EFFICACIA VACCINALE e GREENPASS: uno sguardo non ideologico

In ambito di vaccini e di Green Pass (GP) l’opinione pubblica italiana, in questi giorni, sembra dividersi fra due visioni diametralmente opposte eppure, in qualche modo, entrambe fuorvianti.

Da un lato la propaganda no-vax cerca di usare alcuni dati recenti in merito alla riduzione della protezione da contagio tra i vaccinati per diffondere l’idea che il vaccino serva a poco o nulla. Dall’altro lato i fautori del green pass “senza se e senza ma” non s’azzardano nemmeno a prendere i considerazione alcuni nuovi dati.

Noi riteniamo che le scelte politiche, di ogni tipo, si possano fare responsabilmente solo guardando in faccia i dati e cercando di comprenderne le implicazioni, che non sono sempre ovvie. Ragione per cui in questo breve articolo cercheremo di fare chiarezza sulle implicazioni logiche del fenomeno rilevato durante le ultime settimane prima in Israele, poi in UK, Islanda e, parzialmente, ora anche in Italia.

I dati, provenienti soprattutto da Israele, riportano che, a partire dalla fine di giugno, i vaccinati e i non vaccinati avrebbero grosso modo le stesse chance di infettarsi, diventando positivi ai test che rivelano l’infezione da COVID-19.

I dati di Israele sono interessanti per due motivi:

  1. Israele è stato il primo paese a mettere in atto una campagna di vaccinazione di massa (più o meno tra il 10 gennaio e il 10 febbraio 2021 metà della popolazione ha completato il ciclo vaccinale);
  2. la metodicità e la precisione del tracking da parte delle istituzioni locali è molto accurata: arriva al punto di indicare per ogni singolo nuovo caso se il contagiato era stato vaccinato, e se sì, quante dosi aveva ricevuto e quanto tempo prima del contagio. Tutti questi dati sono stati resi pubblici (ovviamente anonimizzati) e disponibili per fini statistici.

Da noi, in Italia, nonostante lo si chieda dall’aprile del 2020, i dati vengono proposti sempre in modalità eccessivamente accorpata: sembra che le istituzioni temano di fornire i dati grezzi agli studi degli analisti indipendenti. Ma di questo parleremo in chiusura.

Nota tecnica: nel seguito useremo il concetto di “Efficacia vacinale”, una misura (tra le tante, ma a nostro avviso la più ragionevole e sintetica) di quanto il vaccino “protegga” da un evento come il contagio [la misura è la stessa che viene rilevata nei trial dei vaccini, con la differenza che, in quel caso, i due gruppi di test (quelli a cui viene somministrato il vaccino o il placebo) sono selezionati su base statistica]. L’evento può, appunto, essere il contagio (come nel caso di questo articolo), l’ospedalizzazione, la terapia intensiva o la morte. A questi eventi più tragici faremo un breve riferimento alla fine. La nostra attenzione si focalizza sul contagio, anzitutto, perché questo ha implicazioni abbastanza drammatiche, a nostro avviso, per il controverso “GreenPass”.

Nota
Per i più interessati l’efficacia vaccinale si misura come:
(casi tra i non vaccinati/numero non vaccinati) - (casi tra i vaccinati/numero vaccinati)
_____________________________________________________________________
(casi tra i non vaccinati/numero non vaccinati)
Ovvero se tra 10.000 non vaccinati ci sono 100 casi e in un campione analogo di vaccinati c’è solo 1 caso allora l’efficacia del vaccino è del 99%, se i casi sono 2 è del 98%, se i casi sono 100 anche tra i vaccinati allora l’efficacia è 0, in quanto non c’è alcuna differenza tra i vaccinati e i non vaccinati, come numero di casi.

Veniamo ai dati, quasi settimana per settimana, a partire dall’inizio di giugno.

Tra il 6 e il 12 giugno il numero di nuovi casi, in Israele, crolla a meno di 100 in totale. Nella settimana successiva, quella tra il 13 e il 19, i casi aumentano a 169, ma appare ancora molto evidente il maggior numero di casi tra i non vaccinati, specie tra i non vaccinati giovani, con un’efficacia vaccinale superiore al 60%, come da tabella seguente.

