressivo invio di aiuti militari appena sufficiente a garantire la sopravvivenza del paese, evitando invece di consegnare a Zelensky le armi necessarie a una vittoria ucraina.

Scholz si limita a dire che “la Russia non deve vincere e l’Ucraina non deve perdere”. A molti potrebbe sembrare solo una banale questione semantica, ma il cancelliere non ha mai auspicato chiaramente una vittoria ucraina. Scholz non vuole consegnare all’Ucraina i mezzi militari necessari affinché vinca questa guerra. E Matthew Karnitschnig su POLITICO vede in questa scelta l’influenza di una profonda e radicata paura del cancelliere tedesco nei confronti della Russia.

Scholz teme che l’invio dei missili da crociera Taurus, capaci di colpire obiettivi a lungo raggio anche in territorio russo, possa scatenare un’immediata rappresaglia di Mosca nei confronti della Germania. Questa paura aveva già bloccato l’anno scorso l’invio dei carri armati tedeschi Leopard, con la Germania che si decise a inviarli a Kyiv solo dopo che gli Stati Uniti acconsentirono a loro volta all’invio di alcuni carri armati Abrams. Questo ritardo, tra gli altri, contribuì a dare alla Russia il tempo necessario per rafforzare le linee del fronte in vista della controffensiva ucraina della scorsa primavera/estate.

Tuttavia, per quanto riguarda i missili Taurus, Scholz sembra più deciso a bloccare il loro invio a Kyiv, avendo dichiarato anche recentemente che spedire i famosi missili da crociera tedeschi in Ucraina darebbe il via ad un vero e proprio coinvolgimento diretto nella guerra. Ma il cancelliere non è l’unico a temere la reazione della Russia. Secondo un sondaggio effettuato all’inizio di marzo, il 60% dei tedeschi è contrario all’invio dei missili Taurus all’Ucraina, un dato in crescita rispetto al 49% rilevato a febbraio.

Ciononostante, anche l’approccio di dare agli ucraini quelle poche armi appena sufficienti a sopravvivere è costoso per il governo tedesco. E da questa considerazione nascono i continui appelli agli altri partner europei per un rafforzamento del loro supporto all’Ucraina. Ad oggi la Germania ha speso circa 18 miliardi di euro in forniture militari dirette a Kyiv, una cifra che la pone al secondo posto dopo gli Stati Uniti in termine di contributi assoluti.

Tuttavia a livello di percentuale sul PIL, la Germania è solo all’11esimo posto tra i diversi alleati dell’Ucraina, un dato che suggerisce che il governo tedesco avrebbe la capacità fiscale per fare molto di più nei confronti di Kyiv. Il problema dunque non è di natura economica, ma di mancanza di volontà politica. Secondo gli ultimi sondaggi solo il 20% dei tedeschi pensa che il governo tedesco dovrebbe fare di più per aiutare militarmente l’Ucraina. E tra gli altri il 40% pensa che la Germania abbia anzi dato troppe armi a Kyiv.

La paura dei tedeschi nei confronti della Russia ha origini storiche, e nasce soprattutto dopo le due pesanti sconfitte subite per mano dell’esercito russo nel secolo scorso. Tantissime famiglie tedesche conservano il ricordo e i racconti dei loro nonni impegnati nella terribile invasione dell’URSS da parte della Germania nazista, e della successiva avanzata dell’armata rossa.

Ma non è solo la paura a influenzare le relazioni con la Russia. Per molti tedeschi cresciuti nell’ex Germania Est, la Russia è considerata più come un paese amico che come un nemico. La Germania Est non ha subito una dominazione da parte dell’URSS paragonabile a quella patita dai polacchi o dagli altri popoli del patto di Varsavia, e per questo oggi in quei territori la percezione della Russia rimane più positiva rispetto al resto del paese.

Questa tendenza è ben visibile anche attraverso i sondaggi elettorali, che mostrano il partito pro-russo Alternative für Deutschland in testa in tutti e cinque gli stati dell’ex Germania Est, con l’eccezione di Berlino.

E sebbene nell’ex Germania Ovest, che comprende l’80% della popolazione tedesca, i giudizi sulla Russia siano più critici, non manca una larga fascia di tedeschi favorevole a un dialogo con il Cremlino. Per molti tedeschi la via diplomatica rimane la migliore per affrontare la minaccia russa, un pensiero segnato dal forte fascino esercitato ancora oggi da parte della Ostpolitik introdotta da Willy Brandt negli anni ’70. L’approccio diplomatico adottato in quegli anni dalla Germania Ovest nei confronti dell’Unione Sovietica rimane infatti nella mente di molti tedeschi come un successo capace di porre fine alla Guerra Fredda.

Scholz, essendo cresciuto in quell’era, capisce meglio di chiunque altro la presa dell’Ostpolitik sull’elettorato tedesco. Ed è per questo che il suo rifiuto di inviare i Taurus in Ucraina si inserisce in una strategia politica più ampia. L’obiettivo del cancelliere è spingere l’Ucraina ad aprire delle trattative di pace il prima possibile.

Sul finire del 2025 in Germania si terranno le elezioni politiche, e Scholz vuole presentarsi a questo appuntamento elettorale al meglio. Attualmente il suo indice di gradimento è al minimo storico, e la coalizione a sostegno del suo governo mostra continue divisioni sul come risollevare un’economia sempre più in difficoltà. Il cancelliere ha dunque bisogno di impegnarsi su una questione capace di risollevare la sua popolarità, e la gestione della guerra in Ucraina rimane l’unica area in cui Scholz riscuote pareri favorevoli da parte dell’elettorato tedesco.

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