Prima di votare, pensa!

La partecipazione al voto mostra considerevole variazione tra le nazioni. Ad esempio, nell'ambito della storia degli Stati Uniti, la partecipazione è stata costantemente relativamente modesta.

Foto di: Element5 Digital/ Pexel

Ciò tuttavia non mina l'assoluta solidità della loro democrazia, in contrasto con l'Italia, dove tale partecipazione è stata notevolmente alta, specialmente nell'ultimo decennio.

Qual è il miglior argomento per dire che la gente deve andare a votare? 

Il motivo più convincente per sostenere l'importanza del voto risiede nel principio fondamentale della democrazia, che garantisce a ogni cittadino il diritto di partecipare attivamente alla definizione delle decisioni pubbliche. Durante l'illuminismo, emerse l'idea rivoluzionaria di un 'contratto sociale', in cui la popolazione stessa stabilisce i meccanismi per prendere decisioni che influenzano la collettività, anziché affidarsi a governatori detentori di un presunto diritto divino o basato sulla forza delle armi.
Un esempio notevole è rappresentato dal Marchese di Condorcet, il quale nel suo trattato del 1785, "Essai sur l'application de l'analyse à la probabilité des décisions rendues à la pluralité des voix", fornisce argomentazioni statistiche a favore del voto a maggioranza. Egli sostiene che in situazioni in cui si presentano solo due candidati, il sistema di voto a maggioranza risulta essere il più efficiente.

Nel cuore di questo ragionamento risiede il concetto di saggezza delle folle. Si considerino decisioni di portata cruciale, quali l'indirizzo di una guerra, la scelta tra fonti energetiche come il solare o l'eolico, o l'elezione di un sindaco. In ogni caso, è essenziale presupporre che ciascun individuo disponga di una base informativa uniforme e accurata, permettendogli così di compiere scelte ponderate e responsabili.
Tuttavia, è altrettanto imperativo riconoscere la eterogeneità della società, composta da individui con visioni del mondo e valori diversi. Ciò implica che definire con certezza cosa sia "corretto" diviene un compito arduo. Nessuno è in possesso di una conoscenza totale e pertanto, si invita ogni individuo a cercare informazioni in modo autonomo e imparziale. Questo semplice atto, se condotto con diligenza, riduce la probabilità di errore da parte dell'individuo al di sotto del 50%, dimostrando l'efficacia di una decisione collettiva ben informata.

Cosa succede se si vota a maggioranza?
Se consideriamo che A e B abbiano la stessa probabilità del 50% di essere la scelta corretta, realizzeremo la decisione corretta il 50% delle volte. Supponendo una decisione presa attraverso il voto a maggioranza, se un solo individuo vota, la probabilità di fare la scelta corretta (A) è del 51%. Con un aumento del numero di elettori, la probabilità di scegliere A aumenta: con 3 elettori, raggiunge il 51,5%, con 5 elettori sale al 51,9%, con 7 elettori si attesta al 52,2%. Con 1001 elettori, la probabilità cresce al 73,7%, mentre con 10001 elettori si avvicina al 97,7%. Con un milione di elettori, risulterebbe estremamente difficile commettere un errore.

Teorema della giuria di Condorcet. 
Condorcet concepì un sistema in cui una giuria determina se un individuo è colpevole o innocente. L'ampio consenso è che un colpevole debba essere condannato, mentre un innocente debba essere assolto. L'aumentare del numero di votanti aumenta la probabilità di prendere la decisione corretta, ma è essenziale esaminare le ipotesi che sottendono a tale conclusione.

  • Punto 1: La conclusione non è valida se un elettore ha ragione il 50% delle volte anziché il 51%. La correttezza dell'elettore, anche solo leggermente superiore al 50%, è imperativa. L'aggiunta di individui che votano casualmente è, infatti, dannosa. Ad esempio, se un solo elettore è informato al 51% e due non lo sono al 50%, se vota solo l'informato, la probabilità di prendere la decisione corretta è del 51%. Se tutti e tre votano, la probabilità scende al 50,5%. Un aumento di votanti casuali riduce l'importanza dei voti informati e diminuisce la probabilità di una scelta corretta.
  • Punto 2: Il Teorema di Condorcet non è valido se gli elettori non conducono ricerche indipendenti. Supponiamo che esista un elettore ritenuto più esperto dagli altri. Se effettivamente è più preciso, con una percentuale di successo del 70%, la sua influenza può essere determinante se gli altri votano seguendo il suo suggerimento. In questo modo, anche con milioni di votanti, la scelta corretta sarà fatta solo il 70% delle volte. Al contrario, con ricerche indipendenti, la decisione giusta sarà presa il 100% delle volte.

Di conseguenza, si dovrebbe votare solamente dopo essersi informati in modo indipendente. Votare senza un adeguato grado di informazione non rappresenta un semplice omesso dovere civico, ma piuttosto un danno potenziale per l'intera comunità. Decidere alle urne senza una piena comprensione del soggetto in votazione significa, in sostanza, attenuare l'efficacia delle scelte fatte da coloro che sono debitamente informati, contribuendo a una dispersione nell'accuratezza della distribuzione di probabilità.
Votare solamente perché lo suggerisce la Costituzione o perché è una pratica comune, ma senza un reale senso di consapevolezza, risulta dannoso. Un'ulteriore forma di negligenza si manifesta quando ci si accontenta di emozioni o sensazioni, che possono talvolta rivelarsi ancora più fallaci. Questo accade quando ci si abitua a seguire una certa linea politica, spesso senza la necessaria riflessione critica.

 

Sinossi a cura di:  Harry Shergill e Lorenzo Viviani

 

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