13/6-19/6

CASI

POPOLAZIONE

CASI PER 1.000.000

 

Fascia età

Vaccinati

Non Vaccinati

Vaccinati

Non Vaccinati

TOT (12/5)*

Vaccinati

Non vaccinati

Eff. Vacc.

0-19

1,05

91

346.639

2.991.329

3.337.967

3

30

90,04%

20-29

10

1,05

912.264

372.915

1.285.179

11

3

-289,31%

30-39

8

5

906.453

275.742

1.182.196

9

18

51,33%

40-49

17

8

876.078

146.558

1.022.635

19

55

64,45%

50-59

8

1,05

709.073

136.489

845.562

11

8

-46,66%

60-69

5

1,05

638.996

98.409

737.405

8

11

26,66%

70-79

1,05

0

452.232

36.077

488.310

2

0

 

80-89

 

1,05

204.077

20.371

224.448

0

52

100,00%

90+

1,05

1,05

45.760

5.559

51.319

23

189

87,85%

Totale

51,15

109,25

5.091.571

4.083.449

9.175.020

10

27

62,45%

Tot 1

51,15

113,45

5.091.571

4.083.449

9.175.020

10

28

63,84%

Tot 2

55,35

109,25

5.091.571

4.083.449

9.175.020

11

27

59,37%

Note: Dati relativi alla settimana tra il 13 e il 19 giugno.
Dati relativi alle vaccinazioni: media del 12 maggio (per assicurare l’effettiva efficacia del vaccino).
Nella riga “Totale” i casi relativi a individui con vaccinazione incompleta o completata da meno di 20 giorni sono stati ignorati. Nel Totale 1 sono stati accorpati ai non vaccinati, nel Totale 2 ai vaccinati.
I valori indicati dal sito ufficiale del governo israeliano come <5 (quindi compresi tra 1 e 4) sono stati aggiustati in base al totale, noto, dei casi settimanali (per questa settimana, mediamente 1,05)

Soltanto ventuno giorni più tardi, ecco il cambiamento improvviso: nella settimana tra il 4 e il 10 luglio i nuovi casi, in Israele, schizzano a 3.163. Ma non è tanto l’aumento dei casi l’aspetto veramente rilevante quanto il fatto che molti di essi colpiscano i vaccinati: 299 nuovi casi tra i vaccinati e 368 tra i non vaccinati (sempre per milione di individui). L’efficacia vaccinale scende sotto al 20%. (Si tratta dei dati che sono circolati di più, con l'unica mirata rimozione della fascia 0-19 anni).

4-10/7

CASI

POPOLAZIONE

CASI PER 1.000.000

 

Fascia età

Vaccinati

Non Vaccinati

Vaccinati

Non Vaccinati

TOT (16/6)

Vaccinati

Non vaccinati

VE

0-19

58

1224

355.537

2.982.430

3.337.967

163

410

60,25%

20-29

216

61

927.571

357.608

1.285.179

233

171

-36,52%

30-39

248

84

919.748

262.447

1.182.196

270

320

15,75%

40-49

356

54

883.885

138.750

1.022.635

403

389

-3,49%

50-59

237

26

714.171

131.391

845.562

332

198

-67,70%

60-69

227

13

642.284

95.120

737.405

353

137

-158,60%

70-79

143

12

454.152

34.158

488.310

315

351

10,37%

80-89

44

6

205.161

19.280

224.448

214

311

31,08%

90+

8

2,5

46.184

5.128

51.319

173

488

64,42%

Totale

1537

1482,5

5.148.707

4.026.313

9.175.020

299

368

18,92%

Totale 1

1537

1625,5

5.148.707

4.026.313

9.175.020

299

404

26,06%

Totale 2

1680

1482,5

5.148.707

4.026.313

9.175.020

326

368

11,38%

 

Vacc parz

143

 

 

 

 

 

 
Note: Dati relativi alla settimana tra il 4 e il 10 luglio.
Dati relativi alle vaccinazioni: media del 16 giugno (per assicurare l’effettiva efficacia del vaccino).
Nella riga “Totale” i casi relativi a individui con vaccinazione incompleta o completata da meno di 20 giorni sono stati ignorati.
Nel Totale 1 sono stati accorpati ai non vaccinati, nel Totale 2 ai vaccinati.
I valori indicati dal sito ufficiale del governo israeliano come <5 (quindi compresi tra 1 e 4) sono stati aggiustati in base al totale, noto, dei casi settimanali (per questa settimana, mediamente 2,5)
 

Nelle settimane successive i dati sono stati simili (efficacia tra il 5% e il 25%). Il vaccino sembrerebbe avere qualche efficacia soprattutto nella fascia più giovane (0-19), mentre appare meno efficace dai 20 ai 60 anni. La situazione migliora fra gli anziani ma non in modo eccezionale.

Questi sono i dati della settimana tra il primo e il 7 agosto: i nuovi casi sono saliti a oltre 23.300 (ci sono minime discrepanze tra i riepiloghi e i dati dettagliati) ed è ancora più evidente la scarsa differenza nel tasso di contagio (per milione di persone) fra vaccinati e non. Una efficacia vaccinale media del 10% statisticamente e socialmente parlando è praticamente equivalente a zero.
 

1/8-7/8

CASI

POPOLAZIONE

CASI PER 1.000.000

 

Fascia età

Vaccinati

Non Vaccinati

Vaccinati

Non Vaccinati

TOT (30/6)*

Vaccinati

Non vaccinati

VE

0-19

774

8022

377.550

2.960.417

3.337.967

2050

2710

24,35%

20-29

2169

746

932.004

353.175

1.285.179

2327

2112

-10,18%

30-39

2341

653

923.820

258.376

1.182.196

2534

2527

-0,27%

40-49

2444

492

886.615

136.020

1.022.635

2757

3617

23,79%

50-59

1682

298

716.020

129.542

845.562

2349

2300

-2,12%

60-69

1432

176

643.503

93.902

737.405

2225

1874

-18,73%

70-79

925

86

454.878

33.431

488.310

2034

2572

20,95%

80-89

456

50

205.487

18.961

224.448

2219

2637

15,85%

90+

114

22

46.337

4.982

51.319

2460

4416

44,29%

Totale

12337

10545

5.186.214

3.988.807

9.175.020

2379

2644

10,02%

Totale 1

12337

11059,5

5.186.214

3.988.807

9.175.020

2379

2773

14,20%

Totale 2

12851,5

10545

5.186.214

3.988.807

9.175.020

2478

2644

6,27%

Note: Dati relativi alla settimana tra il primo e il 7 agosto 2021
Dati relativi alle vaccinazioni: media del 30 giugno (per assicurare l’effettiva efficacia del vaccino).
Nella riga “Totale” i casi relativi a individui con vaccinazione incompleta o completata da meno di 20 giorni (circa 515) sono stati ignorati.
Nel Totale 1 sono stati accorpati ai non vaccinati, nel Totale 2 ai vaccinati.
I valori indicati dal sito ufficiale del governo israeliano come <5 (quindi compresi tra 1 e 4) sono stati aggiustati in base al totale, noto, dei casi settimanali (per questa settimana, mediamente 2,5)

Cosa può essere successo? Le spiegazioni abbondano, ma non è questo il tema che ci interessa. Per poter spiegare cosa causi la riduzione dell’efficacia occorrono conoscenze che non possediamo. Rinviamo ad un paio di articoli molto recenti:

e ci concentriamo sulle implicazioni di questo fatto incontestabile.

Dal lato esattamente opposto dello schieramento ideologico, anche i no-vax hanno tratto conforto da questi conteggi e da più parti si è detto: “come volevasi dimostrare: il vaccino non serve a nulla”. Il che non è affatto vero in quanto, sino all’arrivo della variante Delta, il vaccino ha offerto una protezione sostanziale dal contagio e, anche dopo la diffusione della variante, continua ad essere enormemente effettivo nel ridurre ospedalizzazioni e decessi. Quest’ultimo fatto, cruciale, merita essere ricordato e sulle sue implicazioni di policy ritorneremo in chiusura.

I dati provenienti da Israele sembrano confermati anche da studi compiuti altrove, come l’approfondito  Real-time Assessment of Community Transmission (REACT) Study dell’Imperial College britannico (al momento in pre-print) che nel giro di soli 35 giorni - dal round 12 (20 maggio-7 giugno) al round 13 (dal 24 giugno al 12 luglio) - ha visto ridursi l’efficacia vaccinale da 64% a 49%. Non sono ancora i valori di Israele, ma sembra probabile che il Regno Unito stia seguendo la stessa tendenza con un ritardo di poche settimane.

 

Dopo un mese circa di scarsa attenzione a questi dati negli ultimi giorni si sono finalmente segnalati svariati articoli e lanci su questi temi, dal già citato articolo del New York Times a un articolo dell’11 agosto sulla Stampa:

Covid, Israele travolto dalla Delta. Il dato che allarma: la maggior parte dei ricoveri è vaccinato

che è stato salutato dai novax come un “riposizionamento” della stampa mainstream.

In effetti, più che un riposizionamento, si tratta della descrizione di un fenomeno che fino a poche settimane prima semplicemente NON esisteva: il vaccino fino a giugno ha protetto egregiamente anche dal contagio. Ora in alcuni paesi chiaramente non lo fa più e non è impossibile che, se questo trend è dovuto all’arrivo della variante Delta, lo stesso accada presto un po’ ovunque.

Anche se la situazione italiana è ancora lontana sia dai dati israeliani sia da quelli britannici, la variante Delta è ormai assolutamente prevalente nel nostro paese e il rischio di un simile andamento è più che reale. I dati resi disponibili dall’ultimo aggiornamento nazionale dell’ISS (13 agosto con dati relativi all’11 agosto) mostrano una situazione ancora molto diversa, anche se i dati sono accorpati in modo meno raffinato di quelli israeliani: invece di esporre i dati su base settimanale, sono proposti accorpamenti su base mensile: i nuovi casi, ad esempio, vanno dal 9 luglio all’8 agosto (anche le fasce d’età sono meno granulari: quattro invece di nove. Vista la repentinità del cambiamento in Israele, sarebbe davvero utile avere il dettaglio dell’ultima settimana.

 

Volendo rappresentare i dati con la stessa tabella utilizzata per i dati da Israele (con i vaccinati parzialmente o recentemente accorpati ai “Non vaccinati”), la situazione italiana è la seguente.

Italia

CASI

POPOLAZIONE

CASI PER 1.000.000

 

Fascia età

Vaccinati

Non Vaccinati

Vaccinati

Non Vaccinati

TOT (30/6)*

Vaccinati

Non vaccinati

VE

12-39

5552

72436

2.656.332

14.779.223

17.435.555

2090

4901

57,36%

40-59

6873

22654

7.354.430

11.093.030

18.447.460

935

2042

54,24%

60-79

4445

6205

8.335.455

5.237.324

13.572.779

533

1185

54,99%

80+

2017

860

3.999.442

554.665

4.554.107

504

1550

67,47%

Totale

18887

102155

22.345.659

31.664.242

54.009.901

845

3226

73,80%

Sembrerebbero dati meno preoccupanti, ma, come detto, non ci lascia tranquilli l’eccessiva estensione temporale (un mese) dell’accorpamento.

Per riassumere: esistono significative evidenze sul fatto che la protezione dal contagio per i vaccinati possa subire drastiche riduzioni, ma questo non mette in discussione l’utilità dei vaccini in assoluto poiché resta ferma la protezione dalle forme gravi della malattia che costituisce il principale problema di sanità pubblica.

Cercando di utilizzare in modo razionale questo dato di fatto occorrerebbe fare delle riflessioni specie in tema di GP. Quali ricadute può avere l’eventualità che anche in Italia si verifichi presto una caduta della protezione dai contagi? Il GP, se ha un senso, lo ha perché ti dice che il soggetto vaccinato con cui ceni ha una probabilità molto minore di quello non vaccinato (con cui hai rinunciato di cenare) di contagiare te che non hai potuto vaccinarti perché sei ammalato di X. Ma se il vaccinato ed il non vaccinato hanno probabilità simili di essere contagiati e di contagiarti a cosa è servito tutto l’ambaradan del GP?

Un ulteriore elemento da considerare è che, a fronte delle evidenze statistiche considerate, l’attenzione sul monitoraggio della malattia dovrebbe spostarsi dal numero dei contagi al numero dei soggetti che contraggono la malattia in forma grave e richiedono ospedalizzazione. Questa costituisce la variabile più rilevante in termini di politica sanitarie e quella nei confronti della quale la difesa dei vaccini è più efficace.

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